Insomma, ‘sto Francesco Tiberio La Torre voleva sparare a tutti: ecco il progetto di agguato fatto insieme a Salvatore De Crescenzo
19 Maggio 2018 - 16:33
MONDRAGONE – Se non fosse per il fatto che si tratta di un probabile, presunto camorrista, avremmo potuto ribaltare su di lui la famosa frase che un mafioso americano pronuncia in un film altrettanto famoso su un poliziotto molto spavaldo: “Chiacchiere e distintivo.”
Beh, Francesco Tiberio La Torre, figlio di Augusto La Torre, nelle molte intercettazioni catturate dall’autorità giudiziaria inquirente, di parole ne pronuncia tante, la maggior parte di queste esprimono propositi bellicosi, nei giorni scorsi ci siamo occupati della sua intenzione, spavaldamente espressa, di sparare a un gruppo, non meglio precisato di persone di Sessa Aurunca, con le quali era entrato, diciamo così, in polemica dalle parti del lido Paradiso di Baia Domizia.
Oggi, in una serrata conversazione con un’altra vecchia conoscenza della camorra mondragonese, cioè Salvatore De Crescenzo, il rampollo del capo, introduce di nuovo un discorso su armi da utilizzare, una calibro 7 per lui, una Glock, di cui De Crescenzo dice di avere la disponibilità, in modo da sparare a qualcuno.
Il giudice ritiene che questo qualcuno faccia parte di quello che lui dfinisce “il gruppo egemone”, a fine anno 2015, perchè la conversazione intercettata si è sviluppata proprio in quel periodo.
Poi come è successo con “quelli di Sessa” non ci risulta che si siano registrati agguati dei quali fortunatamente sono rimaste solamente le parole di Francesco Tiberio La Torre, il quale camminava anche armato con una pistola ad uso scenico, che però lui diceva, a proposito di parole spavalde, di aver modificato in maniera tale da renderla funzionante per colpire realmente dei bersagli umani.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA CONTENENTE LE INTERCETTAZIONI