Il sindaco, l’assessore e il macellaio. Costruito il mega imbroglio di LUSCIANO, Nicola Esposito voleva gettare la colpa e denunciare la dirigente Russo, sempre ligia ai suoi ordini

27 Dicembre 2019 - 12:02

LUSCIANO(g.g.) Una cosa risulta sicura nell’inchiesta giudiziaria che coinvolge gli amministratori comunali più in vista di Lusciano. Altro di sicuro non c’è, perchè una richiesta di arresto non firmata da un gip, una raffica di avvisi di garanzia possono significare tutto o niente. Mentre il rapporto con un ottimo macellaio, un rapporto di amicizia tale da confidare al medesimo segreti importanti del palazzo comunale, ha garantito al sindaco Nicola Esposito e all’assessore ai lavori pubblici Nicola Grimaldi, carne di prima scelta.

In ogni stagione, in ogni circostanza. Perchè uno come Benito Mottola, premiato macellaio di Lusciano, se è tanto amico di Grimaldi e di Esposito, al punto da accogliere lo sfogo confidenzialissimo del primo, non potrà non scegliere per i suoi pupilli le migliori parti del suo macellaio.

Al di la di questo, le intercettazioni tra l’assessore e il commerciante, rappresentano la struttura fondamentale dell’accusa sui fatti di Lusciano, sulla mastodontica falsificazione truffaldina dei documenti, allo scopo di ottenere il maxi finanziamento regionale da 13 milioni di euro per la rete fognaria.

Stavolta non c’è bisogno di tante “traduzioni” da parte nostra. Le quattro telefonate sono chiare, al punto da rendere ancor più chiaro il commento del gip del tribunale di Aversa-Napoli nord. Il sindaco Nicola Esposito ha capito che la situazione si è fatta pericolosa. E stando a quanto racconta Grimaldi al macellaio Benito Mottola, ha intenzione, consigliato dall’avvocato Lamberti,

che dovrebbe essere l’amministrativista di Aversa, anche se non c’è una certezza matematica, intende denunciare la dirigente dell’ufficio tecnico, nonchè rup del progetto, Anastasia Russo.

Va stron battuto, Esposito. Convoca Grimaldi al comune e, in una giunta veloce, la delibera dovrà essere approvata.

All’assessore, tutto ciò sembra un grande atto di viltà. Anastasia Russo si era mostrata perplessa all’inizio, ma le pressioni del sindaco e anche di Grimaldi, l’avevano convinta a ratificare quell’autentica officina del falso finalizata ad ottenere i soldi per le fogne. “Era l’unico modo – dice Grimaldi – ma lei, che avrà anche compiuto qualche errore, ha redatto la maggior parte dei suoi atti su indicazione precisa del sindaco e dell’amministrazione. Per cui adesso a lasciarla in balia delle onde, non mi sembra serio e giusto.

Il resto lo leggete nelle quattro intercettazioni e nella valutazione del giudice, estratti dall’ordinanza e da noi pubblicati in calce.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA