IL VIDEO. 3 ARRESTI. Ecco come le due cooperative truffavano la Prefettura di CASERTA nella gestione dei fondi per i migranti

9 Marzo 2021 - 18:47

CASERTA (l.v.r.) – Emergono ulteriori particolari dall’operazione nel settore dell’accoglienza ai migranti (QUI I PRIMI DETTAGLI

). Un blitz portato avanti questa mattina dalla polizia e dal comando provinciale della Guardia di Finanza del gruppo di Cassino, guidati dal tenente colonnello Salvatore Rapuano, che ha portato all’arresto ai domiciliari di 3 persone e al divieto di esercitare attività imprenditoriale per altri 5 soggetti.

Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Manuele De Franco della procura di Cassino, hanno consentito di ricostruire molteplici illeciti commessi da un gruppo criminale che gestiva diverse cooperative attive nel sistema dei centri di accoglienza straordinaria. Una blitz che si è diviso tra la provincia di Frosinone e quella di Caserta. Stamattina, infatti, la Guardia di Finanza cassinate è giunta in due strutture ubicate a Galluccio e Caianello. Un’operazione cha ha portato alla luce la condizione in cui versavano i migranti ospitati. Condizioni igieniche scarse, come scarsa era l’assistenza psicologica, la mediazione linguistica e culturale fornita agli immigrati dei Cas e perfino l’assistenza sanitaria. Tutte attività che invece i proprietari delle cooperative si facevano pagare lautamente dalla prefettura di Caserta.

Ed è questa l’accusa più importante mossa nei confronti degli otto soggetti: un’attività di truffa aggravata ai danni dello Stato e di autoriciclaggio di denaro.

In che modo però? In pratica, le coop attestavano di offrire servizi e beni ai migranti che invece questi non vedevano mai. L’operazione dei finanzieri di Cassino ha fatto emergere (lo portiamo come esempio del modus operandi) un cospicuo numero di fatture per cibo da alcune società agricole, sempre legate agli imprenditori napoletani finiti nei guai, che nei centri di accoglienza non giungeva mai. Era questo il modo in cui veniva compiuta la truffa, l’utilizzo illecito dei fondi che partivano dalle prefetture di Caserta e Frosinone.

Importante anche la scintilla che ha fatto scattare tutta l’operazione. L’inchiesta nasce grazie ad una protesta fatta dagli stessi migranti, frustrati dalla loro condizione, in aspra polemica verso chi gestiva i luoghi dove venivano accolti. Una reazione, un moto che ha dato i suoi frutti.