CASERTA ALLE ELEZIONI. Ci risiamo, come le colombe a Pasqua tornano i sondaggi di Domenico Giordano. Dopo aver tirato la volata a Caldoro contro Maresca…

4 Luglio 2021 - 13:31

ZINZI AL 35%, MARINO AL 30%. ADDIRITTURA NON RILEVATI ROMOLO VIGNOLA E CIRO GUERRIERO  VI SPIEGHIAMO PERCHE’ E’ INVEROSIMILE. La nostra posizione rispetto allo scorso anno e alle Regionali non cambia. Fin quando questo imprenditore non deciderà se fare il sondaggista o lo spin doctor, la persona titolare di contratti di gestione delle campagne elettorali di decine di politici in giro per la Campania, non potremo mai attribuire della seria credibilità sui numeri che mette in mostra

CASERTA – Ci risiamo, come la colomba a Pasqua e gli struffoli a Natale. La società Arcadia, che ha le sue necessità e Domenico Giordano è un amico che deve e può campare e lo fa bene, piazza i suoi sondaggi che vengono pubblicati con grande profusione, anche per effetto di un di un accoppiamento con WinPool, di cui poi parleremo rispetto a ciò che ha prodotto questo sondaggio per Il Sole 24 Ore negli anni scorsi.

Ai tempi delle regionali 2020 la pubblicazione di questi sondaggi incrociò prese di posizione dure di questo giornale di fronte alle modalità con cui venivano presentati, visto che non c’erano elementi di citazione relativamente al campione rappresentativo e del modo in cui erano state acquisiti gli elementi. Alla luce di questi articoli, adesso almeno l’apparenza, il vestito è ricostruito.

Per le comunali di questo ottobre l’esordio però è stato pessimo

. A Napoli il sondaggio di Arcadia, società in cui è presente anche l’ex capo della comunicazione di Stefano Caldoro, è stato seguito un secondo dopo la una dichiarazione proprio dello stesso Caldoro, finalizzata ad indebolire la candidatura del giudice Catello Maresca. Candidato alla fascia tricolore napoletana che, non a caso, si piazzava dietro, ad anni luce di distanza, dal candidato del centrosinistra, Gaetano Manfredi, ex ministro dell’Università nel governo Conte II e anche ex rettore dell’Università degli studi di Napoli Federico II, uomo di grande valore e accademico, ma che certamente non è il massimo della vita come candidato empatico e carismatico.

A quella dichiarazione di Caldoro ne seguì un’altra dopo cinque minuti di Fulvio Martusciello di Forza Italia, finalizzata a dividere Fratelli d’Italia dall’altra compagine forte del centrodestra, la Lega, provando a trovare un accordo assieme e FdI e Lega sul nome di Rastrelli, in modo, magari, poi da determinare anche una condizione diretta sul candidato del cdx a Caserta.

Con queste premesse diciamo Giordano si presenta a Caserta e noi ne prendiamo, per carità, ma bisogna maneggiare con cura i numeri che rende noti. Visto che questo bravo imprenditore che fa bene il suo lavoro, ma aspettiamo che Giordano decida nella vita cosa voglia fare da grande: se vuole fare sondaggista o vuole fare l’imprenditore della comunicazione politica che, partita iva la mano, lavora per questo come per quel candidato.

Come si può ben comprendere, non è che siano molto molto compatibili tra di loro queste due attività.

Con poco meno di un terzo delle persone interessate che, ad oggi, hanno deciso di non voler andare a votare o che comunque non sanno ancora per chi votare, secondo il sondaggio presentato dall’Arcadia sarebbe Gianpiero Zinzi prima scelta dei casertani. L’ormai certo candidato del centrodestra, infatti, è al 35,7%, il rispetto al 30,9 di Carlo Marino, il 18,2 di Pio Del Gaudio, il 6,7% di Vincenzo Bove, il 4,5% di Raffaele Giovine e chiude Giacomo Pulcino con il 4%.

Numeri assolutamente non credibili su un piano logico. E’ vero che Carlo Marino la volta scorsa riportò un’8% in meno rispetto al voto della coalizione, visto che le sue liste raggiungessero il 53%, aggiudicandosi la maggioranza già al primo turno e lui rimase sotto la soglia del 50%. E’ vero che la candidatura di Gianpiero Zinzi non può essere nemmeno lontanamente paragonata a quella di Riccardo Ventre, per un fatto di freschezza anagrafica, rispetto alle partite politiche svolte negli ultimi sei anni, ma Marino al 30% significherebbe un 14/15% in meno rispetto alle liste. Una stranezza perché i movimenti vicini al candidato sindaco non si sono indeboliti. Se ci sono state defezioni importanti come quella di Mirella Corvino, che portò 800 voti di preferenza personali, va detto che Marino prende punti anche dalle altre parti, a partire da Nicola Garofalo, situazione legata all’assunzione del figlio di quest’ultimo però. Stesso discorso in linea di massima per Paolo Marzo, che, al di là delle disponibilità che dà a Zinzi, schiera al momento con Marino il fratello Massimiliano, eletto la volta scorsa con il centrodestra all’opposizione (parola grossa, si fa per dire). Aggiungiamoci anche Emilianna Credentino, confermando gli apporti di Emiliano Casale, che con 5 anni di gestione e – diciamocela tutta – anche con maneggi clientelari, è difficile ritenere indebolito.

Stesso discorso per i consiglieri comunali del PD che, pur non essendo empatici, pur non essendo dei fulmini di guerra, hanno gestito diverse cose, al pari del vicesindaco Franco De Michele. Per cui, non c’è nessun motivo serio, come vi dimostreremo nei prossimi giorni, ragionando sulle preferenze conquistate da cento e passa candidati nelle elezioni del giugno 2016, per ritenere che la coalizione di Marino, i cui candidati compattano il centrosinistra meglio del sindaco uscente, possa andare sotto al 42/43%. E se l’attuale sindaco andrà male potrà rimanere al massimo 6/7 punti percentuali sotto la coalizione, sancendo la sfiducia  strutturale che la città nutre nei suoi confronti, ma mai possiamo parlare del 30%.

Tra l’altro, questo sondaggio è scombiccherato perché non considera un candidato importante. Alle scorse elezioni il candidato Francesco Apperti riportò molti voti in più rispetto alle liste collegate. Oggi quell’area punto sul penalista Romolo Vignola, che non è stato (fatto piuttosto singolare) oggetto di sondaggio. Stesso discorso vale per Ciro Guerriero, in campo da molti mesi e totalmente dimenticato.

Per quanto riguarda il 35% dato a Zinzi, qui bisognerà vedere le liste realmente compilate che dovranno avere una potenzialità almeno del 30%, per pensare ad un Zinzi al 35.

Lascia il tempo che trova il 6% attribuito ad Enzo Bove, il doppio della volta scorsa senza che questo candidato abbia svolto nessuna funzione politica, né all’opposizione, dato che quando ha potuto si è “apparato” con Marino, vedi i lavori compiuti (?) al Pinto per le Universiadi. E quando non si è apparato, in cinque anni avrà mandato 3/4 comunicati stampa. Il 18% di Del Gaudio, poi, pur essendo dubbio, non è inverosimile. Significherebbe però un numero di voti nettamente maggiore di quelli raccolti nel 2011 dall’allora ex sindaco Gigi Falco che si candidò proprio in alternativa a Del Gaudio, raccogliendo circa 5 mila voti, circa il 12%. E’ sicuramente vero che Del Gaudio svolge un’attività molto intensa sui social e, soprattutto, questo vale per la stragrande parte dei cittadini casertani, che negli anni ha approfondito poco le vicende di questa città e che ne ignora la storia. Però anche in questo caso, a chi li andrebbe a togliere questi voti Del Gaudio se Zinzi è al 35%? Vabbè, inutile andare oltre. Vi segnaliamo, per chiudere il 4,5% dato a Raffaele Giovine, ancor più insignificante come dato con l’assenza di quello relativo a Vignola, suo competitor nella stessa area politica. Di tempo si parla della candidatura del medico massimalista di via Acquaviva Giacomo Pulcino e viene accreditato al 4%.