Non c’è un solo cantiere della fibra ottica che sia legale: altro blitz della Polizia, costretta a fare il lavoro che gli Uffici Tecnici fannulloni non fanno

31 Dicembre 2023 - 17:59

Dopo il caso di Capodrise, altro episodio, stavolta in via XXV Aprile, a Marcianise. Ingresso dei poliziotti anche nell’UTC per controllare le autorizzazioni. Cantiere bloccato e raffica di denunce

MARCIANISE (g.g.) – Farà bene Andrea Grassi a istituire una nuova sezione della questura che dirige che vada a sostituire le inadempienze ormai totali accumulate dagli Uffici Tecnici dei comuni, a partire da quello di Capodrise, diretto da sua eminenza Ernesto Palermiti, un nome, una garanzia, che francamente vedremmo benissimo, così, a fine carriera, per allargare il tris e trasformarlo in un poker, al comune di Caserta, ormai diventato un sinedrio di teste d’uovo, di grandi scienziati dei lavori pubblici e dell’urbanistica, insieme a sua santità, il papa Franco Biondi, e ai suoi degni assistenti, Luigi Vitelli e Raffaele De Rosa, detto Lello, da Casapesenna.

Proprio da Capodrise, nei giorni scorsi, abbiamo iniziato un rapido giro di informazione riservata a cantieri importanti e naturalmente illeggibili dal punto di vista delle responsabilità dalle solite ricotte, costituite da aziende appaltanti che poi trasmettono lavori in subappalto e anche in sub-subappalto (clicca e leggi).

Oggi è la volta della confinante Capodrise. Così come è successo nell’appena citato caso di Capodrise, cantiere per l’impianto della fibra ottica, finanziamento PNRR, sono stati gli uomini della polizia di Stato ad intervenire.

Il cantiere attraversato dalle attenzioni è stato quello aperto in via XXV Aprile. Per quello che sappiamo, dovrebbe trattarsi – anche in questo caso – di lavori di impianto e posizionamento dei cavi della fibra ottico? Sapete perché lo pensiamo? Perché di mezzo c’è di nuovo la Cogepa, impresa con sede a Napoli e a Marcianise per la quale non possiamo più limitarci ad affermazioni assertive. Per cui, nei prossimi giorni, cercheremo un’anima buona che ci faccia risparmiare i sei euro della visura storica, così da capire chi ne siano o chi ne sia il legale rappresentante e chi ne sia o chi ne siano i soci.

Niente di personale, ma è mai possibile che lavori finanziati dallo Stato con commesse lucrosissime, frutto del profluvio di danaro arrivatoci dall’Unione Europea, debbano essere svolti in maniera così raffazzonata, pericolosa e, sostanzialmente, illegale?

Anche via XXV Aprile è, al pari della strada del cantiere di Capodrise, un’arteria ad alto – se non altissimo – flusso automobilistico.

Nessun cartello di segnalazione che evidenziasse questi lavori, con il rischio che gli operai venissero investiti dalle auto in transito. I mezzi d’opera del cantiere, poi, operavano senza precauzione per gli automobilisti.

Dunque un cantiere pericoloso per chi ci lavorava e per chi lo sfiorava, percorrendo la strada in auto o con altri mezzi.

I poliziotti si sono recati nell’Ufficio Tecnico del comune di Marcianise e lì hanno preso atto che quei lavori erano stati regolarmente autorizzati. Di qui la nostra battuta iniziale.

Questi controlli devono essere realizzati per legge dall’Ufficio Tecnico dei comuni assieme ai vigili urbani. Ma siccome vige la regola del fannullonismo elevato a sistema, sono costretti a farli i componenti della polizia di Stato che dovrebbe occuparsi di altre cose.

Ribadiamo – e lo facciamo per chi non ha avuto il tempo di usare il link ed entrare nell’articolo di Capodrise – che Cogepa opera quale impresa subappaltataria, su un cantiere della subappaltante Open Fiber.

Sono scattate diverse denunce, presumibilmente per il responsabile di cantiere e riteniamo anche per il legale rappresentate di Cogepa come per la responsabilità oggettiva, di fatto. Ma su questo non ci sono ancora conferme.

Quando andremo a togliere il velo rispetto a questa società, oltre al caso in sé di Marcianise e Capodrise, potremo approfondire meglio la dinamica.