Ma dai, non è possibile! Catello Maresca ad un convegno sulla corruzione organizzato, udite udite, dal Consorzio Idrico

26 Settembre 2018 - 21:04

(di Gianluigi Guarino) – Il pubblico ministero della Dda Catello Maresca, che ormai sta concludendo i suoi ultimi processi ed è già in fase di trasferimento, dopo aver valorosamente operato per disarticolare il clan dei casalesi, ad altro incarico, crede molto nella testimonianza che, in certi momenti è diventata vera e propria missione, costituita da una generosa presenza nei luoghi delle istituzioni dentro ai quali l’identità, tutt’altro che sfumata di un magistrato di frontiera, di cappa e spada, qual è stato ed è Catello Maresca, può imprimere sul bagnasciuga di una mentalità diffusa che rappresenta l’alimento tossico, velenoso di cui si nutrono i fenomeni criminali, caratteristici delle stanze dove si esercita la potestà pubblica del settore amministrativo e del governo del territorio.

Il ragionamento che ispira la scelta dei magistrati della Dda, di partecipare a questi eventi, non fa una grinza: ogni presenza di Maresca o di altro suo collega ad un convegno organizzato da questo o quel comune, diventa, infatti, determinatore di una chance di evoluzione dei processi di governo verso una miglior cifra di legalità compiuta, praticata e non solo enunciata.

Ma esistono dei veri e propri “luoghi pers”, in cui anche la francescana volontà di imprimere una marcia che proceda verso una conversione dei politici di governo, di sottogoverno, delle alte e basse burocrazie, è totalmente inutile. Se il Consorzio

Idrico di Caserta organizza un convegno sulla lotta alla corruzione e riesce a coinvolgere, non si sa come, Catello Maresca, questo non può che essere legato alla volontà che poi è divenuta necessità irrinunciabile, di trovare una legittimazione di fronte alla vera e propria strage di legalità che in questo consorzio si è consumata negli ultimi anni e tenuta nascosta attraverso una volontaria, anzi, premeditata strategia di mimesi da parte di un ente che non finisce, di solito e naturalmente, in cima alle cronache giornalistiche.

Ci vorrebbe, invece, un articolo lungo 30 pagine per sintetizzare, in minima parte, ciò che è successo nel Consorzio Idrico e ciò che è stato messo nero su bianco, in un esposto, presentato alla Prefettura di Caserta, dal presidente del collegio dei Revisori dei Conti, ancora in carica al tempo, e nel quale sono contenute almeno 10 notizie di reato che, espresse dalla guida dell’organo di controllo di tutti gli atti amministrativi del Citl, avrebbero meritato, secondo noi, una maggiore attenzione da parte dell’autorità giudiziaria.

Catello Maresca ha avuto impegni molto gravosi negli ultimi mesi. E certo non ha potuto leggere CasertaCe, questo piccolo giornale di provincia che ogni giorno apre degli squarci sul malaffare di questa terra e combatte, insieme a pochi altri, una battaglia per l’affermazione della legalità, compiuta e, ripetiamo compiuta e non solo enunciata. Poi, si sa, i magistrati, come le altre corporazioni “degli eccellenti”, leggono, per definizione, Il Mattino, La Repubblica, il Corriere della Sera.

Ma non perchè abbiano svolto un confronto e maturato un’opzione tra ciò che questi giornali scrivono e quello che può scrivere il piccolo CasertaCe, ma semplicemente per abitudine, per tradizione, per ripetere quotidianamente un rituale che somiglia molto a quello di chi va a Messa la domenica ma poi, uscendo, non esprime un solo comportamento che lo colleghi alla testimonianza cristiana.

Non sappiamo se il dottore Maresca avrà il tempo, in queste ore, di leggere una selezione di alcuni degli articoli che abbiamo dedicato alle vergognose, putrescenti vicende del Consorzio Idrico di Caserta, da aprile ad agosto. Dato che domani pomeriggio, alle 15, è prevista la sua presenza, potrebbe al limite, compiere un piccolo sforzo, giusto per sapere in che diavolo di posto si reca e che diavolo di gente va, ingiustamente, a legittimare.

 

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