MARCIANISE. Ci è andata bene: ecco la dichiarazione di Primo Letizia sull’omicidio del figlio del gioielliere. “Agostino mi disse che lui era stato specchiettista”

10 Maggio 2022 - 12:27

Nell’articolo di ieri avevamo scritto un po’ di cose incrociando due dichiarazioni, datate 2015, di Camillo Belforte e di Bruno Buttone, che coinvolgevano Agostino Piccolo in quel delitto.
Ci chiedevamo poi se esistesse qualche dichiarazione dell’unico pentito importante del clan Piccolo-Letizia. E l’abbiamo trovata

 

MARCIANISE – Ci siamo appassionati alla vicenda dell’omicidio di camorra avvenuto il 24 luglio del 1997 davanti al municipio di Marcianise, in Piazza Umberto I, dell’allora 22enne Carlo Barone, che oggi di anni ne avrebbe 47.
Quell’esecuzione è rimasta impunita. Fu una delle più plateali, soprattutto per il luogo in cui fu consumata.
I gruppo di fuoco dei Belforte dei Piccolo, dalla strage di San Martino in poi, si fronteggiavano nelle strade del centro cittadino come in una sorta di guerra civile.
Perché tale fu considerata dall’allora prefetto Sottile, il quale, come si fa in tutte le guerre, arrivò a proclamare addirittura il coprifuoco.
L’uccisione di Carlo Barone, figlio di un gioielliere di Marcianise, fu commentata da molti media nazionali quale ulteriore recrudescenza di una modalità di guerra tra clan con pochi precedenti in Italia.
Essendo trascorsi 25 anni, quel ricordo si è sbiadito. Ma noi condiamo il nostro lavoro con ingredienti variegati, andando da un lato a caccia delle notizie del quotidiano, dall’altro lasciandoci incuriosire da vicende datate che ci piace incrociare con l’atteggiamento e con le modalità di analisi degli storici, quand’anche solo dilettanti e semplicemente appassionati della materia.
Questo è il motivo per cui, da ieri, stiamo dando questa importanza all’omicidio di Carlo Barone, ammazzato a colpi di calibro 9 sparatigli da un gruppo di fuoco dei Quaqquaroni.
La nostra iniziativa è stata determinata dalla lettura di due interrogatori, peraltro verbalizzati in date molto vicine, nell’ottobre del 2015, dei collaboratori di giustizia Camillo Belforte di Salvatore e Bruno Buttone.

Entrambi, nel descrivere la figura di Agostino Piccolo, cugino di entrambi gli Achille Piccolo e dunque nipote indiretto del superboss Antimo Piccolo e di suo fratello, entrambi ammazzati da Belforte, espongono dei riferimenti precisi a un ruolo usuale che Agostino Piccolo avrebbe esercitato negli anni cruenti e sanguinosi della guerra tra i Mazzacane e i Quaqquarone.
Addirittura Bruno Buttone, per far capire bene il concetto, ricorre anche ad un paragone nel momento in cui afferma che Agostino Piccolo era, per il clan dei Quaqquarone, ciò che Bellopede Tarzan era per i Mazzacane, cioè specializzato nell’attività di specchiettista, individuatore e segnalatore dei movimenti di una vittima designata in modo che questo monitoraggio diventasse punto di riferimento per la commissione materiale del delitto.
Buttone associa la figura di Agostino Piccolo all’omicidio di Carlo Barone. Camillo Belforte dichiara, a sua volta, che Agostino Piccolo era lo specchiettista del clan avversario.
Ieri abbiamo chiuso il nostro articolo asserendo quella che poi tutto sommato è un’evidenza.
Quelle dichiarazioni rilasciate nell’ottobre del 2015, quasi 7 anni fa, da Camillo Belforte e Bruno Buttone, non sono state sufficienti, in quanto non corroborate da ulteriori riscontri documentali o da altri contenuti di interrogatori di collaboratori di giustizia con militanza nel clan Piccolo.

In realtà non è proprio così. Quando lo abbiamo scritto, infatti, ci siamo lasciati uno spazio di manovra, garantendo ai nostri lettori che saremmo andati a dare un’occhiata ai verbali, ovviamente a quelli già resi noti degli interrogatori dell’unico (perché il problema è anche questo, molti pentiti dei Mazzacane e quasi nessuno dei Quaqquarone) collaboratore di giustizia che può raccontare, avendone avuto contezza diretta o anche indiretta, ma comunque acquisita all’interno del clan Piccolo-Letizia, e cioè Primo Letizia, il cui pentimento è anche relativamente recente.
E qualcosa, sull’omicidio di Carlo Barone, l’abbiamo trovata.
Non un riscontro per conoscenza diretta dei fatti, visto che nel 1997 Primo Letizia era un ragazzo, ma la sua dichiarazione è, come si suol dire, una voce di dentro e qualcosa, forse più di qualcosa, conta il suo incrocio con quelle di Bruno Buttone e di Camillo Belforte, che a questo punto ne vengono valorizzate: “Su Agostino Piccolo e su suoi coinvolgimenti non ricordo, anzi ora che lo chiedete ricordo che nel 2013, io appena scarcerato, mi trovavo a casa mia con lui e mi disse di essere stato coinvolto come specchiettista nell’omicidio di tal Barone”.
Basteranno le dichiarazioni di Primo Letizia, in combinazione con quelle di Camillo Belforte e Bruno Buttone, per contestare ad agostino Piccolo il concorso in quell’omicidio passato a suo modo alla storia e rimasto impunito?
Chissà.

Qui sotto la copia del documento originale contenente la dichiarazione di Primo Letizia su Agostino Piccolo e il delitto Barone: