La morte orribile di Elio Russo. Una vita specchiata, una famiglia ricostruita, il nuovo negozio di fiori di Casal di Principe, il suocero camorrista e il rapporto con Don Carmine

7 Giugno 2022 - 13:49

La comunità recalese è ancora attonita per questo assassinio e per il modo con cui è stato perpetrato. È evidente che siano state più persone a realizzarlo e dunque resta privilegiata la pista del tragico epilogo di una lite tra il fioraio e un gruppo di persone, scatenatasi non lontano dalle giostre

 

 

RECALE – Elio Russo era un gran lavoratore.
Ecco qui, solita solfa: dei morti si parla bene a prescindere.
Perché, vi risulta che Casertace sia una roba piegata all’alfabeto del conformismo, al politicamente corretto, ai luoghi comuni?
Ce ne siamo sempre fregati, nel senso che le legittime modalità con cui una persona, un nostro lettore può, dopo averla letta, commentare una notizia da noi pubblicata, ci interessa quale espressione della libertà di pensiero, da difendere sempre.
Diverso è il discorso riguardante l’attitudine a seguire il pensiero dominante, che dalle nostre parti è costantemente debole, anzi debolissimo.
I più anziani dei nostri lettori ricorderanno, al riguardo, un nostro titolo dell’anno 2012, quando in occasione della festa delle donne, confezionammo per annunciare e commentare la presenza, in un evento serale, dell’attore che aveva interpretato il personaggio di Francesco Schiavone Sandokan in una delle tante fiction andate in onda in quel periodo gomorrista, un articolo puntando l’attenzione sull’infoiamento delle donne di Casal di Principe e di Villa Literno che, per il sosia di Sandokan, chiamato non a caso a presenziare, avrebbero cornificato i propri mariti.
Cosa che, detta nel contesto dell’agro aversano e di comuni in cui la camorra era ancora viva e vegeta, non era affatto una operazione priva di rischi.
Non siamo tra quelli che raccolgono e archiviano le minacce ricevute, ma vi garantiamo che i mariti di Casal di Principe e Villa Literno si arrabbiarono di brutto e di gente che chiedeva di sapere dove abitava il sottoscritto ce ne fu proprio tanta.

Dunque, figuriamoci se nutriamo timore nel dire eventualmente qualcosa di non elogiativo del povero Elio Russo.
Semplicemente cose negative non ne sono risultate.

Era cresciuto, aveva avvicinato una tranquillità economica. Una condizione sulla quale aveva ricostruito il matrimonio con sua moglie Perla, la quale gli ha dedicato una struggente lettera pubblicata ieri in Facebook, dopo un periodo di forte crisi con tanto di separazione legale.

La sua memoria è valorizzata ulteriormente dal contesto da cui lui è venuto fuori, con un suocero, venditore di fiori davanti al cimitero di Recale, con tanti problemi legati alla camorra, con un 41 bis durevole in quanto considerato connesso al clan locale di Antimino o’ romano, al secolo Antimo Perreca, la cui militanza criminale veniva da molto lontano, al punto da consentirgli di mantenere sempre un’autonomia rispetto ai clan della vicinissima Marcianise quando questi se le davano di santa ragione.
Ma Elio Russo non ha mai utilizzato quella che poteva anche essere una rendita di posizione. Ha continuato il mestiere lecito di famiglia, ma ha costruito la sua esperienza professionale su basi diverse, aprendo un negozio nel suo paese, Recale, e da un paio di anni a questa parte anche a Casal di Principe.
Aveva riunito la famiglia perché con Perla Elio Russo era diventato padre due volte. Si erano anche distribuiti i carichi di lavoro: lui lavorava dentro al negozio di Casale, la moglie in quello di Recale.
Ecco perché qualcuno, subito dopo il terribile omicidio, ha fatto balenare anche un possibile movente legato alla criminalità organizzata.
Ma la camorra non uccide come è stato ucciso il 32enne di Recale, massacrato dalle botte che non potevano essere inferte solo da una persona. Dunque, l’ipotesi che collega il delitto ad una discussione sfociata in una lite con un gruppo di persone, probabilmente immigrati, resta quella privilegiata dai Carabinieri della Compagnia di S.Maria C.V. che indagano utilizzando le risorse della Stazione di Macerata Campania.
Ora tutta Recale piange Elio, a partire dal parroco don Carmine Ventrone a cui il giovane era molto legato, svolgendo anche attività di accollatore e curando spesso gli addobbi della chiesa durante le cerimonie pubbliche e private.