LA NOTA. Scritta contro la Credentino da condannare, ma il suocero Di Zazzo non è stato corretto. E anche stamani ai seggi di via Trento…

3 Ottobre 2021 - 13:22

È stata la stessa candidata che si è legata politicamente a Marino, dopo essere stata eletta con Zinzi, a rendere pubblica la scritta ingiuriosa. Ma con il medico di base suo suocero, abbiamo assistito a comportamenti veramente sconcertanti a partire dai messaggini ai mutuati contenuti in un elenco Asl

CASERTA (gianluigi guarino) – La vistosa scritta comparsa sui manifesti elettorali di Emilianna Credentino e che lei stessa ha deciso di rendere totalmente pubblica, non va commentata nel merito. Semplicemente perché è incommentabile. La candidata Credentino farebbe bene, secondo noi, a presentare una querela per diffamazione contro ignoti, perché questa è l’unica risposta seria e rigorosa che può dare al cospetto di una scritta uscita fuori dal lavoro di una mano anonima e che, essendo tale, è colpevole a prescindere, senza se e senza ma, dato che l’anonimato neutralizza anche la semplice ragion d’essere che giustifica l’inizio di una valutazione di merito, determinando, invece, una condanna rapida, per grave e irreversibile contumacia, nel caso di specie, prova regina e assoluta di colpevolezza dell’autore dello scritto anonimo.

Detto questo, anzi, scandito questo, è indicata alla signora Credentino quella che, a nostro avviso, costituisce l’unica strada da percorrere, affidando alla magistratura il tentativo di chi si è reso colpevole di aver vergato quella scritta, vile prima di essere, eventualmente, ulteriormente e diversamente qualificabile.

Con la stessa fermezza e per una semplice questione di equità, va rimarcato, però e ancora una volta da parte nostra, dopo l’articolo di qualche giorno fa, le inaccettabili modalità attraverso cui il medico di base Cesare Di Zazzo ha sostenuto la campagna elettorale della medesima Credentino, nuora del medico di Rione Acquaviva, avendo sposato suo figlio Valerio.

Non è, infatti, scorretto mandare dei messaggini telefonici che invitano a votare per un candidato piuttosto che per un altro. Si tratta, infatti, di uno dei tanti strumenti che la democrazia mette a disposizione per la giusta propaganda elettorale.

Ma se quei messaggini li invia un medico di base, cioè un medico pubblico, ricettore di uno stipendio attinto dalle risorse versate dai contribuenti, il discorso cambia: perché, dottor Di Zazzo, lei seleziona la platea dei destinatari dei messaggini dall’elenco delle persone che assiste in nome e per conto, ha capito dottor Di Zazo, in nome e per conto del Servizio Sanitario Nazionale il quale le corrisponde, per questo motivo e solo per questo, un lautissimo stipendio e che le mette a disposizione quell’elenco di cittadini non certo per chiedere loro il voto, facendo leva magari sulla soggezione che un assistito può nutrire nei confronti del proprio medico.

In quell’elenco ci sono nomi e cognomi di persone con diversi caratteri, con diverse sensibilità e convinzioni politiche, persone, cittadini che non possono essere chiamati in causa dal loro medico di base, quello, e sono tre, che assiste il mutuato in (stra)nome e in (stra)conto di tutti i cittadini della Campania e dell’Italia che, pagando le tasse, garantiscono una vita agiata ai professionisti della medicina pubblica.

Ecco perché, dottore Di Zazzo, quello che lei ha fatto negli ultimi giorni, a nostro avviso e restando a sua completa disposizione per pubblicare integralmente una eventuale replica, è profondamente scorretto e necessiterebbe di un immediato intervento degli organi disciplinari dell’Asl e dell’Ordine dei Medici. E con la stessa franchezza, va condannato quello che lei e suo figlio avete fatto stamattina davanti ai seggi di via Trento, abbordando elettori di quella zona, dove insiste la maggior parte dei mutuati di Di Zazzo, dando addirittura indicazioni tecniche per votare Credentino, come possono ampiamente testimoniare diverso testimoni che se ne sono lamentati con noi e che hanno chiesto ai carabinieri in servizio presso quei seggi, di intervenire.

Quella scritta, ripetiamo, va condannata senza se e senza ma. È pur vero, però, che in questa bruttissima campagna elettorale, sarebbe stato necessario ben altro rigore comportamentale da parte di chi ha tutto il diritto di sostenere un proprio congiunto o un candidato gradito, ma che non può farlo attraverso atteggiamenti eticamente e anche giuridicamente discutibilissimi. Perché è ovvio che una campagna elettorale per le Comunali è un caleidoscopio popolato di persone di ogni genere, tra le quali ci sono tantissimi ignoranti, esaltati, mitomani. Si chiama responsabilità, dottore Di Zazo. Chi è classe dirigente deve essere sobrio, misurato, dicono gli inglesi, deve praticare la compostezza dell’understaintment, perchr se anche la la classe dirigente indossa i panni drll’,ultra, finisce come di suol dire a pesci fetenti, come ha potuto, purtroppo per lei, constatare Emiliana Crescentino che merita piena solidarietà