Il Casalese e la bella straniera. L’incendio truffa al tabacchi per avere 30 mila euro dall’assicurazione. Ecco come il 19enne esecutore ne parla con la mamma

13 Maggio 2024 - 16:55

CASAL DI PRINCIPE – E’ stata un’analisi dei degenti legati ad ustioni ricoverati negli ospedali della Campania il punto di partenza per l’indagine dei carabinieri di Benevento relativamente all’incendio dell’ottobre scorso avvenuto al tabacchi minimarket di San Martino Sannita e gestito dalla 34enne Luisa Natalia Ortiz, ragazza nata a Benevento, facente parte del gruppo definito di italiani di seconda generazione, essendo di genitore straniero, reclusa agli arresti domiciliari.

A finire in carcere è stato il compagno di lei, il 46enne di Casal di Principe, Nicola Caterino, con già alcuni precedenti, e un 19enne, Domenico Coppola, anch’egli di Casale, ritenuto l’esecutore dell’incendio che avrebbe poi fruttato, grazie al riscatto della polizza assicurativa che la Ortiz aveva sottoscritto nel febbraio 2023 con la società Allianz, una somma di circa 30 mila euro.

Per i carabinieri, il contatto tra Coppola e Ortiz è stato Caterino, compagno della donna, che sarebbe stato il “mandante”, secondo le indagini dei carabinieri.

Tornando a quella notte di settembre, Coppola ebbe gravi conseguenze da quell’incendio, venendo ricoverato prima al pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Aversa e poi trasferito al Cardarelli, a causa delle serie ustioni che aveva riportato.

I carabinieri hanno quindi deciso di mettere delle cimici nella stanza d’ospedale del 19enne, sperando che qualche parola uscisse da un conversazione con i familiari.

E questo avviene circa un mese dopo l’incendio, ovvero l’8 ottobre 2023. Parlando con la mamma, che aveva chiesto qualche informazione in più, aveva “torchiato” suo figlio sui motivi di quelle ferite, il 19enne ha confessato al genitore di “aver fatto il guaio”, facendo riferimento chiaramente all’incendio di un ristorante tabacchino a Benevento, a un’ora e mezza di macchina da Casale.

La signora, così emerge dall’ordinanza, riteneva l’incendio legato ad un tentativo di furto, ma il giovane spiega che era proprio l’azione di appiccare il rogo il vero obiettivo.

Tutto questo era avvenuto per una somma di “1000 euro”. A convincere ancor di più la procura sannita della colpevolezza di Coppola, anche la spiegazione del modo in cui aveva appiccato il fuoco, utilizzando uno strumento per il confezionamento delle torte.

Quei mille euro, avuti in anticipo, il ragazzo li avrebbe usati – sempre secondo quanto scrivono gli inquirenti – per acquistare un cellulare da 600 euro, con il restante diviso così: 200 euro per lui e 200 euro alla mamma.

Proprio alla donna infine chiedeva al figlio se doveva ricevere altri soldi, oltre ai mille euro, ma Coppola le fa capire di aver ricevuto già una somma congrua, anzi superiore ad una specie di prezzario per gli incendi citato dal ragazzo.