Magliocca come Fantozzi: zerbino ed inferiore di don Giovanni. La sapete l’ultima di stamattina su Gisec? Da scompisciarsi

15 Dicembre 2021 - 11:15

Il presidente della Provincia ha detto che il cambio totale, dunque anche la semplice gestione in ordinaria amministrazione del consiglio attuale dimissionario, non sarebbe possibile perchè ci sarebbe da firmare una convenzione con la Regione, senza la quale, in due giorni la Provincia di Caserta annegherebbe nei rifiuti. E allora nasce l’idea dei tre sconosciuti Silvestro Nacca, Carmela Ferraro e un tal avvocato Piccirillo. Ormai siamo al cabaret, con una serie di personaggi le cui azioni sono talmente inquinate dalla propria cultura, dal proprio carattere, da poter trovare tranquillamente paragoni in metafora in tragicomici personaggi teatrali e cinematografici 

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) – “Prego, Giovanni Zannini, passami addosso, umiliami pure, fai di me il tuo zerbino, ma non mandarmi in crisi di astinenza, non togliermi il mio paradiso artificiale, quella scossa di ogni mattina, quella botta di adrenalina che mi dona solo il momento in cui mi chiamano presidente.” Firmato, Giorgio tuo.

E allora, altro giro, altra corsa: il presidente della Provincia Magliocca ha accantonato l’idea di Pasquale Galdieri per la presidenza Gisec, ma non ha potuto accantonare i diktat e, più in generale, lo scioccante atteggiamento di una persona che, mea culpa, mea culpa, il sottoscritto che si considera grande esploratore e ascoltatore dell’animo umano, non ha conosciuto affatto, nonostante le apparenze. Cosa ci può essere, infatti, nell’attuare agire del consigliere regionale

Giovanni Zannini, se non l’ennesima esibizione di una muscolarità che appartiene all’alfabeto dei bulli se non addirittura peggio, nella pretesa di ottenere comunque la defenestrazione formale, finanche per l’ordinaria amministrazione dell’attuale CDA della Gisec?

C’è la volontà di affermare un modello di manifestazione di un potere malato. Ieri sera, lo confesso, Magliocca, con cui sono stato durissimo nel privato di WhatsApp, mi ha fatto anche un po’ tenerezza quando mi ha comunicato l’ennesima puttanata di questa folle vicenda della Gisec, cioè che Galdieri non sarebbe stato il presidente e che nessun Dionigi Magliulo avrebbe seduto nel nuovo Cda. Anzi, che lui non l’avrebbe neppure fatta l’assemblea di stamattina se non ci fosse la necessità, leggete bene, oggi pomeriggio, domani, di firmare una non meglio indifferibile convenzione con la Regione, senza la quale domattina la provincia di Caserta si sarebbe trovata, in pratica, con la monnezza all’altezza dei secondi piani. Gli ho risposto: Giorgio, vai a dormire e vedi di capire se nell’ultimo meandro del tuo scroto risecchito trovi una traccia superstite di palle per dire a Zannini, caro mio, mi stai facendo fare la figura dell’interdetto, dell’inabilitato, del Fantozzi e del fantoccio. Ora basta: ho fatto un accordo politico con te e non un giuramento di sangue che, come capita nei contesti criminali, crea un rapporto basato sull’obbedienza cieca. Non passerò anche sotto a questa gogna, non trasferirò nel Cda tre anonimi personaggi che avevamo, sempre io e te messo insieme nell’Organismo di Valutazione interno.

E sì, perché è stata questa la novità della nottata: Silvestro Nacca, crediamo di Macerata, un tal avvocato Piccirillo di Portico e un’altra avvocatessa di Caserta, Carmela Ferraro, trasportati come dei pacchetti regalo di un Natale tossico, da un organismo all’altro. Roba veramente da neuro. E tutto questo perché il signor Zannini, dopo aver dovuto accantonare il nome a lui più caro, quello del fresco indagato per reati di camorra, il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, peraltro datore di lavoro di Magliocca, assunto da categoria D proprio in quel Comune un annetto fa, pretende la testa dell’attuale Cda anche per l’ordinaria amministrazione, anche per le sole 72 ore che separano la situazione di oggi da quella delle elezioni provinciali, fissate per sabato 18 dicembre.

E qui non si può dire neppure che Zannini voglia precostituire una condizione nella Gisec, qualora le elezioni le vincesse Mirra. No, non è questo. Lui, di Magliocca, non si fida e dunque vuole dimostrare a tutti che è lui che comanda e che sarà lui ad avere il pallino in mano che gli permetterà  da ora in poi di gestire i giochi della Gisec insieme a quegli altri due campioni di Nicola Caputo e di Luigi Bosco, con cui ha messo in piedi una sorta di “alleanza dei peggiori”, ancorché in grado di essere coperta dal “sistema” dei De Luca e di Bonavitacola, senza il quale la Gisec rischierebbe di rimanere una scatola vuota. E poi, Giovanni il massiccio non può fare la figura di chi non è riuscito a imporre la sua legge. Magliocca è un gregario, un subalterno, un sottoposto, fantozzionamente, è un inferiore. E allora ok, inizi un’altra mattinata da ridere per non piangere, perché Caserta questa è. E la più grande sconfitta per un liberale come me, è arrivare alla conclusione, alla certezza matematica che questa terra non la cambi utilizzando gli strumenti, che sarebbero anche ampi, cospicui, se ci trovassimo altrove, offerti dalla politica e dalla democrazia. E dalla speculare consapevolezza che se proprio vuoi sperare in qualcosa di meglio, ciò non potrà non passare per una potente azione dell’autorità giudiziaria.