GUARDA I VIDEO. CAPUA. Ci risiamo, il figlio di Raffaele Modugno ha tenuto un’altra mega festa a pagamento: il Teatro Ricciardi diventa discoteca e la sovrintendenza…

27 Febbraio 2022 - 17:44

CAPUA (g.g.)– Invece di reagire, cosi come accaduto nei mesi scorsi,  attraverso puerili azioni social, che francamente, non ci fanno né caldo né freddo, l’attuale  gestore del Teatro Ricciardi  di Capua, Gianmaria Modugno, figlio del facoltosissimo imprenditore Raffaele Modugno, a sua volta erede, per lascito professionale di suo padre Vincenzo Modugno, della pregiata arte di riqualificatore, restauratore di beni  storico architettonici, vincolati dalle sovraintendenze e dunque dal governo nazionale,  dovrebbe dichiarare ufficialmente che la trasformazione dello storico teatro capuano in una discoteca , in un discopub è stata anticipata da un’autorizzazione in tal senso attribuita dalla sovrintendenza dei beni culturali, architettonici, ambientali e archeologici d Caserta e Benevento.

D’altronde, Raffaele  Modugno, papà di Gianmaria Modugno, è un grande esperto della materia. Da decenni intrattiene rapporti strettissimi con le burocrazie che operano all’interno degli uffici del Palazzo Reale di Caserta. Quindi, magari, è anche possibile che sia riuscito a compiere un miracolo convincendo questi ultimi che la trasformazione del Riccardi in una discoteca non sia in contrasto con le autorizzazioni  di agibilità, collegate al vincolo  e ad ottenere ciò che nessun altro bene vincolato d’Italia ha mai, forse, ottenuto e forse  potrà mai ottenere: l’ autorizzazione a gestire in forma privata e a scopo di lucro serate ad altissimo fragore di decibel.

L ‘ultima di queste, veniamo alla notizia di attualità, si è svolta ieri sera, sabato 26 febbraio così come dimostrano i pochi secondi dei video che pubblichiamo in calce a questo articolo. Per gli appassionati della materia, specifichiamo che, stando alla pubblicità fatta all’evento,  il teatro Ricciardi ha ospitato il “Carnival Show”.  A pensarci bene, dando all’evento questa definizione, questo nome, qualcuno potrebbe rimanerne ingannato, potrebbe, in considerazione delle antichissime tradizioni carnascialesche vantate  dalla città di Capua. Ma stando alle immagini che si vedono, ai suoni che si odono dal video, non ci sembra che quella di ieri sera sia  stato un evento incanalato nel solco dell’autorevolissima  storia e della parimenti luminosa tradizione del carnevale capuano. La musica per ballare sparata al massimo dei decibel, centinaia, forse addirittura un migliaio di giovani che ballano rappresentano, infatti, una scena che non contiene in se alcun discrimine legata al periodo in cui si è svolta. Ieri, infatti, era l’ultimo sabato prima del carnevale propriamente detto che cade martedì 1 marzo  quando per l’appunto “carne vale” , inizia la Quaresima e la tendenza del digiuno, per chi ovviamente è credente. Ma se questa scena si fosse verificata il 20 novembre o il 19 aprile , nessuno si sarebbe accorto di nulla e nessuno avrebbe colto in essa i caratteri distintivi di una ricorrenza. Insomma, si è trattato di una normale serata, di una normale nottata in discoteca. In verità, una delle due svoltesi a Capua ieri sera, visto che considerato che l’altra ha avuto come “teatro” la sala del Parco delle Fortificazioni. Una location, quella specifica di questa sala, sicuramente più adatta, non insistendo sulla stessa alcun vincolo della sovrintendenza.

Ribadiamo, a Gianmaria Modugno, che in una sorta di contrappasso dantesco, fa esattamente il contrario di ciò che gli ha consentito attraverso il lavoro del nonno e del padre, di raggiungere quell’agiatezza che oggi gli permette  di gestire il teatro Ricciardi e di farci anche un bel business sopra. Dunque, mentre il nonno ha riqualificato questo sito, come abbiamo raccontato nei mesi scorsi, con tanto di riapertura alla presenza,  incredibile ma vero, di Luigi Pirandello, mentre il padre Raffaele ha ristrutturato e riqualificato, decine, forse  centinaia di monumenti in tutta Italia restituendoli, alla memoria, alla storia, all’identità e all’assimilazione del bello, di un’ estetica materiale e  della ragione, lui, Gianmaria investe questi soldi per realizzare un attività beffardamente anticiclica rispetto a quella che ha connotato la vita di suo padre e di suo nonno.

Sono i casi strani della vita. Comunque, senza tirarla ulteriormente per le lunghe ribadiamo al rampollo di casa Modugno la normativa vigente in tema di tutela dei beni monumentali vincolati:

l’attività privata all’interno di un bene vincolato è limitata agli eventi che rientrano dentro al perimetro di quelle azioni compatibili con l’autorizzazione di agibilità.

Per cui, se ancora una volta ieri sera, così come dimostrano anche altre immagini fotografiche di cui siamo in possesso, sono state completamente rimosse le poltrone, gli altri suppellettili in modo da poter trasformare la platea dove sedette Luigi Pirandello in un’ unica, grande pista da ballo, sembra un po’ difficile che un’ attività del genere  a cui si è aggiunta l’ancor più grave  rimozione delle sedie e delle poltrone all’interno dei palchetti laterali ugualmente utilizzati per ballare, possa rientrare nel perimetro  dell’ autorizzazione di agibilità. Per non parlare, poi,  delle verifiche e delle perizie formali che ci piacerebbe sapere se la sovrintendenza abbia fatto o meno, in modo da capire se le vibrazioni, l’onda d’urto di quei decibel, per altro reiterata in più eventi possano determinare danni di tipo strutturale.

Già in passato, dando notizie e commentando queste feste abbiano chiesto che il sovrintendente  dei beni culturali, architettonici, ambientali e archeologici di Caserta, Mario Pagano, chiarisse la sua e della citata sovrintendenza  in merito a questo particolare utilizzo del monumento capuano. Un chiarimento vieppiù urgente considerati i rapporti  esistenti anche nel tempo presente tra l’ente che lui presiede e la famiglia Modugno.

Diversamente dai nostri auspici e dai nostri inviti a chiarire, nulla si è mosso. E sia detto con franchezza noi non ci stiamo a fare sempre la parte dei cattivi.

Ma non perchè questo ci ponga un problema di rapporti con la famiglia Modugno, che conosciamo solamente di fama, per reputazione e  con la quale abbiamo mai avuto e mai avremo possibilità di un intersezione di conoscenza materiale, ma semplicemente perchè è inquietante considerare la scena di questo CasertaCe che interviene duramente su vicende come questa appena raccontata  e, soprattutto, appena dimostrata con l’ennesimo video-verità, possa essere considerata come una sorta di attacco personale. Questa  mistificazione è stabilmente collocata nel rapporto tra noi e quello che dovrebbe essere lo Stato di Diritto, da attuare in questa provincia che al contrario attua dappertutto lo Stato, del (non) Diritto

Cavolo ma una legge su 100 la rispettate in maniera rigorosa, precisa, letterale,  rettilinea?

La sovrintendenza vi ha autorizzato a trasformare il Ricciardi in una discoteca? Se sì e se il sovrintendente Pagano che d’altronde a Capua viene spesso anche per il rapporto personale he ha con quel sant’ uomo di don Franco Duonnolo, parroco della splendida Basilica Benedettina di Sant’Angelo In Formis e simpaticissimo soprattutto quando siede a tavola, se, dunque, dicevamo Pagano continua a fare orecchie da mercante, allora sia Gianmaria Modugno a farci arrivare copia di questa autorizzazione, la quale gli darebbe la possibilità di fare quello che sta facendo nel teatro Ricciardi e che darebbe, parimenti, ad un qualsiasi cittadino la possibilità di esercitare il diritto a presentare, al cospetto del giudice naturale un interesse, individuale volto a tutelare la storia dell’ identità culturale di Capua.  Ciò, proprio in applicazione di quello Stato di Diritto, di cui scrivevamo prima per aprire, attraverso un ricorso,  presentato agli organi della giurisdizione amministrativa, leggi Tar e Consiglio di Stato, un ricorso per impugnazione di quell’ autorizzazione firmata dalla sovrintendenza ammesso e non concesso che questa esista.  Sulla questione Raffaele Modugno, al figlio Gianmaria dovrebbe dire che cosi non si fa così e che se il Ricciardi è tutelato dal governo nazionale, è accaduto perchè ciò  deve rappresentare un orgoglio per Capua, che deve rispettare il suo monumento, trovando, attraverso l’azione politico amministrativa dei suoi sindaci dei suoi assessori, dei suoi consiglieri comunali il modo per promuoverlo, per valorizzarlo, per metterlo a disposizione della civiltà capuana.