Mastella ordina, Bosco esegue: la sostituta nella Gisec di Caterina De Rosa arriva addirittura da Monte di Procida

6 Aprile 2022 - 17:55

Cogliamo l’occasione per svolgere una breve riflessione intorno alla vita politica di una persona che conosciamo molto bene anche personalmente, essendo il sottoscritto un suo conterraneo, nel ricordo dei tanti guai attraversati, a partire dall’arresto di sua moglie Sandra Lonardo, per le scelte sbagliate compiute a Caserta. Perché l’idea di creare un ceto politico, che solo di politica vive, rappresenta sempre un’operazione rischiosa. Il lavoro di Bosco è, in pratica, quello di assessore; la signora in questione si è candidata a sindaco del comune del litorale flegreo.

 

 

CASERTA (g.g.) Una soluzione “esotica” per coprire il buco lasciato dalle dimissioni di  Caterina De Rosa dal Consiglio di amministrazione della Gisec, la società il cui capitale è stato sottoscritto nella sua totalità dall’amministrazione provinciale di Caserta e che gestisce tutti gli impianti dei rifiuti di Terra di Lavoro.

Soluzione esotica ma anche politicissima. In poche parole, Luigi Bosco, assessore al Comune di Caserta e segretario regionale di Noi di centro, ha indicato il nome di Nunzia Nigro, già candidata a sindaco alle elezioni svoltesi il 20 e 21 settembre 2020 nell’amena località di Monte di Procida. In questo modo ha ritenuto di fare una cortesia al suo leader Clemente Mastella dal quale è sicuramente arrivato l’input per questo nome, visto e considerato che il simbolo con il quale la Nigro si è presentata era proprio quello di “Noi” con il quale Mastella partecipò anche alle elezioni regionali e che elesse a Caserta il medico marcianisano Maria

Luigia Iodice.

Clemente Mastella è un politico che viene dal passato. Fino a qualche anno fa questa caratteristica rappresentava un marchio di infamia, oggi, con tutta onestà, ce ne fossero di Mastella perché quantomeno si tratta di persone che sanno leggere e scrivere, in questo caso anche di più.

Mastella, pur portandoseli bene ha varcato ampiamente la soglia dei 70 anni e oggi possiamo tranquillamente affermare che ha tutto il diritto di essere coerente con se stesso, cioè realista. Sentendolo parlare ultimamente, si capisce bene che lui sia perfettamente consapevole che potrebbe esistere anche un’altra politica, oltre a quella che lo ha abbracciato in culla, quando a 29 anni, nel 1976, varcò per la prima volta la porta di Montecitorio. Ne è consapevole, ma, da uomo in carne ed ossa, lui si sente bene, al pari della moglie Sandra Lonardo, continuando ad avere un ruolo di grande visibilità. Per cui, si limita a fare quello che può fare e vuole conservare il suo posto in vetrina. La sua nuova creatura, Noi di Centro, infatti, non modifica l’approccio alla politica che fu del Ccd prima del Cdr, subito dopo la scissione da Casini del 1998, poi dell’Udr, partito fondato con Cossiga e in cui entrò anche Rocco Buttiglione e poi con l’Udeur, che su Caserta non ne azzeccò una, a partire da Nicola Ferraro e da Angelo Brancaccio, ad andare in giù, creando le condizioni qui, ribadiamo, proprio a Caserta, dei guai giudiziari che colpirono la moglie Sandra, che fu arrestata per le presunte pressioni fatte all’allora direttore generale dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano, Luigi Annunziata, al punto che fu la Procura di Santa Maria C.V. a chiedere e ottenere l’arresto della Lonardo e anche di Nicola Ferraro, determinando le dimissioni di Mastella dalla carica di ministro della Giustizia e la successiva caduta del governo Prodi.

Dunque, quando diciamo “la stessa politica”, non appartenendo al nostro corredo culturale alcuna vena moralista, quand’anche vaga, non vogliamo rimproverare a Mastella il fatto di non aver imparato dalla storia e dai problemi sofferti a causa di un rapporto improprio e non sufficientemente avveduto con diverse soggettività camorristiche o paracamorristiche di Terra di Lavoro, anche perché in tutta evidenza Luigi Bosco non può essere paragonato ad un Nicola Ferraro o ad un Angelo Brancaccio. Però, si inizia così, e il format, il metodo che sovraintendono alla nomina della montese Nunzia Nigro all’interno della Gisec evoca certe vicende molto, troppo simili verificatesi all’inizio di questo secolo fino al 2008 e che non poche sofferenze sono costate ai coniugi di Ceppaloni.