Il “signor Parmalat” devoto della famiglia Capaldo-Zagaria. Quel grosso imprenditore che voleva investire da BELLOPEDE

26 Febbraio 2020 - 13:45

MARCIANISE (g.g.) Non potendo accedere, per ovvi motivi, ad un colloquio con Adolfo Greco, l’imprenditore di Castellammare di Stabia, autentico dominus, per anni e anni, della distribuzione del latte Berna targato Parmalat, dobbiamo accontentarci di quello che apprendiamo dalla lettura attenta dell’ultima ordinanza che lo riguarda. Questo era un uomo che su Caserta e dintorni bazzicava non poco. Uomo di relazioni anche con significativi esponenti del mondo delle professioni. Ma la sua passione, evidentemente, era rappresentata dalla camorra. Ci servirebbe una sua consulenza, al riguardo, per entrare nei segreti e nelle cose più riservate riguardanti la famiglia Capaldo, in pratica la famiglia più cara a Michele Zagaria e su cui l’ex primula rossa del clan dei casalesi aveva puntato per la sua successione, individuando in Filippo Capaldo, suo nipote in quanto figlio di Beatrice Zagaria e di Raffaele Capaldo.

Ma siccome è temporaneamente impossibilitato in quanto recluso in carcere, ci portiamo un pò avanti con il lavoro, con le preziose nozioni che apprendiamo da una lunga conversazione ambientale tra il Greco e Nicola Capaldo, fratello di Filippo e stabile trait-d’union tra quest’ultimo e il citato Adolfo Greco. Leggerete frasi che denotano una grandissima confidenza, addirittura un rapporto di amicizia tra i due. Greco chiede di tutto: della famiglia, dei nipoti, della moglie di Filippo la quale ha subito un incidente domestico e ha dovuto ricorrere alle cure maxillo facciali dell’ospedale civile di Caserta. Insomma, un intimissimo.

Si ha la sensazione che Greco non sia l’imprenditore che scende solamente a compromesso per continuare a svolgere la sua attività e per continuare a fare molti soldi. Analizzando il testo dell’intercettazione, si nota una sorta di orizzontalità. Nel senso che in Greco esiste una volontà di creare una collaborazione imprenditoriale stabile con i Capaldo. E quasi diventa più realista del re nel momento in cui chiede a Nicola di riportare a Filippo Capaldo l’istanza di “autorizzazione” affinchè un grosso imprenditore di Agerola, Giuseppe Imperati, amico di Greco e fortemente inserito nel settore del commercio del latte e della cagliata, fondamentali antefatti della mozzarella di bufala, possa insediare la sua attività dentro al perimetro occupato dal caseificio Bellopede, cioè degli imprenditori di Marcianise, travolti, pure loro, da inchieste giudiziarie che hanno in pratica determinato la chiusura della storica attività casearia.

Ma siccome questa conversazione è del gennaio 2014, e al tempo Bellopede era ancora aperto, Greco, partendo dal presupposto che quella è un’area in cui i Capaldo distribuiscono i loro prodotti, ritiene necessario, forse anche al di la delle effettive necessità, ricevere un loro placet rispetto al quale garantisce sulla piena disponibilità dell’imprenditore di Agerola a mettersi a disposizione per tutte le necessità della famiglia Capaldo e dunque del clan dei casalesi.

Poi la discussione si trasferisce su altri argomenti, forse addirittura più interessanti di questo e su cui andremo a posare la nostra lente di ingrandimento nella prossima puntata di questo nostro lungo focus di approfondimento.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA