IL GRANDE IMBROGLIO. Il sindaco Esposito, la riunione con Paolo Romano in Regione e il ruolo del nipote del patron di Emini Costruzioni

7 Gennaio 2020 - 12:42

LUSCIANO(g.g.) Lo schema tipico di un certo tipo di giornalismo condurrebbe ad enfatizzare, immediatamente, l’irruzione nella vicenda del progetto truccato della rete fognaria del comune di Lusciano, di quello che è stato sicuramente un nome grosso della politica casertana. Ma leggendo bene nell’ordinanza che ovviamente vi mettiamo a disposizione in calce, nel suo stralcio specifico,    si capisce che la presenza di Paolo Romano, al tempo presidente del consiglio regionale, non attiva un meccanismo di sospetto. Da Romano ci va Nicola Esposito, sindaco di Lusciano, tramite Raffaele Iuliano, nipote del noto imprenditore, pure lui luscianese, cioè il titolare della Emini Costruzioni, che chi conosce la storia degli affari politico camorristici del territorio in questione, conosce bene nella sua identità.

Paolo Romano, aggiungiamo noi, riceve Nicola Esposito, accompagnato nell’occasione dal suo assessore Nicola Grimaldi, e di una quarta persona di cui non ricorda l’identità, deve candidarsi alle elezioni europee che si svolgeranno di lì a qualche mese, nella tarda primavera del 2014. E’ chiaro che l’allora presidente del consiglio regionale cerchi riferimenti territoriali che gli possano far aumentare il bottino del proprio consenso. Nicola Esposito, gran nemico di un altro sindaco di Lusciano, Isidoro Verolla, sa che quest’ultimo è pure legato a Paolo Romano. Per questo motivo chiede di creare una corsia relazionale totalmente autonoma, incrociando il consenso del presidente del consiglio regionale, il quale, proprio in quel periodo, dopo lo strappo di Angelino Alfano con Berlusconi, prima della nascita del governo Renzi, stava costruendo in Campania, un nuovo partito, cioè il NCD.

A quel tavolo si parla del progetto della rete fognaria di Lusciano, da finanziare con i fondi europei oggetto di quella soluzione politico amministrativa rappresentata al tempo, dalla cosiddetta accelerazione della spesa. Ad agosto del 2013 erano stati bloccati i termini in modo da consentire ai comuni di preparare tutte le documentazioni occorrenti. A novembre si riparte e Paolo Romano mette a disposizione di Nicola Esposito e del comune di Lusciano, un tal Salvatore della sua segreteria particolare.

Questo potrebbe essere il punto delicato, ma leggendo bene l’ordinanza si capisce solo che il Salvatore, in nome e per conto di Paolo Romano, chiarisce al sindaco Nicola Esposito, all’assessore Grimaldi e anche a Raffaele Iuliano, tutte le procedure per accedere al finanziamento e tutte le criticità da evitare per far sì che questo non si vanifichi. Stando a quello che racconta Iuliano, non c’è un momento in cui Salvatore, cioè il componente della segreteria di Paolo Romano suggerisce di fare qualcosa di illegale.

Le legalità vengono costruite in un contesto fisico diverso, cioè nel comune di Lusciano. Rispetto a ciò la testimonianza di Raffaele Iuliano è preziosissima perchè ci fa capire l’origine, la genesi di tutta questa storia. Iuliano e il telesino Onofrio si conoscevano sin dal 2002 cioè da quando l’ingegnere progettista aveva presentato la documentazione per la rete fognaria e aveva dovuto incrociare le necessità e l’esigenza di coordinare gli interventi, prospettatagli da Raffaele Iuliano, che proprio in quel periodo aveva progettato un parco residenziale, la cui rete fognaria privata doveva connettersi al collettore.

L’irruzione sulla scena dell’accelerazione della spesa fa alzare l’antenna a tecnici come Onofrio e Iuliano. L’idea viene a loro ed è Iuliano che la prospetta al sindaco Nicola Esposito. Le riunioni successive all’incontro con Paolo Romano, sono una sorta di reato continuo. Onofrio e Iuliano si rendono ben conto che il collettore fognario del 2002 in calcestruzzo non era più applicabile nel 2014, con l’avvento delle strutture in plastica. Ciò avrebbe reso assolutamente necessaria una variazione del progetto. Ma ciò necessitava di tempi assolutamente incompatibili con quelli stringenti, fissati dalla Regione che avrebbe finanziato solo i progetti collaudati entro il 31 dicembre 2015. Da qui la necessità di far partire il grande imbroglio: lavori diversi da quelli presenti nel progetto, con l’impegno orale assunto attorno a quel tavolo del malaffare dai vari attori della vicenda, Iuliano, Onofrio, ma soprattutto dal sindaco Nicola Esposito, dall’assessore Nicola Grimaldi e dalla dirigente dell’ufficio tecnico Anastasia Russo, di rinviare le varianti a un momento successivo del finanziamento.

Come se si trattasse di un fatto normale e non di un mastodontico falso in atto pubblico. Si discute anche della divisione in lotti, funzionale a ridurre i tempi del cantiere. Ma di questo e di altro ancora potrete leggere nello stralcio in calcio.

 

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA