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LA NOTA CASTEL VOLTURNO. Dopo il blitz della Finanza, gli impiegati comunali del Demanio, promotori di evasione fiscale, cominciarono a spedire le cartelle ai balneari

23 Maggio 2019 - 17:40

CASTEL VOLTURNO – (Gianluigi Guarino) Quando la Guardia di Finanza, nel corso dell’anno 2018, ha fatto ingresso negli uffici del Demanio del comune di Castel Volturno, acquisendo una grande quantità di atti e, insieme a questi, anche la convinzione che i canoni demaniali non erano pagati, in pratica, da nessun gestore dei lidi (ben 115 su 119), si è assistito ad una modifica repentina dell’atteggiamento dei funzionari comunali, i quali, ora, giustamente, come ha chiarito il comunicato stampa (LEGGILO QUI) spedito dal comando provinciale delle Fiamme Gialle di Caserta, dovranno rispondere delle loro inadempienze al cospetto della Procura della Corte dei Conti.

Dal giorno successivo a quella visita, dal Comune sono partite, all’improvviso, raffiche di cartelle all’indirizzo dei balneari, al punto che questi hanno presentato anche dei ricorsi al Tar ponendo la solita questione della impossibilità sostanziale a pagare il dovuto, allo Stato, in quanto i loro lidi farebbero la fame, visto che si trovano in una zona altamente degradata.

Ma cosa c’azzecca questa rivendicazione dei balneari che può legittimamente trovare sfogo in una iniziativa legislativa, in una moratoria totale o parziale dei pagamenti, ma sempre dentro alla cornice di una legalità garantita dalla potestà espressa da un organismo erogatore di leggi e di regole, dicevamo, cosa c’azzecca questo, con l’atteggiamento dei dipendenti del comune di Castel Volturno? Che fanno, decidono loro che i balneari non devono pagare, omettendo la spedizione delle cartelle? Cosa c’è nel comune di Castel Volturno, oltre alle alcove dell’ufficio tecnico, un organo legislativo, formato dai funzionari del Demanio?

La verità è che il disastro di questa città, provocato da tutte le ultime amministrazioni comunali, quella di Scalzone, quella di Nuzzo e forse anche da quelle precedenti, è stato peggiorato dalla incapacità, dall’evanescenza, da una dialettica costantemente ripiegata sulla retorica da 4 soldi, di chi oggi tiene ancora in mano le redini del governo cittadino.

Questo qui si incazza quando scriviamo articoli che non gli piacciono. Ma scusi, sindaco Russo, se all’interno dell’ufficio tecnico, cioè a pochi metri di distanza dal suo, ci si accoppia e lei non se ne accorge; se nell’ufficio demaniale, a fronte dei diversi dipendenti impegnati, non viene spedita una cartella, che sia una, ai balneari, ma allora, con chi ce la dobbiamo prendere? A volerle bene, sindaco Russo, potremmo, al limite, giustificarla sul piano della responsabilità soggettiva. Ma se lo facessimo attesteremmo un’incapacità di intendere e volere in termini di cifra di governo che avrebbe dovuto indurre lei a dimettersi o la sua maggioranza a sfiduciarla già da anni.

Ma sulla responsabilità oggettiva, c’è poco da discutere. Se nell’ufficio tecnico scopano, se nell’ufficio del Demanio promuovono e incentivano l’evasione fiscale, anche se lei, sindaco Russo (e contesti nel merito queste nostre affermazioni, invece di sparar cazzate dai social), non partecipa direttamente, non è il promotore, il fomentatore, l’attore protagonista o co-protagonista dentro a questi fatti, assume, comunque e pienamente, nella sua carica, una responsabilità oggettiva che non può negare esponendo una narrazione surreale, come quella di queste ultime settimane.

Ha visto? Non abbiamo fatto alcun riferimento agli avvisi di garanzia e alle inchieste che la coinvolgono. Solo politica. Davanti a questi fatti, la sua esperienza è stata finanche, e diciamo addirittura, finanche, peggiore di quella di Antonio Scalzone e di Francesco Nuzzo.