IL FOCUS. ZONA ROSSA MARCIANISE. Numero per numero, incremento per incremento, vi dimostriamo che il disastro della città è frutto del modo sconsiderato con cui Velardi e i suoi hanno festeggiato la vittoria elettorale
25 Ottobre 2020 - 13:38
Come sempre non a chiacchiere, ma analizzando tutte le progressioni in termini assoluti e in termini percentuali dei comuni più grandi della provincia, prima nell’intervallo complessivo 8-24 ottobre poi solo in quello che va dall’11 al 18 ottobre. Un’evidenza INCONFUTABILE
MARCIANISE – (Gianluigi Guarino) Chiariamo subito un paio di cose veloci, che però, va riconosciuto, stavolta il sindaco Antonello Velardi non ha spiegato, allegandoci il solito carico di manipolazione concettuale. Dal post pubblicato ieri sera infatti, si capisce che la decisione di trasformare Marcianise, di qui a fine mese o anche oltre, in zona rossa, non è frutto di particolari sollecitazioni effettuate dal sindaco appena rieletto.
D’altronde, questa particolare procedura su cui poi andremo nelle prossime ore a specificare contorni, contenuti e regime limitativo dei movimenti intercomunali ed extracomunali, non coinvolge più di tanto le fasce tricolori locali, considerate probabilmente troppo coinvolte emotivamente.
Sono, invece, le asl ad attivarla, utilizzando dei parametri in cui l’elemento razional-oggettivo che può essere ad esempio quello della progressione aritmetica dei contagi, conta, ma non è affatto essenziale, perchè come chiarisce una circolare del Ministero della Salute di qualche mese fa, un fattore discriminante è quello relativo alla percezione
ZONA ROSSA SI’, ZONA ROSSA NO – In poche parole, può capitare che in un comune ci siano molti più casi rispetto a quelli registrati in un altro comune, ma nella prima situazione la zona rossa non viene applicata, mentre nella seconda situazione sì. E ciò accade perchè, fermo restando una curva della numerosità che si impenna comunque in maniera importante, si crea un elemento di specificità, di originalità nel paragone con aree territoriali, con altri comuni che accusano un tasso di contagio speculare, ma che non soffrono della stessa difficoltà che sfocia poi nell’impossibilità ad individuare le cosiddette “catene di contagio”, che poi sono quelle che permettono di collocare più individui possibili in quarantena, classificandoli “potenziali contagiati“, perchè venuti a contatto con “conclamati contagiati“.
Evidentemente, a Marcianise si è verificato un fatto del genere.
Se è vero che dal momento in cui il commissario prefettizio Lastella ha abbandonato il comune, si è immediatamente registrato un effettivo annullamento dell’attività di costante interazione con l’asl, soprattutto per quel che riguarda ciò che un comune può fare molto più di un’asl, nella identificazione e dunque nella segnalazione delle catene di contagio, è pur vero che, in numeri assoluti, ci sono anche altri comuni della provincia che non versano in buone acque.
Ed è proprio questa condizione che ci fa ritenere che Marcianise soffra oggi di un problema in più, cioè quello già menzionato relativo alla controllabilità delle catene di contagio.
SE MARCIANISE PIANGE, CASERTA E CO. NON RIDONO – Partiamo da Caserta capoluogo: dal giorno 8 ottobre fino a ieri, 24 ottobre ha visto crescere il numero dei suoi positivi, da 170 a 361, con 191 casi in più ed un incremento del 117%.
Aversa è passata da 201 casi dell’8 ottobre ai 382 registrati ieri con un aumento assoluto di 181 e un incremento percentuale del 90,04%.
A Maddaloni, si è passati da 58 casi dell’8 ottobre ai 168 di ieri, con un incremento del 110,3%. Ovviamente partendo da numeri molto bassi, questo aumento è molto meno allarmante, almeno per ora, del 117% di Caserta.
Ultimo comune che prendiamo in esame, prima di dedicarci ai numeri di Marcianise, è quello di Orta di Atella. Qui effettivamente siamo di fronte ad un aumento record essendo passati dai 72 casi dell’8 ottobre ai 246 di ieri, con un aumento di 174 casi e un incremento del 141,66%.
E veniamo a Marcianise. L’8 ottobre c’erano 139 positivi, ieri 311, con un aumento di 172 che rappresentano il 116% di incremento. Diciamo che chi va al di la del 100% sfonda l’indice 1 di incremento e dunque qui Marcianise segnerebbe un picco esattamente come Caserta, come Aversa, quest’ultima con una percentuale inferiore pari al 90% che però va rapportata ad una base di partenza numerica, già cospicua, che rende dunque ragguardevole la consistenza dei casi assoluti e ad una demografia complessa che sulla carta indica una popolazione ufficialmente residente di circa 60mila unità.
Maddaloni è partit, invece, da una base bassa e i suoi 40mila abitanti consentono ancora di lavorare di prevenzione e di profilassi, senza pensare a zone rosse, sui numeri maturati fino a ieri. Ad Orta di Atella, secondo noi, siamo al limite. Perchè se è vero che si tratta di un comune di 27mila 306 abitanti, questo incremento di ben 174 casi, verificatosi in poco più di due settimane, il problema lo pone su una eventuale creazione di zona rossa, a meno che non si sia trattato di uno o due focolai già definiti, già individuati e perfettamente isolati, ad Orta di Atella bisogna stare particolamente attenti perchè questo comune insiste all’interno di una conurbazione molto popolosa e ad altissima densità abitativa, che coinvolge anche centri molto grandi della provincia di Napoli, a partire da Frattamaggiore.
Lo scriviamo per la terza volta in questo articolo: la particolarità di Marcianise deve necessariamente risiedere nella impossibilità di perimetrare le linee di contagio, finite fuori controllo. Perchè se fossero solo i numeri, le progressioni a contare, anche in rapporto alla popolazione residente, difficile ritenere che la situazione di Caserta possa essere considerata dall’asl significativamente migliore di quella di Marcianise. Ugualmente per quel che riguarda Aversa e “ancor di più di ugualmente” per quanto concerne Orta di Atella.
MA SMINUZZANDO I NUMERI, A MARCIANISE SI SCOPRE CHE… – Ma a guardare bene, proprio bene, anche nelle cifre, nelle loro progressioni si coglie una particolarità tutta marcianisana. La maggior porzione, potremmo definirlo super picco, di questo incremento di 172 casi, registratosi nell’arco di sedici giorni, è avvenuto nell’intervallo tra l’11 e il 18 ottobre: si è passati dai 167 dell’11 ottobre a 255 del 18 ottobre, con un incremento di 88 casi, pari al 63,09%.
Dal 18 al 24 ottobre quando manca un solo giorno per parificare, anche in numeri assoluti, il dato del precedente intervallo, si sono registrati, da un estremo all’altro dell’intervallo, a Marcianise altri 56 casi, con un incremento del 22,8%.
Prendiamo Caserta. Dal giorno 11 al giorno 18 ottobre si passati da 181 casi a 264, dunque 83 in più: siamo a un passo dal 46%. Ad Aversa, in transito è avvenuto da, 214 casi dell’11 ottobre ai 308 del 18 ottobre, cioè 94, pari al 43%. Infine Maddaloni: il giorno 11 ottobre si contavano 66 casi, 114 il 18 ottobre, cioè 48 in più, pari al 72%, attenzione, su un numero di partenza molto basso con circa 40mila abitanti e dunque con una situazione di attenzione, di allarme, ma ancora controllabile, dato che in casi come questi, esiste, per una semplice regola aritmtica, una attitudine ad un incremento percentuale molto più alto rispetto ai comuni, alle entità che partono da una base numerica più alta.
Per capirci meglio, aumentare il 100% partendo da un caso, significa arrivare a due casi, mentre aumentare il 100%, partendo da 100 casi, significa arrivare a 200 casi.
Quindi, il 63,09% di Marcianise, inserendo nel computo anche la cifra demografica della città e il punto di partenza in numeri assoluti già più significativo di quello di Maddaloni, assume la conformazione speciale di un super picco e non di un semplice picco che poi si registra, in pratica, dappertutto.
Basta vedere che dal 18 al 24 ottobre si verifica, sempre per quel che riguarda Marcianise, un incremento del 22,8% che, con il dato di oggi, settimo giorno che andrà a parificare l’intervallo precedente, potrebbe arrivare al 30% ma non di più.
LE FESTE SCONSIDERATE POST ELETTORALI DI VELARDI & CO UGUALE SUPER PICCO – Vedete, cari lettori marcianisani, ci siamo voluti sottoporre ad uno sforzo ulteriore (anche se va detto che ormai con le statistiche epidemiologiche del covid, siamo al livello della Yale University) proprio per evitare che qualcuno potesse tacciarci di tendenziosità. Perchè se in quell’intervallo tra il giorno 11 ottobre e il giorno 18 ottobre, l’incremento dei casi di covid a Marcianise fosse stato alto, così come effettivamente è stato, ma, contestualmente, allo stesso tempo, quel 63,09% avesse avuto una corrispondenza con dati speculari di incremento registrati nei comuni più popolosi della provincia, non avremmo assolutamente scritto quello che stiamo per scrivere.
Tra Marcianise e Caserta c’è, invece, una sostanziosa differenza in termini percentuali, relativamente all’incremento dei casi covid dall’11 al 18 ottobre del 17,1%, dato che a Caserta è aumentato del 46% mentre a Marcianise viene toccata quota al 63,09%. Rispetto ad Aversa, questa differenza diventa, addirittura, del 20% che è esattamente la differenza tra il 63,09% di Marcianise e il 43% di Aversa.
Della particolare situazione di Maddaloni e di Orta, abbiamo già scritto. Siccome differenze di questa portata, non possono essere frutto di una casualità perchè gli intervalli di confidenza, come gli chiamano gli statistici, hanno senso se arrivano al 4, massimo 5%, allora bisogna capire cosa sia successo tra il giorno 11 e il giorno 18 ottobre a Marcianise.
IN ALTO I CALICI, SI BRINDA A SPUMANTE COVID – Perchè, dunque, altrove ci sono stati dei picchi e lì, invece, un super picco, un super focolaio? Calcolando quello che è ormai casisticamente il numero frutto della media del tempo di incubazione del virus, si può tranquillamente collegare l’intervallo tra l’11 e il 18 ottobre ad una assunzione del citato contagio avvenuto tra il 2/3 ottobre fino ai giorni che compongono la settimana tra l’11 e il 18.
Cosa è successo a Marcianise dal 5 ottobre in poi? Non lo diciamo noi, ma le centinaia e centinaia di fotografie pubblicate in rete e di cui CasertaCe ha selezionato solo una piccolissima parte. Centinaia e centinaia di persone in strada, a far festa (e fino a qui nulla da dire, legittimo anzi giusto) per la vittoria al ballottaggio ottenuta al fotofinish da Antonello Velardi, senza mascherine, tutti ad abbracciarsi, a partire dall’appena rieletto sindaco.
Vedete, ci siamo sciroppati mezza mattinata per inserire in questo articolo “”sto manicomio di numeri” e questo perchè, pur sapendo che il Velardi e i suoi non replicheranno, noi dobbiamo spernacchiare tutti quelli che commentano questi articoli in facebook, con insulti e contumelie chenoi, come abbiamo scritto in tantissime occasioni, accetteremmo senza alcun problema se fossero, però, frutto, se arrivassero quale conseguenza logica di una confutazione seria, espressa dopo aver compiuto almeno un decimo del lavoro che noi ci sobbarchiamo per giungere a certe conclusioni.
Tre righe per ascrivere alle feste incontrollate del post ballottaggio (sarebbe bastato che Velardi richiamasse all’ordine i suoi), 300 righe faticose per dimostrarlo, scritte di domenica mattina e dedicate interamente al duro lavoro di analisi dei dati. Il giornale che state leggendo dovrebbe riscuotere il rispetto di tutti, al di la di quella che può essere la condivisione o la non condivisione dei suoi articoli, perchè mentre gli altri sputano sentenze, noi la sentenza la esprimiamo pure, ma dopo esserci fatti un “culo a tarallo” per studiare.
Dovrebbero essere, dunque, prima di tutto i sostenitori di Velardi a riconoscere l’onestà intellettuale di questo giornale.
Giù il cappello, passa CasertaCe.
QUI SOTTO LA TABELLA DELL’ASL DI CASERTA PUBBLICATA IERI. CHI VOLESSE CONSULTARE IL CONFRONTO DEI NUMERI DA NOI INSERITO, CERCA IN CASERTACE E TROVA TUTTO, MA PROPRIO TUTTO