MARCIANISE. Dottoressa Tartaglione, sia buona ed eviti maldestre affermazioni sui concorsi, altrimenti la gente pensa che ha l’obiettivo di spartirsi i posti col sindaco Trombetta

28 Dicembre 2024 - 19:37

Noi di Casertace, che abbiamo propugnato per motivi più volte asseriti e che ribadiamo in questo articolo, il ritorno alle urne oppure una intesa istituzionale tra il sindaco e la sua competitor dopo le elezioni, oggi vi diciamo che questo potrebbe essere ancora possibile, seppur quasi fuori tempo massimo, ad una sola condizione

MARCIANISE (G.G.) – Mettiamo subito in chiaro una cosa: noi di Casertace siamo stati assertori di un governo istituzionale o delle larghe intese, o come diavolo si sarebbe potuto chiamare, dal giorno dopo le ultime elezioni.

La nostra posizione era aderente, intransigentemente funzionale, all’esito delle urne.

Da una parte il popolo sovrano di Marcianise aveva eletto a sindaco, seppur di strettissima misura, Antonio Trombetta con uno scarto di 61 voti nei confronti della sua competitor Lina Tartaglione, dall’altra parte aveva premiato, attraverso un massiccio utilizzo del voto disgiunto, le liste che appoggiavano la Tartaglione e che hanno raggiunto il 56%, distanziando di molto quelle presentate in appoggio ad Antonio Trombetta, attestatesi al 44%.

Il sindaco ha voluto forzare la mano alla democrazia. Aveva due strade: riconsegnare il pallino agli elettori, dimettendosi dalla sua carica, non sorretta da una maggioranza politica, oppure formulare un appello a tutti i 24 consiglieri comunali per compiere insieme un percorso basato su alcuni punti programmatici qualificanti, frutto del contributo di entrambi gli schieramenti chiamati a raggiungere un punto di equilibrio.

Questa intesa, rispettosa dell’esito dell’urna, avrebbe dovuto poi trovar riscontro nella giunta comunale, nella quale far affluire gli apporti dell’una e dell’altra parte.

Ciò non avrebbe costituito un papocchio, una frittata consociativa, ma pur nella problematicità di un assetto complicato da raggiungere e conservare, avrebbe costituito un tentativo di dar riscontro speculare a ciò che i marcianisani, facendo un po’ di confusione, ma pur sempre impugnando lo scettro del popolo sovrano, avevano deciso.

Siccome Trombetta un presuntuoso e ritiene di capire di politica quando ne capisce ben poco, ha voluto forzare la mano. Ha deturpato, sfregiato, il verdetto della democrazia elettorale e rappresentativa.

Pur di rimanere a galla ha promosso due ribaltoni. Con il primo si è messo d’accordo con Pino Riccio e Pratillo, quest’ultimo eletto in una delle liste in appoggio a Lina Tartaglione. Non contento, è andato da Giovanni Zannini, chiedendo il voto di Nicola Russo eletto a sua volta con Lina Tartaglione e che ha preteso, in nome e per conto di Zannini, l’ingresso in giunta di uno che sino a poco tempo fa ha cavalcato il crinale tra l’irregolarità amministrativa e l’illegalità penale.

Ovviamente ci riferiamo a Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo, per il quale Zannini si è speso anche con Biagio Lusini, suo collega indagato, oggi ai domiciliari, affinché Mimmo Tartaglione fosse assunto, seppur a tempo determinato, al Comune di Teverola.

A nostro avviso c’è solo un modo per riprendere il filo di quel discorso che andava realizzato subito dopo le elezioni: bisogna ripulire il campo della democrazia rappresentativa, cioè il massimo dell’espressione costituzionale di un sistema fondato sul popolo sovrano dalle pesanti scorie che lo hanno inquinato.

Ciò può essere fatto solo emarginando quelli che sulla democrazia rappresentativa hanno sputato, violando il segno del proprio mandato.

Un accordo di tipo istituzionale tra l’attuale maggioranza (si fa per dire) di Antonio Trombetta e l’attuale minoranza di Lina Tartaglione diventa incommestibile se non parte da una totale emarginazione dei consiglieri comunali Pratillo e Russo, non possono fa parte di un consesso democratico presentabile.

E non perché lo diciamo noi, ma perché lo dicono secoli di civiltà democratica. Chi viola il volere del popolo non può assumere incarichi di governo né può determinarli

Detto questo, dobbiamo essere magnanimi nei confronti di Lina Tartaglione, per la quale ci portiamo un po’ di scrupolo di averne determinato la sconfitta nel momento in cui dalla nostra trattazione della campagna elettorale del maggio 2023 è stata rimossa da questo giornale che non le ha perdonato, come non ha perdonato oggi a Trombetta, l’accordo con Giovanni Zannini, il male cardinale della politica casertana.

Per cui saremo magnanimi e non calchiamo la mano su un passaggio del suo post, che apre la strada alla trattativa su un possibile governo di larghe intese con Trombetta.

Scrive la Tartaglione, che parte bene e arriva male: “Nel primo incontro, che avverrà a strettissimo giro, chiederò al sindaco Trombetta di partire dai nostri programmi per calendarizzare un percorso a tappe in cui avremo modo di affrontare grandi questioni e scadenze prossime, come nel caso degli imminenti concorsi comunali chiedendo l’assunzione di azioni immediate tese a garantire la più ampia partecipazione alle prove e la massima trasparenza delle procedure già in atto, valutando una proroga per le iscrizioni, le migliori modalità di svolgimento delle selezioni e i criteri da adottare nella composizione delle commissioni.”

Intanto questa enfasi sui concorsi che diventano il punto nodale di questo possibile accordo non costituisce secondo noi una scelta felice e in grado di dare alla Tartaglione una freschezza espositiva che dovrebbe esplicitare in modo da non precipitare nella melassa di un accordo di potere, che magari non è tale ma può essere percepito così.

Giusto dire che i concorsi dovranno essere fatti con la massima trasparenza; giusto dire che per una volta vincano i migliori.

Per carità, questo costituirebbe una vera e propria rivoluzione, una novità clamorosa non solo per Marcianise, ma per tutta la provincia di Caserta.

Ma nel momento in cui chiede la proroga dei termini per la partecipazione ai concorsi, cosa vuol dire realmente? Noi siamo convinti che la Tartaglione scriva in buona fede, quand’anche in maniera molto ingenua.

Avrebbe dovuto argomentare in maniera dettagliata il concetto riguardante una eventuale difficoltà di conoscenza da parte dei cittadini dell’esistenza di questi concorsi.

Questi sono nati, però, con tutti i difetti del mondo, sono connotati dalle peggiori intenzioni della politica lottizzatoria, ma tutto si può dire eccetto che di questi bandi non si sia parlato e saputo. Ne hanno scritto anche gli altri giornali.

Chi non si è iscritto, chi non ha presentato la propria candidatura, non l’ha fatto per scelta cosciente o perché, ritenendo che tutto fosse già deciso dalla politica e dalle pratiche lottizzatorie della complicatissima maggioranza di Antonio Trombetta, non ci fosse alcuna possibilità di assunzione.

Dicendo ora che bisogna prorogare i termini presta, ingenuamente, il fianco a chi pensa che queste larghe intese si vogliono fare solo per aumentare il numero di pezzi della pagnotta da spartire.

Dato che i miei sostenitori hanno deciso di on partecipare al concorso, perché i 10-11 posti previsti sono già ipotecati dalla maggioranza, ora che facciamo le larghe intese riapriamo i termini d partecipazione in modo che i miei seguaci entrino e noi ci spartiamo le assunzioni, magari 6 a te Trombetta, 5 a me e alla minoranza.

Il nostro è un contributo generoso, costruttivo. Vogliamo pensare che la Tartaglione, entrata in politica da poco tempo, non scriva queste cose sotto dettatura del suo augusto marito, il quale è un ottimo imprenditore, un uomo belloccio, ma quando entra in questioni politiche crea disastri inenarrabili, come dimostrato ampiamente dall’esito delle elezioni comunali.

Sarebbe opportuno una volta per tutte che nella famiglia Golino-Tartaglione si decidesse chi deve far politica.

Una volta deciso, sarebbe opportuno che chi si assume la responsabilità dica all’altro di fare due o tre passi indietro.

Qualcuno potrebbe obiettare, non è la stessa cosa della coppia Iodice-Scognamiglio?

Noi rispondiamo: ma qualcuno può seriamente affermare, vedendo all’opera il simpatico Scognamiglio, che questa non rappresenti un’eccezione originalissima? Un’eccezione che, però, conferma la regola.