LO SCANDALO. Noto europarlamentare del Pd 2014/2019 non restituisce i quattrini anticipati da centinaia di intivati a Bruxelles e Strasburgo

15 Agosto 2019 - 20:34

CASERTA (g.g.) – Si moltiplicano le proteste di alcuni partecipanti ad uno di quei viaggi ad invito, di uno degli  europarlamentari nei luoghi più rappresentativi dell’Europa tra Strasburgo e Bruxelles.

Queste persone, e vi garantiamo che sono decine e decine, lamentano della mancata corresponsione del rimborso delle spese sostenute per il viaggio di andata e ritorno a distanza di 6 mesi dalla loro trasferta.

Rimborso? Perché, quando un europarlamentare t’invita a Bruxelles e a Strasburgo devi pagare? E allora che invito è? Calma! Se si applica una procedura ordinaria e trasparente, non bisogna tirar fuori un euro neppure a titolo di rimborso. Poi c’è un’altra procedura e lì, casca, come si suol dire, l’asino e sorride il furbetto.

Partiamo dai fondamentali: ogni europarlamentare può invitare 110 persone all’anno ripartite, al massimo, in 5 gruppi. La maggior parte degli europarlamentari lavora con delle agenzie del Belgio a Bruxelles o francesi, anticipando i costi di viaggio che poi recuperano attraverso canali istituzionali.

Piano B: il capo-comitiva è un collaboratore ufficiale dell’europarlamentare il quale, non anticipa ma chiede ai partecipanti di farlo, o meglio, siccome si tratta il più delle volte di truppe cammellate, lo chiede al capocorrente, al sindaco, all’assessore che vuol gratificare i suoi elettori che saranno poi, elettori di quell’europarlamentare.

Stando a quello che abbiamo appreso, il caso dei mancati rimborsi riguarderebbe un europarlamentare del Pd, in carica nella precedente legislatura il quale avrebbe più volte sforato la quota di 110 e lo avrebbe fatto anche nel 2019, anno elettorale in cui la quota di 110 si abbassa in funzione dei tempi di chiusura della legislatura. Ora, se uno chiede il rimborso il 111esimo, 112esimo e così via, non avrà il becco di un quattrino e i soldi li dovrebbe mettere l’europarlamentare. Se, se… campa cavallo. E così pare che ci siano politici locali che abbiamo anticipato chi 1000, chi 2000 euro, che non gli sono stati mai rimborsati, ovvero restituiti. Si dice anche, che il giochino dell’anticipo spese, sia stato attuato anche dentro al perimetro di quota 110 e che pure in quale caso in tanti starebbero ancora aspettando. A di poco si tratterebbe di appropriazione indebita. Ma proprio a dir poco. Perché a pensarci bene, si potrebbe anche trattare di un piano ingegnoso per far quattrini e integrare il già sontuoso stipendio dell’europarlamentare.

Cercheremo di approfondire ulteriormente il caso nei prossimi giorni.