MARCIANISE. Velardi la fa franca: a 10 giorni dalla scadenza dei termini, nessun sopralluogo nella sua casa abusiva. La pesante responsabilità del comandante Guglielmina Foglia

24 Febbraio 2022 - 14:34

Non smetteremo mai di denunciare quello che ai nostri occhi è un sopruso. E vi spieghiamo anche perché è gravissimo, sul piano della fiducia che il popolo, i cittadini, ripongono nelle istituzioni, far passare il messaggio che se uno è potente, se uno è raccomandato, se uno è figlio della gallina bianca o lavora sotto traccia per diventarlo, non ha più l’obbligo di rispettare la legge

 

 

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) – Come al solito, la mediocrità valutativa relativa a fatti di indubbio rilievo pubblico finisce per diventare una sorta di salvacondotto che consente a chi sfida, elude e viola la legge, di farla franca.

Sapete perché il caso di Antonello Velardi e del suo terzo piano abusivo reca con sé effetti devastanti in quanto conservatori di una mentalità che si relaziona alla legge solamente in termini di apparenza?

Perché Velardi è il sindaco di Marcianise. Va da sè, dunque, che ogni cosa che lo riguarda, vale per lui come vale per i suoi colleghi alla guida di città e di cittadine importanti qual è sembra ombra di dubbio Marcianise, finisce per amplificarsi, perché solamente uno stupido o una persona in malafede può ritenere che un grave abuso edilizio, compiuto da una persona senza incarichi pubblici, possa essere equiparato a quello compiuto da chi esercita delle potestà in nome e per conto della Repubblica Italiana.

In scala 1:1.000.000.000 mettiamo che si scoprisse, per assurdo, che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia violato le leggi urbanistiche di Palermo, trasformando in mansarda un sottotetto. Cosa succederebbe in Italia? In quanti chiederebbero le sue dimissioni?

Ma il problema non consiste nella rilevazione delle possibili conseguenze di un comportamento illegale da parte di chi è titolare di una funzione pubblica.

Molto più grave è, per la civiltà, per la crescita culturale, sociale, antropologica di un determinato luogo, il fatto che un abuso edilizio compiuto da un sindaco interessi cento o mille volte in più rispetto all’abuso compiuto da un privato cittadino.

Statene certi che, al di là del fatto che Casertace si stia occupando di questa vicenda, così come ha fatto negli ultimi anni con il malaffare, connotato indiscutibilmente connotato principale degli anni dell’amministrazione di Velardi, al di là del nostro lavoro, potete star certi che il 30%, forse il 40% della popolazione di Marcianise si è più o meno informata sul terzo piano abusivo costruito dal suo sindaco.

Queste persone, decine di migliaia, stanno lì e aspettano l’evoluzione degli eventi.

Questo giornale propone loro ogni giorno la realtà oggettiva di leggi e norme che impongono a una qualsiasi autorità di esercizio dei compiti di Polizia Giudiziaria, di verificare se, alla scadenza dei 90 giorni, dalla notifica dell’ordinanza di abbattimento, il sindaco abbia o meno adempiuto.

Adempiuto non a quello che scrive Casertace, ma a quello che la legge gli impone di fare e che lui, rappresentante della Repubblica, dovrebbe realizzare senza se e senza ma, dando, come si dice, l’esempio di un cittadino che ha sbagliato e che rimedia dopo aver violato la legge.

Questa dinamica, quando coinvolge un uomo pubblico, mannaggia la miseria ma come bisogna fare a spiegarlo in questa landa desolata dell’incultura desolante, vale cento volte in più.

Comandante Guglielmina Foglia quando noi scriviamo che ci vuole un fisico bestiale per avere a che fare con quello là, uno da spernacchiare con la frase di Giovanni, che fa storico trio con Aldo e Giacomo, “Abbassa lo sguardo”, non vogliamo diminuire le sue indubbie qualità umane e professionali.

Nel momento in cui Antonello Velardi le ha negato l’autorizzazione per continuare ad operare negli uffici della Presidenza del Consiglio Regionale della Campania attraverso l’istituto del comando, lei è tornata a Marcianise in una condizione tale da non poter garantire la piena applicazione della legge, che presuppone un senso di equità, ancora più urgente e cogente quando di mezzo c’è un potente.

Se lei, comandante Foglia, ritiene che oggi, 23 febbraio, centesimo giorno dalla entrata in vigore del decreto di abbattimento firmato il 17 novembre scorso dal “fu” dirigente Anacleto Fuschetti, si trincera dietro alla necessità di un non meglio precisato confronto dialettico volto all’accertamento di chissà cosa, con l’Ufficio Tecnico del Comune; se lei, comandante Foglia, pur utilizzando l’argomento non peregrino dell’inopportunità che sia il suo sottoposto, anche lui ufficiale di polizia giudiziaria, Filippo Lasco a provvedere al sopralluogo di casa Velardi, blocca molto discutibilmente e a conclusione di una ancor più discutibile conversazione informale avvenuta all’interno del commissariato di Polizia di Marcianise, l’iniziativa assunta da Lasco, senza però assumere lei le redini della vicenda, limitandosi a fare quello che non è un atto di imperio e di abuso di potere, ma semplicemente la manifestazione notarile di quello che la legge prevede;

allora vuol dire che Lasco non è stato bloccato per una comprensibile e per molti versi condivisibile motivazione di opportunità, ma solo per insabbiare, dilatare, ritardare i tempi concedendo al cittadino Velardi un privilegio feudale, odiosamente aristocratico, che è esattamente il contrario di ciò che la legge prevede e ancor di più di ciò che la legge non scritta dell’etica morale da parametrare ai comportamenti di chi rappresenta lo Stato stabilisce di fatto.

Per Velardi, la legge non è uguale a quella che un qualsiasi altro cittadino, che il povero meccanico che si è visto di recente abbattere il manufatto nella zona di via XXV Maggio, è chiamato a rispettare soffrendone le dure conseguenze materiali morali.

Concludiamo, come spesso amiamo fare, chiudendo il cerchio che abbiamo cominciato a tracciare all’inizio di questo articolo.

Già noi al Sud, in provincia di Caserta, soffriamo le pene dell’inferno nei processi di uno sviluppo che ha arrancato in ogni epoca e continua ad arrancare a causa dell’ineducazione cinica e civile.

Ma scusate, i marcianisani che, Casertace o non Casertace, stanno seguendo questa vicenda e sanno, comandante Guglielmina Foglia, parliamo alla sua funzione e non alla sua persona, che il meccanico di via 25 maggio, che diventa un po’ il Gennaro Esposito netturbino della Livella di Totò, ha dovuto abbattere mentre il Velardi, forte del suo potere, può permettersi il riguardo di un tempo lungo garantitogli da un comandante dei Vigili Urbani che, sia detto sempre nel rispetto della persona, è in totale soggezione, non avendo la tempra di fare “a capate in faccia” con questo qua, cosa devono pensare, quale convinzione andranno a maturare?

Perché dovrebbero rispettare le leggi, sentirsi quota parte di uno stato di Diritto che propina quest’ultimo dei figli e dei figliastri, dei potenti e dei poveri cristi?

Ecco perché lei, comandante Foglia, ma a questo punto ci rivolgiamo anche ai dirigenti del commissariato di Polizia di Marcianise, agli ufficiali dei Carabinieri della locale compagnia, a quelli della Guardia di Finanza, si sta assumendo una responsabilità molto seria che va ben al di là della vicenda considerata in sé per sé.

Questa è una categoria disastrosa che finisce per superare anche quella criticatissima, nella storia della filosofia della politica, dello Stato Etico, creandone una nuova di categoria, quella dello Stato delle ingiustizie.