GOVERNANCE POLL. Ecco il risultato del “gradimento” di Carlo Marino, insieme alle nostre valutazioni

5 Luglio 2021 - 11:32

Come capita ad ogni inizio luglio, il Sole 24 Ore ha pubblicato il sondaggio di Noto comunicazioni. Il parametro di confronto per le regioni (De Luca terzo) è quello del risultato dell’anno scorso, mentre quello dei sindaci è costituito dalla cifra ottenuta quando hanno vinto le elezioni. La posizione degli altri primi cittadini della Campania e quella del governatore Vincenzo De Luca

 

CASERTA – (g.g.) E’ sicuramente comprensibile che nei comuni dove, di qui a tre mesi, si troverà alle urne, ogni rilevazione, relativa al rapporto tra sindaci, candidati sindaci e il gradimento dei cittadini faccia drizzare le antenne un’attenzione un pò morbosetta e dunque non precisamente ancorata alle ragioni della razionalità e del raziocinio valutativo.

Noi, che la sappiamo lunga su come funzionano le cose nella città di Caserta, abbiamo sempre commentato con una certa cautela i risultati di governance poll che ogni anno il Sole 24 Ore pubblica. La rilevazione è effettuata da Noto Sondaggi. Ma l’identità personale di chi la elabora è relativa, perchè quel che conta nella valutazione di qualità di una rilevazione statistica, è che questa debba basarsi su criteri statistici, come del resto sembrerebbe ovvio, ma non qui da noi dove girano “patacche” di ogni genere. Ecco perchè noi ogni volta che esce uno di questi sondaggi farlocchi, ci accaniamo, non essendoci offerta, nelle circostanze appena citate, la possibilità di verificare le modalità dichiarate dal sondaggista attraverso cui i dati sono stati acquisiti.

Nel caso dei sondaggi di governance poll, invece, queste informazioni vengono fornite: campione rappresentativo formato da mille persone per quanto riguarda la stima relativa ai presidenti delle Regioni; da 600 persone per quella relativa ai sindaci. Il campione è rappresentativo se viene estrapolato dalla popolazione, grandezza grezza e generale della statistica, in base a criteri specifici e specificati. Nel sondaggio pubblicato stamattina, il campione è suddiviso per sesso, età e area di residenza all’interno del perimetro cittadino. Le interviste sono state effettuate nel lasso di tempo che ha separato il primo aprile dal 28 giugno. Sono state somministrate con sistema misto: telefoniche, telematiche e con il sistema Tempo reale, con un margine di errore del 4%.

Insomma, chi legge i dati ne conosce con precisione il processo che li ha definiti e soprattutto ne conosce il margine di errore, potendo questo far ipotizzare un risultato anche sostanzialmente e sostanziosamente diverso da quello esposto.

La classifica dei comuni e delle regioni di governance poll la pubblichiamo in calce. Per quanto riguarda le regioni, tra i 20 governatori, quello della Campania Vincenzo De Luca si attesta al terzo posto, con 59%, più 13% rispetto all’anno scorso, circa 10 punti in meno, però, rispetto al 70% raccolto alle ultime elezioni regionali del 20 e 21 settembre scorsi. Tanto vi segnaliamo questo secondo parametro, perchè lo stesso è l’unica linea guida nella valutazione di confronto del governance poll dei sindaci.

Al vertice di questa classifica, si conferma l’ingegnere ambientalista, primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, presidente nazionale dell’Anci, mentre il sindaco di Caserta Carlo Marino si attesta al 50%, numero che condivide con una decina di colleghi, circa 13 punti in meno rispetto al 62% e rotti, raccolti al ballottaggio del 18 giugno 2016, ma sono 7 punti in più rispetto al 43% di governance poll dell’anno scorso, quando si attestò al 98esimo, a fronte del 70esimo di adesso.

Ora, qualche breve considerazione: Il guaio di questi sondaggi è che, fermo restando la loro validità tecnico-statistica, in questo caso ineccepibile, vengono valutati con superficialità. Della serie: ha guadagnato 20 posti, ne ha persi venti, ha perso punti, ha incrementato la percentuale del consenso e via dicendo. Questo serve per pazziare, per fare piacevoli chiacchiere da bar. E su questo siamo d’accordo. Poi, se, invece, vogliamo ragionare seriamente, volendoci soffermare un attimo su questa percentuale raccolta da Marino, non si può non partire dalla fragilità dell’identità apparente, da noi sempre attribuita nel corso di questi 5 anni, al 62 e passa per cento, guadagnato da Carlo Marino al già citato ballottaggio del 2016.

Abbiamo scritto, infatti, più volte che quella cifra non corrispondeva, anzi non aveva nulla a che vedere, con il gradimento, con il consenso reale, vantato da Carlo Marino nella città capoluogo. Vi spiegammo più volte il perchè, non attraverso i sondaggi, ma attraverso i dati in carne ed ossa, cioè quelli delle schede uscite, scrutinate, ma soprattutto di quelle non uscite, non scrutinate dalle urne, perchè, semplicemente, non vi erano mai entrate. Marino vinse il ballottaggio contro un candidato, Riccardo Ventre, che a Caserta capoluogo, è obiettivamente molto debole. E fin qui siamo dentro alla discrezionalità, alla soggettività di un giudizio.

Quando invece abbiamo esposto i dati di affluenza a quel ballottaggio, un misero 30%, cioè neanche un terzo dei cittadini residenti di Caserta, ogni valutazione di tipo qualitativo sul 62% è assolutamente irrilevante, molto probabilmente infondata. Scrivemmo al tempo che Carlo Marino aveva vinto le elezioni comunali di Caserta ricevendo il voto del 21% degli aventi diritto. Si trattava di un calcoletto semplice, che partiva dal dato certo dell’affluenza e dei voti validi espressi al secondo turno. Un altro 79%, dunque, non l’aveva votato: qualcuno, molto pochi in verità, degli appartenenti a questa percentuale, aveva votato Ventre; la stragrande maggioranza, circa il 70%, si era astenuta, non presentandosi al seggio. Per cui, quel 62 e passa per cento era apparso, almeno ai nostri occhi, immediatamente fuorviante e naturalmente destinato a essere demolito, com’è poi avvenuto, nel momento in cui ci fossero stati dei sondaggi, seriamente realizzati a partire dalla genuinità e dalla validità del campione rappresentativo del 100% della popolazione statistica casertana, struttura numerica ben differente da quale misero 30% recatosi alle urne il 18 giugno 2016.

Il 50% di Marino diventa quindi, per lui, un buon risultato. Che non ci stupisce, perchè noi conosciamo bene, raccontandola “per filo e per segno” ogni giorno, la superficialità, l’indifferenza, il relativismo dei casertani che anche se gli arriva la merda al collo, non hanno più, ammesso e non concesso che l’abbiano mai avuta ai tempi in cui noi non stavamo a guardare, la capacità culturale, morale, un senso almeno sufficiente della cittadinanza, per valutare la politica per quello che è, per ciò che essa riesce a realizzare sul fronte dei servizi essenziali, di una vivibilità sufficiente, di un sistema che garantisca un grado di sicurezza accettabile. Sono cose che scriviamo da tempo e che continueremo a scrivere e il fatto che non si traducano in capacità di incidere nella scorza dura dell’inconsapevolezza di sè del popolo casertano, non ci scoraggia certo da continuare a farlo.

Per quanto riguarda l’incidenza che questo 50% può avere sull’esito delle prossime elezioni, per noi, è pari a zero, perchè quando ci sarà il ballottaggio, perchè il ballottaggio ci sarà, e ieri, commentando un sondaggio farlocco (LEGGI QUI

), vi abbiamo anche spiegato il perchè, Carlo Marino dovrà necessariamente partire “da zero a zero”. Il giovane Zinzi non è Riccardo Ventre, Caserta resta una città vagamente di centrodestra e se Zinzi sarà individuato come il candidato di questa coalizione, se sarà sostenuto dai leader nazionali, avrà ampia possibilità di sovvertire, ribaltare, l’esito di un primo turno che comunque dovrebbe mettere Marino in testa, seppur indietro rispetto al voto complessivo raggiunto dalle liste della sua coalizione.

Ah, dimenticavamo: in cima alla classifica dei governatori c’è sempre quello del Veneto Luca Zaia, mentre per i sindaci, Clemente Mastella ottiene un buon 59%, Luigi De Magistris conferma il rank disastroso dell’anno scorso posizionandosi 104esimo, mentre il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli è nelle prime posizioni al 17esimo posto, al contrario di Gianluca Festa, sindaco di Avellino, classificato al posto 101.

 

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