LA FOTO. Il governatore De Luca seguito a un passo nella sua visita a MONDRAGONE da un super pregiudicato di camorra (fratello di un boss) abbracciato al fratello dell’assessora Tramonti

14 Settembre 2023 - 19:02

Il presidente è “no limits” quando lo invita Zannini. Dopo aver formulato le dovute premesse, non si può non esprimere una valutazione politica su questo connubio, su questo patto di sangue fondato solo ed esclusivamente sul pallottoliere dei voti, prescindendo da ogni valutazione su come arrivino parte di questi e su ogni forma di prudenza, visto che De Luca a Mondragone, come si suol dire, ci sta “di casa e di bottega”

MONDRAGONE (gianluigi guarino) – Dobbiamo premettere immediatamente, muovendoci noi da posizioni liberali, che noi non possiamo escludere categoricamente che il signor Pasquale Razzino, 64 anni, noto con il nome di Scarola, abbia iniziato un percorso di resipiscenza e di ripensamento dei suoi errori.

Né ci sogniamo di affermare, neppure lontanamente, che lui non avesse il diritto di partecipare ad un evento politico di carattere pubblico come quello svoltosi a Mondragone un paio di giorni fa alla presenza del governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Detto questo, però, la resipiscenza e il ripensamento di Pasquale Razzino, fratello di uno dei dioscuri di Augusto La Torre, cioè di quell’Ernesto Razzino, condannato – se non ricordiamo male – a trent’anni di carcere, rappresentano delle cose che andranno verificate per validazione nel corso del tempo.

Si può, infatti, essere liberali fin che si vuole, ma uno non perché è liberale mette il cervello nel congelatore. Gli anni degli errori di Razzino detto Scarola pesano sul suo certificato del casellario giudiziale, mentre il ripensamento, ammesso e non concesso sia avvenuto o stia avvenendo, è qualcosa che appartiene al presente.

Già nel 2007, infatti, il nostro era già segnalato alle patrie galere e del suo ingresso in queste veniva dato conto specificano anche precedenti penali per associazione mafiosa, estorsione, spaccio di sostanze stupefacenti, rapina aggravata già esistenti, dunque relativi agli anni precedenti al 2007 e per i quali si era già “guadagnato” un provvedimento di sorveglianza speciale.

Razzino lo arrestano non a seguito di ordinanza, ma per un provvedimento firmato dal Procuratore generale presso la corte di Appello, evidentemente per una condanna passata in giudicato di origine napoletana, quindi, una pena comminata per reati di camorra.

Nel 2020 sempre Pasquale Razzino veniva ancora una volta condannato in via definitiva per i reati di estorsione aggravata anche dall’allora articolo 7, oggi inserito nell’articolo 416 bis comma I del codice penale.

Ci segnalano che lo Scarola è da poco uscito dal carcere. Non siamo riusciti a trovare gli anni di reclusione comminati definitivamente dai giudici supremi, ma riteniamo siano stati più di tre. Per cui, se è già uscito è perché è stato computato anche il periodo di reclusione presumibilmente legato ad una fase di custodia cautelare, cioè diversa dalla fase dell’esecuzione della pena.

Con questi precedenti riteniamo che sia inevitabile che Pasquale Razzino, detto Scarola, dopo la scarcerazione sia stato di nuovo sottoposto al regime della sorveglianza speciale. Ma se ci siamo sbagliati rispetto a ciò, siamo totalmente disponibile ad un’eventuale smentita.

Ognuno è libero di fare quello che gli pare, senza (ovviamente) violare la legge. E la legge, appresso a De Luca, non l’ha violata né Pasquale Razzino Scarola, né il fratello dell’assessora Rosaria Tramonti e quindi cognato del marito di lei, Alfredo Campoli, super fedelissimi del consigliere regionale Giovanni Zannini, organizzatore della visita di De Luca.

Beh, tutti liberi, tutto regolare. Diversa, invece, è la valutazione politica.

Questa grande empatia della famiglia Tramonti, legata a triplo filo al consigliere Zannini, rispetto a Scarola Razzino, non fa fare una gran bella figura a De Luca, ma lui, quando pensa a Zannini (nonostante un bagaglio culturale maggiore, molto simile per sensibilità e attitudini al suo consigliere regionale), ragiona solo ed esclusivamente sui voti, senza pensare al modo con cui questi voti vengono fatti, altrimenti starebbe molto più attento nello spendere tutto il tempo che spende per raggiungere, così come fa frequentemente, la città di Mondragone.