Noto farmacista condannato. Vendeva pillole dimagranti, a 250 euro a confezione, a una ragazza che ha perso i capelli e per poco non è rimasta paralizzata

17 Febbraio 2024 - 08:38

La sentenza è diventata definitiva dopo che la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l’ultimo ricorso del suo difensore. La vittima ha raccontato la sua odissea in un drammatico interrogatorio

PIGNATARO MAGGIORE – La Cassazione ha dichiarato inammissibile, dopo la sentenza della Corte d’ Appello, il ricorso presentato dal legale di Gustavo Fusco, 55enne di Pignataro Maggiore, confermando la condanna a due mesi di reclusione.

Fusco, di professione farmacista e titolare di attività con sede in via Largo Masiello, a Pignataro Maggiore, nel 2010 si è reso responsabile di lesioni personali colpose nei confronti di Simona Vulpiani, 37enne di Capua.

I fatti risalgono al 2006 quando la donna decise di sottoporsi ad una cura dimagrante rivolgendosi al Fusco il quale le somministrò prodotti galenici, ovvero quei prodotti preparati direttamente nel laboratorio della sua farmacia, nello specifico delle pillole dimagranti al costo di 250 euro a confezione, ponendo in essere condotte negligenti, imprudenti e imperiti così come affermato dai giudici.

Stando al racconto reso dalla Vulpiani, che si è costituita parte civile nel processo assistita dagli avvocati Gennaro Romano e Mauro Iodice, oltre all’inappetenza sarebbero sopraggiunti altri aspetti tanto da portare la donna ad un ricovero, prima alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno e poi all’ospedale Antonio Cardarelli di Napoli.

Conati di vomito, senso di spossatezza, sete eccessiva, che le faceva bere addirittura 6/7 bottiglie di acqua al giorno, perdita di capelli, blocco del ciclo mestruale, impossibilità di deambulare in ragione del blocco della gamba destra, tutti disturbi che limitavano notevolmente la sua qualità di vita.

A seguito dei due primi gradi di giudizio (tribunale di Santa Maria Capua Vetere e Corte d’Appello di Napoli) Gustavo Fusco è stato ritenuto colpevole di lesioni personali colpose, sentenza confermata, lo scorso martedì dinanzi alla Corte di Cassazione con il risarcimento alla costituita parte civile.