Incendio ed estorsione nell’azienda di MARCIANISE: “Bruciamo tutto e ti uccidiamo le bufale”. DUE FERMATI. I NOMI

7 Ottobre 2019 - 17:30

MARCIANISE (red.cro.) – Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla p.g., emessa il 3 ottobre 2019, dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il provvedimento ha attinto il trentaseienne di San Tammaro De Gennaro Salvatore e il cinquantanovenne di Aversa Schiavone Alfonso, entrambi recidivi, poiché ritenuti gravemente indiziati di concorso in tentata estorsione aggravata, commessa in Marcianise tra i mesi di luglio e settembre 2018. La misura cautelare eseguita rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine, sviluppata dalla Squadra Mobile di Caserta e coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha visto la sua genesi nell’incendio divampato nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2018 presso i capannoni dell’azienda Pro.Lab. di Marcianise dove rimasero coinvolti centinaia di rotoloni di fieno e paglia, silos in vetroresina contenenti mangime per il bestiame e alcuni mezzi. Le conseguenti attività investigative, che hanno preso avvio a seguito del sopralluogo sul posto eseguito dal Pubblico Ministero di turno, corroborate dalle dichiarazioni del conduttore pro tempore del sito e di altre persone informate sui fatti, hanno permesso di indirizzare immediatamente le indagini nei confronti dello Schiavone e del De Gennaro. Questi, infatti, unitamente a una terza persona, già alcune settimane prima dell’incendio avevano manifestato la ferma volontà di prendere in gestione l’azienda in quanto creditori dei titolari per alcune somme di denaro; a tal fine, non avevano omesso di formulare aperte minacce allorquando gli era stato comunicato il dissenso dei proprietari e, di conseguenza, la cessione in locazione dell’azienda ad altra persona. Anche il conduttore scelto che, nel frattempo, aveva portato sul posto i propri animali e aveva cominciato a gestire il sito, era stato minacciato dallo Schiavone e dal De Gennaro alcune settimane prima dell’incendio. “Devi

togliere le tue cose dall’azienda perché altrimenti bruciamo tutto e ti ammazziamo anche le bufale!! E non credere che abbiamo paura di farlo!!” gli avevano detto.

 

La successiva attività di indagine, supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali, ha permesso di confermare le gravissime responsabilità penali rilevate a carico degli indagati aggiungendo ulteriori elementi al quadro indiziario. Secondo la Procura pur di raggiungere il loro obiettivo Schiavone e Di Gennaro, nelle settimane successive all’incendio, avevano avvicinato anche un cugino del conduttore della Pro.Lab. colpevole, a loro avviso, di essersi offerto di supportare il congiunto fornendogli il fieno necessario ad alimentare gli animali, in luogo di quello andato bruciato. Nell’occasione altresì gli avevano suggerito di “tenersi lontano dall’azienda perché non ci avrebbero messo nulla a bruciare pure lui”. Il compendio indiziario raccolto ha permesso a questa Procura di formulare richiesta di applicazione della misura dell’obbligo di firma.