IL FOCUS. JAMBO. Per gli occhiali rossi, Salvatore Scarpa ci è simpaticissimo. Ma deve rispondere per cortesia a una domanda su una strana cosa che risulta dalla visura camerale

18 Febbraio 2020 - 17:52

TRENTOLA DUCENTA (gianluigi guarino)Non c’è alcuna intenzione retorica in quello che stiamo per affermare. Ci si creda o meno, noi non nutriamo infatti alcun sentimento di nessun genere nei confronti di Salvatore Scarpa, amministratore giudiziario della Cis Meridionale, cioè della società proprietaria del Jambo, che accoglie con contratti di fitto e/o comodato decine e decine di aziende commerciale dell’Agro aversano e altre al di fuori di questo ambito territoriale. Anzi, a dire il vero, quando abbiamo visto per la prima volta una foto dello Scarpa, questi ci è risultato anche simpatico per quella montatura rossa degli occhiali che, seppur con geometria diversa, ci ricorda quella famosa di Bettino Craxi. Si chiama Salvatore Scarpa; ma se si fosse chiamato Antonio Moretti o Genoveffa Antonacci sarebbe stata esattamente la stessa cosa. Perché l’unico obiettivo di questo giornale non risiede nel condurre battaglie ad personam, tra l’altro nei confronti di persone che non conosciamo e con cui non abbiamo mai parlato, né direttamente, né indirettamente. Leggiamo gli atti e siccome il dubbio alberga filosoficamente in noi, ci poniamo solo l’obiettivo di capire meglio, in modo da poterlo spiegare ai nostri lettori.

Fatta la premessa, dunque, innestiamo nella trattazione delle vicende attuali del Jambo un paio di argomenti, rispetto ai quali saremmo veramente lieti e gratificati da una risposta da parte di Cis Meridionale, proprio nella persona di Salvatore Scarpa, rappresentante del tribunale di Napoli e dunque della Repubblica Italiana, a capo di un bene

sequestrato per quanto riguarda il 100% delle quote e con una confisca già pronunciata in secondo grado, l’Appello, per quanto riguarda la quota del 49% di proprietà di Ortensio Falco, fratello di Alessandro, quest’ultimo titolare del 51% restante. Se e quando la Cassazione, chiudendo la partita iniziata con rito abbreviato per parte degli imputati, confermerà la condanna pronunciata dalla corte d’Appello, anche questo lembo di formalità cadrà e la confisca di questo 49% che, secondo i giudici d’Appello, era nelle mani di Michele Zagaria, passerà ufficialmente nelle mani dello Stato, che diventerà, sempre formalmente, titolare di una quota di minoranza rispetto a quella di Alessandro Falco, per il quale il cammino verso la confisca è più lungo, avendo scelto il rito ordinario, nel quale non è stata ancora decisa la sentenza di primo grado. E anche questo quadro andava riassunto perché altrimenti la gente non capisce di cosa parliamo.

L’esistenza di una sentenza di confisca pronunciata insieme alle pene detentive dal Gip del Tribunale di Napoli, ha provocato l’entrata in scena dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità organizzata. Ciò ha cambiato la struttura della linea di comando della Cis Meridionale. All’epoca del blitz e degli arresti datati dicembre del 2015, l’allora Gip del tribunale di Napoli, Federica Colucci, oggi giudice della III° sezione Civile dello stesso Tribunale e che quel ponderosissimo provvedimento scrisse, nominò all’atto del sequestro dell’intera azienda, quali amministratori giudiziari Luigi Palumbo e Silvia Podestà.

I due vennero in pratica posti sotto tutela nel momento in cui l’Anbsc entrò in scena. La norma prevede, infatti, un controllo dell’Agenzia, cioè del Governo, sull’attività degli amministratori sulla gestione ordinaria, poiché quella straordinaria resta in capo al giudice. L’Agenzia, rappresentata in Campania da Ernesto Allocca e Michele Apice, nominò per questa funzione il cosiddetto coadiutore. Ed è come coadiutore che Salvatore Scarpa fece la sua prima comparsa nel Jambo. In poche parole, diventò il tutor degli amministratori giudiziari Palumbo e Podestà. Una convivenza che non durò a lungo, perché il 22 dicembre 2017 (sintetizziamo un poco i passaggi ma se qualcuno lo vorrà renderemo ancora più analitico l’excursus storico) il coadiutore venne nominato amministratore giudiziario, al posto dei citati Palumbo e Podestà, cioè dei due che aveva controllato nell’anno precedente.

E veniamo al breve punto che suscita in noi qualche dubbio, probabilmente dettato dalla nostra ignoranza e che ci farebbe piacere se il dottor Scarpa volesse chiarire. Leggendo la visura, anzi la visurissima di più di 100 pagine della Cis Meridionale, Scarpa è definito “amministratore unico a tempo indeterminato” per una nomina avvenuta, effettivamente, il 22 dicembre 2017. Nessun riferimento viene fatto alla natura specifica della funzione esplicitata da Scarpa. A leggerla così, Cis Meridionale sembra un’azienda normale la cui proprietà, ad un certo punto, ha nominato amministratore un professionista tot.

Ci piace fare gli avvocati del diavolo nei confronti di noi stessi e delle nostre tesi e dunque partiamo attribuendo a Scarpa la piena ragione: in una visura camerale non c’è bisogno di stabilire la precisa natura di un organismo amministrativo, dato che l’unica cosa importante è indicare l’identità del legale o dei legali rappresentati. Attenzione, non sappiamo se questa è la norma, ma siccome Scarpa è un autorevole rappresentante dello Stato la cosa è naturale a prescindere. Vabbè, quindi non abbiamo capito un cazzo. E chiediamo scusa per aver anche solo dubitato di questa cosa. Ma prima di spegnere il computer ci punge l’estro dell’ignorante (dell’ignorante socratico, però) che, sapendo di non sapere, vuol sapere. In una qualsiasi visura, oltre a starci i nomi dei legali o del legale rappresentante, abita anche l’espressione anagrafica della proprietà della società. Andiamo dunque ad aprire questa sezione e leggiamo correttamente che il 51% delle quote di Cis Meridionale è nelle mani di Alessandro Falco, mentre il 49% è nelle mani del fratello Ortensio, visto e considerato che la confisca della sua quota, ritenuto che quest’ultimo sia stato solo un prestanome di Michele Zagaria, non è stata confiscata definitivamente, in quanto, con ogni probabilità, ci sarà un ricorso dei difensori in corte di Cassazione. Ma c’è un’altra cosa scritta nella, sempre nella sezione della proprietà:

Provvedimenti dell’autorità’ giudiziaria

IL TRIBUNALE DI NAPOLI, UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI. SEZ. XXIII,NELL’AMBITO DEL PROCEDIMENTO PENALE 43420/14 RGNR DDA NAPOLI, HA DISPOSTO IL SEQUESTRO PREVENTIVO DI TUTTE LE QUOTE E DELL’INTERO COMPLESSO AZIENDALE. AMMINISTRATORI GIUDIZIARI DEI BENI IN SEQUESTRO DOTT. LUIGI PALUMBO E AVV. SILVIA PODESTA’.

Ops, all’improvviso, avendo dato per scontato (ma scontato non era, tutt’altro) che le visure camerali non entrassero nel merito delle vicende giudiziarie, pensavamo che anche per la proprietà venisse cristallizzata la società tra i due fratelli Falco, in attesa del pronunciamento della corte di Cassazione, che poi, anche in sede di visura, avrebbe determinato la sostituzione del nome di Ortensio Falco con quello della Repubblica Italiana. E invece non è così. La nota aggiunta nella visura è evidente e marcata. E allora qui la nostra ignoranza diventa il tratto dominante del cattivo agire di questo giornale. Il nostro malanimo consiste nel voler chiedere, seppur con educazione e rispetto, per quale motivo la nomina di Salvatore Scarpa ad amministratore giudiziario della Cis Meridionale e dunque del Jambo, non è stata accompagnata dall’indicazione sul processo giudiziario che l’ha determinata, parimenti per ciò che è stato fatto per l’intera società Cis Meridionale, definita “sotto sequestro”.

Però, ripetiamo, noi siamo convinti che esista una spiegazione e che questa debba diventare chiara a tutti e chiarificatrice in maniera trasparente nella dinamica dei rapporti e delle relazioni di diritto privato, così come in quelle amministrativo e pubblico, perché va chiarito con nettezza che prima di essere un amministratore unico, Salvatore Scarpa è un amministratore giudiziario. E non si tratta di una vicenda di “lana caprina”. Perché un amministratore unico, che nasce da una procedura endo-aziendale. ha determinati poteri per quanto riguarda sia l’ordinaria, sia la straordinaria amministrazione. Al contrario, un amministratore giudiziario, la cui nomina è frutto di una procedura extra-aziendale, non ha gli stessi poteri, perché per la gestione straordinaria deve avere un rapporto di dipendenza con il giudice che l’ha nominato. Come è serio e giusto che sia.

Cosa c’entra tutto ciò con i faraonici progetti del dottor Scarpa per la creazione della mega multisala e per la sala giochi ? Al momento non precorriamo i tempi, perché riteniamo che Scarpa possa chiarirci e schiarirci le idee, rendendoci responsabili della nostra irresponsabile ignoranza. Però una risposta ci deve arrivare. L’abbiamo chiesta civilmente e meritiamo dunque una spiegazione precisa, a tono, cioè senza divagare, senza ciurlare nel manico e senza portare i discorsi nell’area fritta.

Attendiamo con fiducia.

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