MARCIANISE. L’opposizione stuzzica Velardi sul Consorzio Idrico. A G.B. Valentino diciamo: risponda ad una sola domanda e noi le chiederemo scusa pubblicamente

9 Novembre 2020 - 19:23

MARCIANISE (G.G.) – Mai come in questa circostanza, dobbiamo veramente sforzarci ad essere brevi. Perché se allunghiamo il brodo non si fanno gli interessi della verità.

Gli articoli diventano meno fruibili e non si arriva al nocciolo della questione.

In calce pubblichiamo il testo integrale dell’interrogazione presentata dai 9 consiglieri comunali di minoranza al sindaco di Marcianise Antonello Velardi e al presidente del consiglio comunale Angela Letizia sul Consorzio Idrico, sul fatto che lo stesso Velardi, solo il 30 agosto scorso, in piena campagna elettorale, lo abbia definito un “carrozzone clientelare”, elencandolo tra gli altri.
Il Comune di Marcianise ha più del 15% delle quote ed è l’azionista di maggioranza relativa.

Velardi, nella scorsa consiliatura ha designato Giovan Battista Valentino quale rappresentante nell’assemblea e attraverso lui ha inserito Pietro Crispino nel Cda, in cui si viaggia a circa 70/80mila euro all’anno per ogni consigliere.

Sintesi: Crispino ha preso una caterva di voti. Pur essendo nel Cda del Consorzio Idrico, si è proposto al popolo marcianisano come consigliere comunale, trasportando nella competizione elettorale la rendita di posizione acquisita grazie alla nomina nell’Idrico.

Subito dopo, appoggiandosi sul fatto che non esiste la ineleggibilità, ma solo l’incompatibilità, non è proprio passato per l’aula consiliare, dimettendosi immediatamente dalla carica di consigliere.

Lui ha affermato che l’ha fatto per rappresentare ancora meglio il popolo marcianisano e i suoi interessi in quell’ente. Noi diciamo che questo l’avrebbe potuto far elo stesso senza andare a prendere più di 400 voti, non trasfonderli nella rappresentanza democratica e dunque lasciando loro l’unico valore del contributo elettorale che una designazione di spoil system nel Consorzio Idrico ha portato al mulino di Velardi.

Sarà una figura anomala, anzi atipica di voto di scambio, ma secondo noi questo è quel di cui stiamo parlando.

Secondo punto: Giovan Battista Valentino, il quale ha così commentato l’interrogazione della minoranza. “Quando l’offesa viene dal fango non macchia, scivola”.

Ecco, questo bisogna evitare; bisogna evitare di entrare in bagarre.

Bisogna dire: caro Valentino, noi la rispettiamo e rispettiamo anche sua moglie Rachele Barbarano. Nessun processo sommario. Anzi, le diciamo che non si può escludere a priori che i 9 consiglieri d’opposizione abbiano scritto un cumulo di bugie nella loro interrogazione.

E allora, è inutile agitarsi. Lei deve serenamente portare avanti la forza della verità e della sincerità. A quel punto tutti capiranno che quello è fango, mentre il suo è oro colato.

Vengono poste delle questioni precise, a cui lei può rispondere tranquillamente. Una in particolare: è vero che mentre faceva parte dell’assemblea del Consorzio in rappresentanza del Comune di maggioranza relativa, sua moglie riceveva dallo stesso Consorzio incarichi professionali?

Sa che le diciamo? Che se ne ha avuti 1500, se ha intascato un fantamilione di euro, prima che lei entrasse in assemblea, noi stavolta, al di là di una laica perplessità, riconosceremo la legittimità di questa situazione.

Ma se sua moglie ha preso anche un solo incarico, anche di un solo euro, mentre lei era già in assemblea col suo 15% decisivo per gli equilibri di potere del Consorzio, allora i 9 consiglieri di minoranza sono oro colato e lei invece è fango.

Guardi, diciamo veramente sul serio. Se lei domani mattina ci invia una dichiarazione in cui dimostra a noi e al popolo marcianisano che sua moglie non ha ricevuto neppure un euro dal secondo preciso in cui si è insediato nell’assemblea, le chiederemo scusa pubblicamente per quello che pure abbiamo scritto negli anni riguardo la consistente presenza dell’avvocatessa Barbarano nell’elenco dei fornitori di assistenza giudiziaria a quello che Velardi ha chiamato, bontà sua (ma a quel punto noi ci dissoceremmo) carrozzone clientelare.

 

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