Il sindaco Tamburrino, agli arresti e considerato corrotto dal Pm, non si dimette. Ma Villa Literno si diverte con 100mila euro per il Carnevale ottenuti sull’asse Graziano-De Luca

16 Febbraio 2020 - 19:18

VILLA LITERNO – Un sindaco agli arresti domiciliari da due mesi e un Comune in dissesto finanziario, ma a Villa Literno ci si comporta come se non fosse successo niente.
Per la prima volta nella storia un pronunciamento negativo del tribunale del Riesame, il quale ha deciso che Nicola Tamburrino sta bene dove sta, cioè ai domiciliari, non è stato seguito da una normale rinuncia da parte dello stesso sindaco né da parte dei consiglieri della sua maggioranza, a continuare l’esercizio di un’amministrazione comunale che incredibilmente resta in carica.
Perché le accuse a Nicola Tamburrino non riguardano fatti estranei alla sua funzione di sindaco, ma si riferiscono all’attività da lui svolta a capo dell’amministrazione.
Il non prendere atto, al di là della valutazione sulla propria non colpevolezza, che Tamburrino ha tutto il diritto di rivendicare, che così facendo si danneggia l’istituzione, significa e a noi conferma il dato che Tamburrino, i suoi assessori e i suoi consiglieri di maggioranza non sanno neppure cosa sia un’istituzione democratica.
La sfida aperta anche alla magistratura, in un caso veramente unico nel suo genere, che la dice lunga sul connotato morale e istituzionale di quello che ancora oggi è il sindaco di Villa Literno e di colui che ancora oggi è il componente messo lì da colui che, non a caso, è il suo fratello siamese, cioè Stefano Graziano, nel comi tato direttivo del Consorzio Intercomunale delle aree industriali di Caserta, presieduto, sempre per volontà del consigliere regionale del Pd, da Raffaela Pignetti.
Accadde tutto in quei due mesi della primavera 2016.
La dichiarazione di dissesto avvenne il 25 maggio. Il sindaco la fece votare al consiglio senza alcun problema con la consapevolezza che il fallimento dei conti del Comune rappresentasse un fatto irrilevante per i residenti (non per caso non li chiamiamo cittadini) di Villa Literno.
Fece il dissesto e contemporaneamente fu premiato con la vittoria elettorale.
Tanto questa si conseguiva mettendo dalla propria parte imprenditori facoltosi: Nicchiniello padre e figlio nell’arcinota vicenda del centro polifunzionale; Vincenzo Sagliocchi di Eco Globo, i quali, come dimostra lo stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo stasera, fu pagato, quale fornitore del Comune, quale titolare della raccolta dei rifiuti, nel giugno di quell’anno, dunque dopo la dichiarazione di dissesto, come se questo non ci fosse.
Leggetevi questi passi e guardate anche la tabella dei mandati. Capirete anche perché, in questi giorni, con un sindaco agli arresti e con un Comune totalmente delegittimato, Villa Literno, neanche si trattasse dell’unico Carnevale degno di ricevere pubblico sostegno finanziario, si diverte con i 100mila euro ricevuti grazie a questa meravigliosa filiera politico-istituzionale, che parte da Nicola Tamburrino e arriva al governatore Vincenzo De Luca, passando naturalmente per il solito Graziano.