LA DOMENICA DI DON GALEONE. Dalla religione esteriore alla spiritualità interiore. Così Gesù realizza “il sacro”

11 Marzo 2023 - 15:14

12 marzo 2023 ✶ III Domenica di Quaresima (A)

Donna, dammi da bere! (Gv 4,7)

L’evangelista Giovanni non riferisce mai i fatti della vita di Gesù nella loro materialità, ma li rilegge sempre per comporre pagine dense di teologia. Perciò non è mai agevole stabilire cosa sia realmente accaduto. Il caso della samaritana è esemplare: il simbolismo che accompagna tutto il racconto appare tanto evidente, che qualcuno ha addirittura posto in dubbio la storicità dell’evento, e ha pensato che si tratti di una finzione letteraria. Personalmente ritengo che sia storico l’incontro di Gesù con la donna di Samaria, ma il fatto è stato poi rielaborato per trasmettere a noi un messaggio teologico.

Il ricco episodio della samaritana è un saggio di educazione alla fede, e si può dividere in tre grandi sequenze: dopo l’introduzione (vv. 1-6), a) il colloquio di Gesù con la samaritana (vv. 7-26), b) il colloquio di Gesù con i discepoli, mentre la samaritana si allontana (vv. 27-38), c) il coro finale dei samaritani che esprimono la loro fede in Gesù (vv. 39-42). Si tratta, evidentemente, di una catechesi battesimale: Gesù si rivela progressivamente come colui che è più grande di Giacobbe, come colui che dona l’acqua viva, come un profeta che rivela i segreti, come il messia inviato dal Padre, e infine come il Salvatore del mondo. Ed ora alcune sue sottolineature:

✻ La prima cosa che spicca in questo racconto è il rispetto, la simpatia e l’accoglienza umana di Gesù nei confronti di qualsiasi persona. Gesù s’incontra con una donna straniera, che è anche disprezzata tre volte: dagli uomini in quanto donna, dai giudei in quanto samaritana, dalle altre donne in quanto prostituta. Ebbene, a questa donna così disprezzata, Gesù rivela verità nascoste ai sapienti!

✻ Secondo insegnamento: dove si deve adorare Dio? Quale religione è quella vera? Le religioni di tutti i tempi si sono preoccupate di rispondere a queste domande. Gesù ha detto che la vera religione, il vero tempio, il centro di tutto non stanno né in questo luogo né in un altro, né in questa religione né in quella, ma “nel cuore dell’uomo”, nell’incontro con l’altro. Gesù ha realizzato il passaggio: dalla religione esteriore alla spiritualità interiore. E qui, in questo sta “il sacro”. La cosa più sacra è la vita retta e la bontà.

✻ Era verso mezzogiorno … E’ bellissima questa pagina di Vangelo, dove niente è programmato, ma tutto viene descritto con semplicità: il pozzo, la calura nella sua ora più torrida, Gesù stanco e solo presso il pozzo, i discepoli in paese a comperare pane, una donna chiacchierata che viene ad attingere acqua… Ma quanti messaggi rivoluzionari vi sono contenuti! Certo, occorre conoscere un po’ la storia e i costumi degli ebrei di allora. Gesù, ad esempio, rivolge la parola a una donna, cosa che stupisce persino lei, oltre che gli apostoli: un rabbino, fuori casa, non poteva parlare neppure alla propria moglie; inoltre, si tratta di una donna samaritana, cioè di un’altra razza ed eretica, e, cosa più grave, è una donna dalla vita leggera. Ebbene, Gesù lo sa, e glielo dice anche, ma senza offenderla, anzi, diventano amici, che dico, lei diventa una missionaria!

✻ Dammi da bere … Gesù si ferma al pozzo perché ha sete; la donna non va al pozzo perché ha un appuntamento, ma solo per prendere acqua. Ci troviamo di fronte a due assetati! Suscita meraviglia solo l’ora: è insolito andare al pozzo in Palestina a mezzogiorno, quando il sole spacca anche le pietre. Ma un motivo forse c’è: è una donna che esercita il mestiere più antico del mondo, ha già avuto cinque mariti, e perciò vuole evitare le frecciate di altre donne.

✻ Poi, l’incontro con Gesù. Quando s’incontra davvero Dio, la vita cambia; la nostra esistenza con i suoi compromessi, le sue tortuosità sentimentali, il suo grigiore o la sua disperazione! Davvero da ogni sepolcro si può uscire, da ogni tomba si può risorgere! Davvero ogni Maddalena può diventare santa Maddalena! Davvero tutte le ore sono buone per ricevere la salvezza, anche nella calura del mezzogiorno!

Avere fede è guardare “oltre, in alto e in avanti”. La samaritana ricorda a Gesù il passato: non ci sono buone relazioni tra giudei e samaritani; gli stessi apostoli sono mentalmente legati al passato, quando si meravigliano che Gesù parla a una donna; insegnare la Legge a una donna era cosa indecente, come dare le perle ai cani. Quando Gesù dice che non si adorerà Dio “nel tempio di Gerusalemme” né sul sacro monte Garizim, dice qualcosa che appartiene più al futuro che al passato. Di chiese ne abbiamo costruite tante, e una contro l’altra! Avere fede è andare verso il futuro di Dio, un “futuro assoluto”, che circoscrive e attraversa tutti i nostri “futuri relativi”. Noi amiamo per istinto la casa stabile e non la mobile tenda. Abbiamo sofferto tante delusioni e illusioni; ogni anno facciamo i conti tra ciò che abbiamo sperato e ciò che abbiamo realizzato, e il conto non torna mai, e allora siamo tentati di rinunciare a sperare. Ma se siamo fedeli alla parola di Dio, dobbiamo invece sperare. Chi è contento del presente, corre il rischio di abitare in Egitto, in mezzo alle catene dei faraoni, sotto il peso della nostalgia.

La speranza si deve misurare non con Abramo o con Mosè, ma con l’uomo. L’orizzonte di Dio è quello di Adamo, di ogni Adamo. Questo atteggiamento ci restituisce all’amicizia con il genere umano, secondo la bella frase di un Padre della Chiesa: “I cristiani sono gli amici del genere umano”. Liberata dalle angustie delle teologie, la fede ritrova le dimensioni dell’Alleanza, della solidarietà, della simpatia. Non abbandoniamo la nostra certezza che Gesù è la salvezza, solo che non diamo a questa salvezza le nostre dimensioni giuridiche, le nostre definizioni canoniche. Abbiamo costruito troppe religioni, teologie, liturgie, leggi, teorie … che dividono e offendono la paternità universale di Dio. Questo significa che dobbiamo, noi occidentali, percorrere un itinerario di penitenza storica. BUONA VITA!