L’ARRESTO DI GENNARO BIANCHINO, re dell’ortofrutta che in pochi anni ha costruito dal nulla un vero e proprio impero economico

29 Maggio 2021 - 12:07

Consideriamo un fatto professionalmente disonorevole non informare i nostri lettori sulle generalità di persone colpite da provvedimenti cautelari di arresto. Eppure, la bizzarra decisione della magistratura di inviare comunicati buoni al massimo per la settimana enigmistica, ci mette in chiara difficoltà. Ma siccome abbiamo la testa dura, ecco a voi il personaggio clou dell’ultima inchiesta sul caporalato. Centri di distribuzione, tenute, caseifici e allevamenti

 

 

 

MONDRAGONE (G.G.) – Le nuove idee che, essendo sviluppate da magistrati, non costituiscono un semplice contributo al dibattito, ma diventano modus operandi, stanno creando un serio problema per una corretta affermazione del diritto di cronaca, che è anche dovere di cronaca.

Si è passati, in pratica, da un eccesso all’altro.

E noi piccoli giornalisti dell’informazione locale paghiamo, senza averne alcuna colpa, il copioso flusso di informazioni scorrettamente, illegittimamente e anche illegalmente passate dalle grandi Procure a fidati direttore di testate giornalistiche nazionali.

Per cui, un provvedimento di importanza pubblica, che più pubblica non si può, come quello che consiste in un arresto, frutto di una ordinanza di custodia cautelare diventa un fatto privatissimo, come se l’identità dell’indagato, che un giudice della decisione ha deciso di tenere in carcere o ai domiciliari, accogliendo un’istanza del magistrato dell’accusa, non fosse rilevante per una corretta, esauriente descrizione di una data vicenda venutasi a creare.

E così, un giorno sì e l’altro pure, dobbiamo fronteggiare i comunicati stampa da settimana enigmistica: racconti circostanziati, contenenti spiegazioni sulle ipotesi di reato formulate, ma neppure lo straccio di una iniziale.

E allora, verrebbe da dire: ma noi giornalisti cosa dobbiamo rispondere ai lettori che sulla carta sono anche cittadini, quando giustamente e candidamente ci chiedono: scusa, Casertace, ma chi cavolo è stato arrestato?

Mister X. Vi sembra una cosa normale?

Vi sembra giusto decretare una lesione così grave del diritto di cronaca perché nella magistratura, in cui c’è gente buona e gente cattiva, come in tutte le categorie, qualcuno ha passato ai giornali informative contenenti intercettazioni di bollenti notti d’amore, di mariti e mogli fedifraghi, cioè cose che non c’azzeccavano nulla con il nocciolo dell’indagine ma erano buoni per vendere copie e guadagnare click nella configurazione Novella 2000?

A Mondragone hanno arrestato un importante imprenditore di una società di capitali. Beh, si coglie dalla formulazione di questa parte del comunicato stampa, diramato l’altro giorno dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, la sofferenza degli inquirenti, partendo dai Pm e arrivando agli uomini e alle donne della polizia giudiziaria che hanno operato, nel non poter dare tutte le informazioni in modo tale che, con un racconto più completo ed esaustivo (che non può non comprendere l’identità di chi è stato arrestato), si possa anche dare merito al lavoro di indagine duramente svolto.

Ci siamo dovuti mettere a girare “torno torno” per trovare riscontro e conferma rispetto ad un nome che a Mondragone girava già a pochissime ore di distanza dagli arresti.

Scusandoci con i nostri lettori per il ritardo, siamo in grado di dire oggi, senza tema di smentita, che l’imprenditore è Gennaro Bianchino, 63 anni.

La contestazione di reato, seppur molto seria, perché lo sfruttamento della carne umana è questione su cui non si può minimizzare, appartiene, però, ad una lunga teoria di operazioni che, benemeritamente, le Procure italiane hanno compiuto contro il fenomeno del caporalato.

Il che, ed ecco il motivo per cui abbiamo affermato che senza il nome non c’è neanche la notizia, va a circoscrivere la valutazione di profilo di Gennaro Bianchino in un perimetro troppo stretto rispetto al peso specifico e al significativo grado di notorietà che Bianchino ha in tutta l’area del litorale domizio.

Intanto, Bianchino è andato in carcere mentre l’altro arrestato, un imprenditore agricolo, è finito ai domiciliari.

Ciò fa ritenere che si siano registrate valutazioni da parte del giudice che hanno corroborato, per usare una parola tipica della lingua “in toga”, il cosiddetto quadro accusatorio, al punto da giustificare l’adozione della misura cautelare più afflittiva tra tutte, cioè la reclusione carceraria.

La Storia di Gennaro Bianchino non è nota a molti, anche a Mondragone. Mentre è nota la sua attuale condizione economica di vero ricco, che gli consente anche la possibilità di scegliersi, come avvocato difensore, uno dei nomi più prestigiosi del foro di santa Maria Capua Vetere, cioè Angelo Raucci.

Ma a cosa deve Gennaro Bianchino il raggiungimento del suo status di ricco?

Nessuno può dirlo e nessuno può permettersi di affermare che il suo percorso non sia stato lineare, in quanto non esistono elementi per sostenere ciò.

Sicuramente diventò facoltoso nel periodo successivo al suo rientro dalla Germania, dove aveva risieduto per lavoro.

Bianchino è stato ed è un personaggio un po’ atipico in questo tempo iper-socializzato.

Vive defilato, apparendo in pubblico quasi mai.

Gli ultimi vent’anni sono stati una vera e propria cavalcata trionfale per i suoi affari.

Questo exploit si è verificato con una modalità anticiclica, perché proprio negli ultimi quattro lustri il settore della produzione e distribuzione dell’ortofrutta ha vissuto una crisi lancinante, con migliaia di aziende medie e piccole costrette a chiudere i battenti oppure finite direttamente nei gironi danteschi delle procedure pre-fallimentari e fallimentari.

Gennaro Bianchino, invece, ha fatto parte e fa parte di un ristrettissimo novero di due o tre soggetti che hanno compiuto un cammino in controtendenza che li ha letteralmente proiettati nella ricchezza e nell’agiatezza anche perché, quando un settore è in crisi e al suo interno si registra una strage di aziende ed operatori economici, già chi riesce a resistere può godere del bonus costituito da importanti porzioni di mercato rimaste libere, figuriamoci chi è cresciuto, accumulando anche capitali da investire.

Così è successo per Gennaro Bianchino, rinomato a Mondragone e dintorni per quello che viene considerato un grande potere economico, che si configura nella miriade di società riconducibili a quella che è divenuta una vera e propria holding.

Il suo principale sito di distribuzione dei prodotti ortofrutticoli si trova a Falciano del Massico, cioè a un passo da Mondragone.

Ma il suo fiore all’occhiello è diventata una mega-tenuta, destinata invece alla produzione, che costeggia via San Paolo, a Mondragone.

Come capita a tanti imprenditori che hanno successo in un settore specifico, anche Bianchino ha cominciato a diversificare. In verità, evitando di fare il fenomeno e allargandosi in un’area di produzione e di commercializzazione tutto sommato assonante a quella dell’ortofrutta: ha inaugurato un suo marchio di produzione di vini, costituendo un’azienda gestita da una delle sue figlie.

Ma anche altri congiunti diretti non se la passano male: il fratello Giuseppe Bianchino, per gli amici Peppe, è titolare, in via Castel Volturno, di un accorsato supermercato MD, accanto al quale opera da anni il caseificio Rosa Migliore, intestato ad un altro Gennaro Bianchino, nipote ed omonimo dell’imprenditore, a cui fa riferimento anche un allevamento bufalino.

Non è dato sapere se anche queste attività abbiano come protagonista Gennaro Bianchino e se in qualche modo siano state toccate dal sequestro di beni per un importo di 1 milione e 800mila euro chiesto e ottenuto dalla Procura della Repubblica.

Si tratta di una famiglia molto unita, in considerazione del fatto che le tante imprese messe in piedi hanno come soci e legali rappresentanti moglie, figli, nipoti e conoscenti che Gennaro Bianchino considera, evidentemente, affidabilissimi.

Non siamo ancora riusciti a ricostruire se nella tenuta di via San Paolo insista anche una struttura agrituristica.

Al riguardo, vi faremo sapere.