LA NUOVA ECONOMIA CRIMINALE. Cani di razza, che passione. Il CLAN DEI CASALESI a Los Angeles per organizzare il commercio internazionale
15 Novembre 2019 - 13:35
CASAL DI PRINCIPE – Il clan dei casalesi del ventunesimo secolo sviluppa anche altre attività rispetto a quelle tradizionali, legate alle estorsioni e al controllo di molti appalti pubblici. Della droga abbiamo già detto. Un pò c’è stata sempre, soprattutto nel “core business” del gruppo Bidognetti. Oggi, invece, la droga si vende anche a Casal di Principe e dunque il tabù dei boss che dicevano mai la droga vicino alle nostre case, è caduto.
Il clan dei casalesi dimostra ancora una volta di saper interpretare i tempi. in passato, per esempio tutte le attività che chiudevano la loro filiera con la vendita al dettaglio dei cosiddetti beni di prima necessità o di alto consumo, erano strettamente controllati dalla criminalità organizzata: panifici, macellerie, caffè, zucchero per il caffè nei bar. E ovviamente latticini, mozzarella di bufala per la quale esisteva addirittura una matrice storica in considerazione del fatto che l’attività antica di molte famiglie di Casal di Principe, tra cui proprio gli Schiavone, aveva riguardato proprio l’allevamento bufalino di cui Francesco Schiavone
Il secondo decennio del ventunesimo secolo significa new economy, alta tecnologia, informatica spinta. E il clan dei casalesi non si fa trovare impreparato. Contatta esperti di livello, associati al mondo criminale, e sfrutta l’attività complicata di clonazione delle carte di credito, come abbiamo già scritto ieri (LEGGI QUI), commentando una parte dell’ordinanza che per comodità chiameremo Pino Cantone-Ivanhoe Schiavone-Salvatore Orabona.
L’intuito imprenditoriale però si basa su una conoscenza dei gusti, delle passioni della gente. E’ fuori discussione, perchè il fenomeno è visibile materialmente nelle strade, nella vita di ogni giorno, che gli ultimi anni abbiano fatto segnare un incremento esponenziale dell’acquisto di cani di razza divenuti autentici membri delle famiglie. E allora non stupisce il racconto di Salvatore Orabona, il quale, come scritto nello stralcio originale dell’ordinanza che pubblichiamo in calce a questo articolo, parla ai magistrati inquirenti di un viaggio di Nicola De Falco, detto ‘o fuggiasco e dunque facilmente ricollegabile ad una delle famiglie storiche della camorra dell’agro aversano e di un algerino per mettere in piedi un meccanismo commerciale di acquisto e di vendita di cani di razza.
E il viaggio non lo fanno a Frosinone, a Roma o a Milano, bensì a Los Angeles, una città importantissima e lontanissima. E se uno va a Los Angeles è perchè l’operazione rende. Nelle dichiarazioni di Orabona non sono presenti particolari più dettagliati in proposito che cercheremo comunque di acquisire nei prossimi giorni, mettendoci un poco a cercare e a domandare in giro.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA