MARCIANISE. Per amor di verità: il trasformista Pino Riccio dà della trasformista a Lina Tartaglione. Un falso storico che va condannato e corretto

6 Luglio 2023 - 18:24

In calce al nostro articolo, pubblichiamo il post del noto politico marcianisano che, da un lato, rispondendo alla sua candidata a sindaco, coglie l’incontestabile elemento di una candidatura rivelatasi, effettivamente, numeri alla mano, molto debole, dall’altro lato, però, vorrebbe dimostrare che la Tartaglione è trasformista come lo è lui. No, non è così, l’unico artista del genere resta solo il simpatico “Pinuccio”.

MARCIANISE (g.g.) Questa pubblicazione, questo inserimento editoriale può servire alla ragione di una completezza cronistica che di solito, giornali come il nostro, non possono consentirsi a causa delle esigue risorse produttive che hanno a disposizione.

Per cui, con tutto il rispetto di Pino Riccio, che – lo ribadiamo ancora una volta -, ci sta anche umanamente simpatico, difficilmente avremmo dato conto del post da lui pubblicato due giorni fa, se avesse riguardato un argomento diverso da quello che l’esperto politico marcianisano ha affrontato.

Come si sul dire, per amor di verità: Riccio risponde alla consigliera comunale di opposizione Lina Tartaglione, candidata a sindaco sconfitta, che lo aveva accusato di essere un trasformista.

La seconda parte del post di Riccio sviluppa un ragionamento che, piaccia o non piaccia, sia o non sia fuori tema rispetto ai rilievi posti dalla Tartaglione, è comunque dimostrato dai numeri aritmetici, dunque, da elementi totalmente oggettivi, emersi dall’urna elettorale. Riccio scrive, infatti, che Lina Tartaglione è stata una candidata debolissima, bocciata ad personam dai marcianisani, visto che più di mille di loro hanno preferito votare per Antonio

Trombetta, dopo aver scelto una lista e dei candidati al consiglio comunale espressi dalla coalizione avversaria, cioè dal centrosinistra. Su questo c’è poco da discutere.

Ma la Tartaglione aveva accusato Pino Riccio, leader del partito di Più Europa, che ha eletto Pratillo a consigliere comunale, di aver abbandonato la coalizione per la quale aveva corso, per salire sul carro del vincitore.

Ora, se è oggettivo ciò che Riccio dice della Tartaglione, relativamente a quella che noi definiamo la sua molto dubbia popolarità, è anche oggettivamente vero quello che la Tartaglione dice di Pino Riccio, quando lo taccia di trasformismo, limitandosi all’ultimo caso e non facendo nessun riferimento specifico alla storia politica di Riccio, contrassegnata, anche in questo caso oggettivamente, aritmeticamente, da diversi passaggi di casacca.

Questo giornale, di tutto può essere tacciato, eccetto di essere stato vicino a Lina Tartaglione nel corso dell’ultima campagna elettorale. Qualcuno addirittura afferma che CasertaCe sia stato uno dei motivi della sua sconfitta. In verità, non le siamo stati né vicini e né lontani, semplicemente perché CasertaCe, con motivazioni politiche solide e a causa di gravissimi errori compiuti dalla candidata a sindaco nella fase delle alleanze, ha deciso letteralmente di cancellare il suo nome dalla partita elettorale, ritenendo che fosse serio e reale affermare che il vero candidato sindaco fosse il marito, Angelo Golino. Per cui, noi siamo al di sopra di ogni sospetto di partigianeria. Ma, nel momento in cui Pino Riccio rispedisce al mittente l’accusa di trasformismo, assimilando in pratica il suo caso a quello che vide protagonista Lina Tartaglione subito dopo le elezioni dell’ottobre 2020, costituisce semplicemente un falso storico. Il trasformismo, nella sua accezione storico-culturale, rappresenta, infatti, una dinamica di sviluppo della propria azione politica finalizzata a posizionarsi lì dove si possono validamente curare i propri interessi personali o gli interessi di una parte, comunque appartenenti alla gestione del potere, a quello che Francesco Guicciardini definiva il “particulare”.

Lina Tartaglione ha fatto esattamente il contrario, così come abbiamo scritto tante volte: ha lasciato una posizione di consigliera di maggioranza, che le poteva consentire di gestire, direttamente o indirettamente, una fetta di potere ed è andata a sedersi nei banchi dell’opposizione, avendo constatato con un certo raccapriccio, le attitudini politiche, ma anche umane, di Antonello Velardi, sindaco per il quale si era candidata. Quando Lina Tartaglione compì quest’atto, noi di CasertaCe, ci togliemmo il cappello e ce lo togliamo ancora oggi, perché quella decisione, assunta insieme al suo collega Raffaele Delle Curti, ci permise di scrivere che, anche in provincia di Caserta, la politica presentava un timido barlume di luce in tanta miseria lottizzatoria e assistenzialista.

Quindi, va sottolineato al simpatico Pino Riccio che questa roba qui non c’azzecca nulla con il trasformismo.

Il trasformismo è quello che pratica lui. Per carità, insieme a tantissimi altri.