L’INTERCETTAZIONE. Che attacco a tutta la famiglia Schiavone, sorelle comprese, di Antonio Bianco: “Basta lui, la mamma, i cognati…”

27 Luglio 2021 - 11:33

Era la reazione alle pesanti perquisizioni subite dai carabinieri dei Nas e dei Nil. Manco a dirlo, proprio in quei giorni, il monolite di questa famiglia, che era tale, come dimostra il fatto che Walter aveva messo a capo della gestione amministrativa delle sue aziende la sorella Chiara, si sarebbe definitivamente frammentato per effetto del pentimento di Nicola Schiavone, datato 25 luglio 2018

 

CASAL DI PRINCIPE(g.g.)  Quando nel 2018 i carabinieri del Nas e del Nucleo Ispettorato del Lavoro alzarono la pressione sull’organizzazione criminale messa in piedi da Walter Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan attraverso l’attività di due società di distribuzione di prodotti lattiero caseari, l’unità d’intenti che aveva fino ad allora contraddistinto le mosse del trio formato dallo stesso Walter Schiavone, da Antonio Bianco e da Armando Diana, cominciò a sfaldarsi. Di fronte alle dure perquisizioni che Bianco subì a casa sua e nel deposito di via Pietro Nenni in quel di Villa di Briano, lo turbarono non poco. E così successe alla moglie Simona Sarracino, la quale si era incontrata qualche ora prima con Tania Vittorio, compagna di Walter Schiavone, arrivata di corsa a Casale per informarsi su quelle perquisizioni.

La conversazione tra marito e moglie, cioè tra Bianco e la Sarracino fu intercettata nell’auto di famiglia. Entrambi manifestavano l’intenzione di lasciare al più presto Casal di Principe per sfuggire al tacco della famiglia Schiavone: “N

on ci lasceranno mai Simona.. – esclama Bianco rivolgendosi alla consorte – perchè se non ci sta lui (Walter) ci sta la mamma (Giuseppina Nappa), se non ci sta la mamma stanno le sorelle, se non ci stanno le sorelle stanno i cognati… “. 

E’ evidente che Bianco tema di essere arrestato. Ma questo certo non induce il gip del tribunale di Napoli Isabella Iaselli a considerare questa sua reazione come una effettiva presa di distanza da Walter Schiavone e dalla sua famiglia. Si tratta di una reazione dettata dalle circostanze e non frutto di una riflessione, visto che fino al giorno prima, Bianco, insieme ad Armando Diana, era stato il fedele esecutore di ogni ordine impartito da Walter, diventando una sorta di factotum nel ritiro delle somme di denaro dai clienti nel versamento delle stesse nelle mani di esponenti della famiglia Schiavone, partendo proprio da Rossella Arrichiello, moglie di Nicola Schiavone, cioè del primogenito.

Mai nessun ripensamento, mai nessuna frase come quelle pronunciate all’interno dell’auto, al cospetto della moglie, aveva mai proferito prima Antonio Bianco. Tra le altre cose, il medesimo dipingeva un quadro che effettivamente si era configurato in quella maniera per anni e anni ma che proprio in quei giorni si stava lacerando in maniera irreversibile, al di là di quelli che possono essere ancora o potranno essere colpi di coda di qualche figlio di Francesco Schiavone Sandokan, ci riferiamo soprattutto ad Emanuele che di qui ad un anno dovrebbe uscire dal carcere. Erano i giorni in cui Nicola Schiavone, cioè l’erede del potere più importante del clan dei casalesi, aveva già deciso di pentirsi, visto e considerato che poche settimane dopo, precisamente il 25 luglio 2018 la notizia fu fatta emergere attraverso il rituale cambiamento di nominativo degli avvocati difensori di Nicola Schiavone.

Di lì a poco, dunque, Giuseppina Nappa e le due figlie Chiara e Angela avrebbero lasciato veramente Casal di Principe per raggiungere una località segreta dove stano beneficiando della tutela che lo Stato garantisce ai diretti congiunti dei malavitosi che hanno deciso di collaborare con la giustizia.

La stretta dei carabinieri su Walter e sulle sue attività aveva vissuto di un altro episodio, in effetti non connesso direttamente alle aziende di Walter: l’arresto di Nicola Baldascino. Essendo lui un prestanome, Walter Schiavone ebbe paura che si potesse ricostruire facilmente il filo che riportava alla sua figura come vero dominus delle due aziende Bianco Latte e I Freschissimi, al punto che fece ritirare la sorella Chiara Schiavone, che qualche tempo prima aveva messo a capo dell’attività di gestione amministrativa dell’azienda, a dimostrazione che, come diceva Antonio Bianco, non ci sono mai stati Schiavone cattivi e Schiavone buoni o quantomeno che “non c’azzeccano nulla“, dato che quando serviva, anche la sorella Chiara che non ha mai avuto alcun problema con la giustizia, si rendeva disponibile per attività di cui non poteva non conoscere l’origine tecnicamente criminale.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA

Particolarmente eloquenti, anche per questo GIP, sono i tratti delle conversazioni nn. 1226-1227, intercettate sulla Fiat Punto in uso alla Vittorio, in cui si rileva che Diana e Bianco, oltre agli introiti settimanali, hanno consegnato anche un orologio e l’ulteriore cifra di 3.000 euro. Si ritiene opportuno precisare che a quella data erano già in corso i preparativi per allestire il nuovo deposito necessario all’ampliamento delle attività commerciali, di cui si è in precedenza fatta menzione.

Poiché le conversazioni intercettate sono lunghe, si rinvia per l’esame delle stesse alle pagine da 31 a 35 dell’informativa del 12 dicembre 2018, riportando in questa sede i passaggi salienti dell’intercettazione n. 1227, opportunamente sottolienatti, ancora una volta, con il presente carattere ed accorgimento grafico nei passaggi più importanti anche per questo GIP, nel senso predetto: 

 

“Conversazione ambientale registrata sul veicolo FIAT Punto, intestata ed  in uso a VITTORIO Gaetana

  1. 1227 del 12/5/2018 ore 14:00:00  – (R.I.T. 877/2018 – cfr all. nr.34)

 

Auto in movimento con a bordo Tania, Claudia e rispettivi figli.

Alle ore 14.17.05 auto in sosta. Tania scende dal veicolo unitamente a Manuel.

Alle ore 14.23.35 Tania risale a bordo del veicolo. Auto in movimento

Alle ore 14.30.20 auto in sosta Tania e Claudia scendono dal veicolo.

Tania si incontra con Armando.

Trascrizione integrale dalla posizione 14.30.40

 

ARMANDO DIANA: inc…mi hai fatto proprio il fosso, bella a sor…

TANIA: ma che vuoi da me!

ARMANDO DIANA: ma quando mai Tania…Tania tu forse non hai capito

TANIA: mi devi morire tu, ti ho detto ci vediamo a…

ARMANDO DIANA: Tania…Tania…allora mi senti a me…cioè forse tu non …inc…

TANIA: Armando non ti sbattere…no Armando no ti devi sbattere

ARMANDO DIANA: no io non mi sbatto

TANIA: no tu stai prendendo questo vizio che ogni cosa ti sbatti… 

ARMANDO DIANA: no Tania io ti stavo aspettando a casa dall’una bella a sora…

TANIA: no…allora…no tu non mi stavi aspettando  a nessuna parte, perchè tu non capisci

ARMANDO DIANA: io ti sto facendo un piacere

TANIA: non è colpa mia

ARMANDO DIANA: no io te l’ho detto, no sei tu che non mi senti quando io parlo con te

TANIA:  no io tengo i messaggi…com’è io gliel’ho mandato pure a Walter…no quello ci vediamo a Casavatore…se io ti dico una cosa e tu mi rispondi…

ARMANDO DIANA: no Tania io sono rimasto…ho detto io ti aspetto a casa mia

TANIA: Armando io a casa tua non so nemmeno arrivare…

ARMANDO DIANA: no, ci sai arrivare! 

TANIA: no

ARMANDO DIANA: apposto non fa niente…comunque ci stanno i tremila euro là…

TANIA: come dico vicino a te vengo a casa tua!

ARMANDO DIANA: stanno i tremila euro là…stanno i soldi della settimana là…dammi un bacio a papà (rivolgendosi verso il figlio Antonio, ndr)

TANIA: Claudia mettiteli nella borsa

(…) 

ARMANDO DIANA: i soldi e questo lo tenevo a Casale…sei passata per Sant’Antimo…

TANIA: no Armando non è così…tu hai detto vicino a me che lo tenevi a Sant’Antimo…

ARMANDO DIANA: i soldi…i tremila euro li tenevo a Sant’Antimo…

TANIA: embè!

ARMANDO DIANA: il resto della roba stava a Casale… 

TANIA: ed io ti ho detto lascia da Antonio il resto della roba che oggi pomeriggio passo da Antonio…Armando allora non mi hai sentita proprio…io sto parlando con te… 

ARMANDO DIANA: eh!

TANIA: ho detto passo da Antonio…

ARMANDO DIANA: da Antonio e mi prendo

TANIA: vado a vedere il deposito e vedo il resto delle cose che devo vedere…ci vediamo a Casavatore per le due che devo andare a fare un servizio

ARMANDO DIANA: ok…e Antonio…Antonio oggi pomeriggio non ci sta…quindi che ha fatto…ha detto Armando adesso ti lascio tutto

TANIA: embè ma io che ci azzecco

ARMANDO DIANA: ti lascio tutto a te…io tenevo già tutto, tengo l’orologio nella macchina e ci tenevo i soldi della settimana…e tenevo i tremila euro a Sant’Antimo…tu hai detto mi serve tutto…ho detto allora ci dobbiamo vedere a Sant’Antimo 

TANIA: no, io ho detto,  mi serve quella cosa, perchè tengo i debiti e questi qua li devo dare a mamma, a Paoletto…alla gente che mi hanno prestato i soldi...

ARMANDO DIANA: sì ho capito…però io ti sto aspettando a Sant’Antimo bella a sora…

TANIA: e ma tu non me lo hai detto secondo me te lo sei detto solo tu nella testa, cosa ti ho detto quando ti sono venuta a prendere (si rivolge a Claudia, ndr.) Armando dove stava…

Si sente il rumore di chiusura dello sportello

si interrompe il segnale alla posizione 14.34.05 e riprende dalla posizione 14.35.06

(…)” 

 

Emerge dlle suddette conversazioni, ancora una volta,i ruolo predominante di ‘Tania’ (VITTORIO Gaetana) che deve recuperare gli illeciti introiti anche per saldare alcuni debiti, mentre dai contenuti della precedente conversazione n. 1278, registrata il 30 aprile 2018 alle ore 15.00 a bordo del veicolo Lancia Y in uso a DIANA Armando, si deduce anche che i 3.000 euro sopra indicati in effetti corrispondono ad un “recupero credito”, di sicura provenienza illecita, ordinato da Walter SCHIAVONE e portato a termine da DIANA Armando nei confronti di Gino, verosimilmente uno dei fratelli PETRILLO, Francesco () e Luigi (), meglio conosciuti, rispettivamente, come “bambacione” e “Gino” o “babbuino”, vicini al citato Walter Schiavone, come già evidenziato nella prima informativa “nuove leve” dei Carabinieri di Caserta del 1° luglio 2018, sempre nell’ambito di questo procedimento (la trascrizione della conversazione è a pag. 35 della seconda informativa qui in esame, datata 12 dicembre 2018).

Seguitando nell’illustrazione dell’attività dii ndagine espletata:

 

“Inoltre, in concomitanza con il processo di ampliamento delle attività, connesso all’avviamento del nuovo deposito individuato in via Pietro Nenni nel comune di Villa di Briano, lo SCHIAVONE Walter mette a capo della “gestione amministrativa” sua sorella Chiara. L’incarico ha avuto breve durata in quanto, dopo alcuni giorni, come già anticipato in premessa, i Carabinieri del N.O. di Caserta procedevano all’arresto di BALDASCINO Nicola, a seguito del quale lo Schiavone era costretto ad un mutamento degli assetti, per evitare che si giungesse alla sua persona ovvero alla sua famiglia. Di fatto immediatamente SCHIAVONE Chiara usciva di scena. 

Le intercettazioni di riferimento da cui si dimostra il ruolo di Chiara Schiavone sono riportate a pag. 36-37 dell’informativa del 12 dicembre 2018, a cui si rinvia, anche perché il ruolo gestorio di Walter Schiavone nelle imprese casearie già emerge da numerose e chiarissime intercettazioni, in buona parte già riportate

 

  • 5.4. I controlli e le perquisizioni effettuati il 14 giugno 2018.

 

Il 14 giugno 2018, d’iniziativa venivano effettuate dai Carabinieri una serie di perquisizioni locali, aventi come obiettivi l’abitazione di BIANCO Antonio, la dimora di DIANA Armando ed il deposito di via Pietro Nenni sito a Villa di Briano (CE), sede della impresa facente capo ai predetti Bianco e Diana. In particolare, durante la perquisizione presso l’abitazione del Bianco, a Villa di Brano via Ugo La Malfa nr. 5, si accertava la presenza sul posto di PALMIERO Francesco (), BIANCO Francesco (), SIMEONE Raffaele (): gli stessi erano riuniti in una stanza adibita ad ufficio collocato al piano terra, dove erano custoditi fascicoli, contenenti atti riconducibili alle attività di commercio di prodotti caseari (cfr all. nr. 46 – verbale di perquisizione). Nel corso delle operazioni giungeva sul posto anche NATALE Davide(), che, come gli altri identificati, risultava essere collaboratore di BIANCO Antonio e DIANA Armando;  la perquisizione, estesa anche al deposito di via Pietro Nenni, consentiva di verificare che lo stesso fosse stato svuotato. All’esito delle operazioni è stata rinvenuta documentazione, acquisita in copia, come descritta nell’allegata annotazione (cfr all. nr. 7 – annotazione di P.G.)

Nel corso dei controlli di cui sopra, BIANCO Antonio ha ricevuto una serie di telefonate, notata dagli operanti, di una persona successivamente identificata in DELL’IMPERIO Francesco (), soggetto stabilmente legato al gruppo Schiavone, come risulta dalla prima parte delle indagini in questo stesso procedimento

Tale accertamento veniva effettuato con l’autorizzazione del Bianco, il quale acconsentiva a che gli operanti visualizzassero il contenuto del cellulare, da cui sono state estrapolate inoltre alcune chat. Sul punto si rimanda all’annotazione di riferimento prodotta (cfr. all. n. 47 inf. 12 dic. 2018 e relativa annotazione di PG). 

In concomitanza, su richiesta della PG operante, sempre il 14 giugno 2018, personale dei reparti speciali dell’Arma N.A.S. e N.I.L. hanno proceduto al controllo del caseificio “La Reginella” (), utilizzato come temporaneo punto d’appoggio da BIANCO Antonio e DIANA Armando in seguito alla dismissione del deposito di via Pietro Nenni. In effetti la scelta di chiusura immediata del deposito, voluta da Bianco e Diana, è stata dettata dalla necessità di evitare che gli inquirenti collegassero le attività commerciali direttamente a loro e di conseguenza a Walter SCHIAVONE,  dato che il relativo contratto di locazione è intestato a BALDASCINO Nicola, titolare della società  “I Freschissimi” (cfr. s.i. di GRIFFO Michelina).

All’esito dei controlli del NAS venivano altresì accertate le seguenti irregolarità amministrative:

 

“…OMISSIS…. 

  • per i prodotti lattiero caseari asseritamente appartenenti al sedicente SCHIAVONE Emilio (punti 1) e 2) dell’elenco) la parte presente non è stata in grado di esibire alcuna registrazione, attestazione (anche fiscale), e/o prova documentale  di provenienza e/o di acquisto;———-///
  • per quelli asseritamente appartenenti alla ditta BIANCOLATTE S.r.l.s., anche prendendo in esame il documento fiscale recante nr. 119F emesso in data 14/06/2018 prodotto dalla parte (ed acquisito in copia fotostatica), si rileva che il quantitativo dichiarato sul documento oltre ad essere generico non è congruo con tutto il quantitativo rinvenuto in cella anche considerando il fatto che sono presenti 12 kg circa di ricotta a fronte di Kg 1,5 documentata sul citato d.d.t., e sono altresì presenti diversi marchi di fior di latte, e quindi non solo a marchio ZI MONACO e che anche quelli a marchio ZI MONACO appartengono a lotti diversi, riconducibili quindi a produzioni passate ed effettuare in giorni diversi. Infatti in proposito si precisa che la presenza su alcune confezioni di fior di latte di un’etichetta adesiva riconducibile ad esercizi di vendita/supermercati ubicati in diverse località (come già evidenziata nell’elenco allegato) è verosimilmente collegata al fatto che trattasi di prodotto oggetto già di precedente distribuzione ed oggetto di reso  per effetto del non venduto;–///

Inoltre si precisa che:——///

  • da accertamenti esperiti sulla piattaforma informatizzata TELEMACO-INFOCAMERE risulta che la società BIANCOLATTE S.r.l.s. avente sede legale in Villa di Briano via Ugo la Malfa nr. 5, (P.IVA 04108200611) legalmente rappresentata da BIANCO Antonio nato a Maddaloni 14/06/1980 domiciliato in Villa di Briano via Ugo la Malfa nr. 5,  si occupa del commercio all’ingrosso di prodotti lattiero caseari;————-//
  • sempre da accertamenti esperiti sulla piattaforma informatizzata GISA gestita dalla Regione Campania risulta che la predetta BIANCOLATTE S.r.l.s. non è registrata ai sensi dell’art. 6 del Reg.Ce. 852/2004 e D.G.R.C. nr. 318/2015 pertanto non è autorizzata sanitariamente allo svolgimento di attività in campo alimentare;——————-//

Per i motivi anzidetti si ravvisa la violazione alle norme sulla rintracciabilità/tracciabilità dei prodotti rinvenuti stoccati in cella, non essendo la parte stata in grado di esibire idonea documentazione/attestazione atta a giustificare la provenienza di tutto il quantitativo rinvenuto ed inventariato con l’allegato elenco, in violazione all’art. 18 del Reg.Ce. 178/2002 sanzionato dall’art. 2 del D.lgvo 190/2006;…OMISSIS… (cfr all. nr.48 – di verifica igienico sanitaria)

 

Poche ore dopo il controllo fin qui descritto, VITTORIO Gaetana si precipitava a Casal di Principe per avere contezza di quanto fosse accaduto, usando l’accortezza di incontrare SARRACINO Simona al posto di suo marito BIANCO Antonio. La circostanza si apprende nella conversazione ambientale, registrata a bordo dell’autovettura Fiat 500 L, in uso ad Antonio Bianco, ed in particolare dai commenti degli occupanti Bianco Antonio e Natale Davide. 

Conversazione ambientale registrata sul veicolo Fiat 500 L in uso a BIANCO Antonio

  1. 824 del 14/6/2018  Ora : 19:00:00  – (R.I.T. 1234 /2018 – cfr all. nr. 49)

 

Omissis. 

Antonio e Davide parlano a voce bassa e non comprensibile……

Integrale dal minuto 19.21.25:

ANTONIO: Tania si deve incontrare con mia moglie…

DAVIDE: chi?

ANTONIO: Tania…

DAVIDE: dove?

ANTONIO: inc…gli ha detto che si sono presi i messaggi…

DAVIDE: no…questo non gliel’ho detto…

ANTONIO: glielo dovevi dire…

DAVIDE: e sul telefono Antonio!

Davide riferisce che deve dargli i soldi dell’incasso di oggi che tiene a casa…….

Omissis. 

 

Nei giorni successivi ai controlli, in data 17.6.2018,  durante la conversazione tenuta a bordo del veicolo a lui in uso, BIANCO, tentando di giustificarsi agli occhi di sua moglie, si dipinge quale vittima della famiglia SCHIAVONE, prospettando addirittura un allontanamento dal paese d’origine al fine di recidere definitivamente i contatti, ma questa appare con evidenza solo una versione di comodo dettata dalle circostanze: “non ci lasceranno mai Simona…perchè se non ci sta lui (n.d.r. allude a Walter Schiavone) ci sta la mamma, se non ci sta la mamma stanno le sorelle, se non ci stanno le sorelle stanno i cognati… “. 

L’esternazione appena riportata è sintomatica, dunque, anche per questo GIP, della forza della famiglia Schiavone, che è rappresentata dalla forte coesione d’intenti di tutti i suoi membri, e ciò fino alla data, quantomeno, della collaborazione di Nicola SCHIAVONE, iniziata nel mese di luglio 2018: 

“Conversazione ambientale registrata sul veicolo FIAT 500 L in uso a BIANCO Antonio

  1. 892 del 17/6/2018  Ora : 15:00:00  – (R.I.T. 1234 /2018 – cfr all. n. 50)

 

Integrale dal minuto 15.37.00

ANTONIO: ce ne dobbiamo andare da qui…

SIMONA: se ne deve andare lui (ndr allude a Walter SCHIAVONE) a fare in culo, Antonio, a noi ci devono lasciare stare.  

ANTONIO: non ci lasceranno mai Simona…perchè se non ci sta lui (n.d.PG allude a Walter SCHIAVONE) ci sta la mamma, se non ci sta la mamma stanno le sorelle, se non ci stanno le sorelle stanno i cognati…

SIMONA: ma che vogliono da noi Antonio…ma che vogliono da noi…

ANTONIO: ci tartassano a vita…io non posso fare più niente al paese mio…io me ne devo solo andare 

SIMONA: ma veramente stanno facendo, ma che vogliono da noi…

ANTONIO: non lo voglio vedere proprio più il paese mio…manco da lontano…

Omissi”s.

 

A parere di questo GIP, si tratta di conversazioni che, se da un lato dimostrano un momento di difficoltà e di  disagio di BIANCO Antonio, che si sfoga con la moglie, dall’altro stridono fortemente con lo stretto legame personale e di affari che le intercettazioni hanno dimostrato sussistere tra l’indagato e la famiglia Schiavone, in particolare con la coppia Walter SCHIAVONE e Gaetana “Tania” VITTORIO; ma si considerino anche i rapporti e le consegne di denaro alla ARRICHIELLO Rossella, moglie di Nicola SCHIAVONE, parimenti accertati grazie alle intercettazioni fin qui riportate. 

In altri termini si tratta die esternazioni legate ad un momento di disagio e di difficoltà, dovuti ai precedenti controlli di Pg, effettuati qualche giorno prima, ma che nulla tolgno all’importantissimo ruolo occupato da BIANCO Antonio nell’ambito del consesso criminoso per cui è procedimento, come emerge da tutto quanto il resto dell’attività di indagine espletata, partitamente riportata.