L’ASL DEI MARIUOLI. La scenata di gelosia dell’amante di Carizzone contro Tamara Bonacci, segretaria di Michele Schiavone, e la valutazione del giudice: “Per lui i malati psichiatrici erano un bancomat”

28 Aprile 2021 - 11:55

Riteniamo molto interessante, nello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo oggi, la valutazione messa nera su bianco dal gip Maria Gabriella Iagulli, sulla insana modalità che Carizzone esercitava nel rapporto con i suoi pazienti. Altro spunto rilevante, quello che contiene l’avvertimento, l’esortazione del dipendente Antonio D’Angelo, il quale dice a Carizzone: “Stati attento, ti stanno fottendo, togliti dalle tarantelle”

 

AVERSA – (g.g.) Abbiamo esaurito, per il momento, la questione della segretaria del re delle cliniche Michele Schiavone, cioè di Tamara Bonacci, che ricordiamo p anche lei indagata nell’ordinanza Asl ma che è pure la donna che suscita la gelosia di Patrizia Rampone, la quale teme che Luigi Carizzone possa cederle o che quelli di Sessa Aurunca, per intenderci lo stesso Michele Schiavone “gliela possano buttare nelle braccia” per ammorbidirlo ancor di più, come se la mazzetta mensile di 1.800 euro al mese (CLIKKA QUI PER LEGGERE) non fosse un argomento sufficiente.

Per il momento, dato che, con ogni probabilità torneremo anche su questo personaggio, su questo altro protagonista dei meccanismi, come li vogliamo chiamare….impropri (ci siamo svegliati buoni stamattina) che guidavano tante azioni amministrative attraverso le quali venivano spesi e incanalati centinaia e centinaia di migliaia di euro di danaro pubblico. Stamattina partiamo da una valutazione molto importante fatta dal giudice per le indagini preliminari Maria

Gabriella Iagulli, il cui testo integrale pubblichiamo all’interno dello stralcio in calce a questo articolo.

La Iagulli, in sostanza, afferma di essersi convinta del fatto che Luigi Carizzone colleghi se stesso, la propria funzione di dirigente dell’Asl di Caserta ma anche quella professionale di psichiatra, ad una indecente relazione di proprietà tra lui e i malati psichiatrici. Questi, per Carizzone, non sono altro che strumenti al servizio dei suoi interessi materiali, della volontà di intascare quattrini attraverso le pratiche illegali svolte nell’esercizio della sua funzione pubblica.

C’è un senso di possesso – osserva il gip Iagulli – da parte di Carizzone sui suoi pazienti che svela il suo reali interesse: deve risultate che sia stato lui a disporre dei pazienti, perchè su ognuno di loro guadagna una percentuale”.

E ancora, più duramente: “Considera i pazienti psichiatrici non come delle persone bisognose di cure ma come dei bancomat da cui ottenere guadagno e questo si desume quanto afferma lui afferma di essere “il padrone dei malati” o quando dice “i malati sono i miei”.

Tutto ciò che l’indagine della procura della repubblica di Aversa-Napoli nord ha fatto affiorare, a partire dalla sconcertante e anche un pò sorprendente ingenuità con cui Carizzone si auto denuncia più volte nelle conversazioni con la Rampone, che ritiene, chissà poi perchè, al riparo da un’attività di intercettazione da parte dell’autorità giudiziaria, consente al gip di costruire questa sorta di identikit criminale che poi ritornerà sicuramente utile alla pubblica accusa in sede di dibattimento, considerando, a questo punto, scontato il rinvio a giudizio del dirigente e della maggior parte degli indagati.

Neppure Antonio D’Angelo, dipendente Asl in servizio al Dipartimento di Aversa, riesce a convincere totalmente che anche lui, cioè Luigi Carizzone, stia rischiando grosso in un’indagine a quel punto rivelata nel momento in cui i carabinieri dei Nas vanno ad acquisire voluminose documentazioni relative a tanti aspetti della gestione, a partire dal riconoscimento di soldi integrativi agli stipendi ad un gruppo scelto di soggetti facendoli risultare impegnati nei progetti di recupero e di assistenza dei pazienti in modalità extra orario di lavoro, arrivando a mettere mano nella documentazione delle due famigerate strutture di Gricignano, cioè Verde Smeraldo e Rosso Rubino di cui Carizzone, sempre parlando con la Rampone, afferma testualmente di essere socio occulto insieme alla propria amante.

D’Angelo di cui, al pari di tutti quanti gli altri componenti di questa compagnia di giro di ladroni e ladroncelli, Carizzone afferma peste e corna in privato, affibbiando anche a lui un soprannome, quello di juke-box, lo ascolta ma allo stesso tempo lo contesta. D’Angelo, che evidentemente ha seguito le mosse dell’autorità giudiziaria gli dice testualmente: “Togliti di mezzo perchè vanno fino in fondo, ci possono mettere anche degli anni però arrivano al capo di imputazione , a me mi da fastidio che tu ti sei comportato sempre in un certo modo, devi venire valutato per una stronzata, allora ti sto spiegando se ci sta qualcosa di mezzo? Molla.

Io te lo posso dire che è successo, se stai in qualche tarantella“. Carizzone tiene duro, a lui “le tarantelle” non piacciono e nega di stare all’interno di una di esse. Ma qui Carizzone ci ricasca e al suo interlocutore rivela: “te lo spiegai anche io a te, non ci sta neanche lei di mezzo là (al vertice della comunità alloggio per disabili), ci sta una testa di legno“.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA