OMICIDIO DELLA GATTA. Ecco i NOMI dei responsabili del delitto dell’assassino del figlio del boss Salvatore Amato al MakP dell’Amaldi

25 Novembre 2021 - 20:27

Dopo 22 anni e grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, saranno Michele Zagaria, Antonio Iovine e l’esecutore materiale Vincenzo Schiavone “petillo” a comparire davanti al gip per il rito abbreviato

 

CASAL DI PRINCIPE –  I boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria, Vincenzo Schiavone alias “petillo” e l’ex esponente di vertice Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, affronteranno il rito abbreviato davanti al Gup di Napoli Giovanni De Angelis, per l’omicidio di Michele Della Gatta, elemento della cosca ucciso in un lido di Castel Volturno nel 1999. Un delitto di cui non erano mai stati scoperti mandanti ed esecutori, tanto che la relativa indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli si chiuse con un’archiviazione. Poi importanti collaboratori di giustizia del clan, in primis Nicola Schiavone, primogenito del capo dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone, e quindi lo stesso Antonio Iovine, hanno iniziato a parlare del delitto Della Gatta aprendo nuovi scenari.

E’ emerso che Zagaria (difeso da Paolo Di Furia) e appunto Iovine furono i mandanti del delitto, mentre Vincenzo Schiavone fu l’esecutore materiale, e che il delitto, avvenuto il 5 giugno 1999, sarebbe strettamente connesso ad un altro fatto di sangue accaduto tre mesi prima, il 19 marzo dello stesso anno, ovvero quello di Carlo Amato, figlio del boss Salvatore Amato, che allora controllava la citta’ di Santa Maria Capua Vetere. Carlo Amato, emerse dalle immediate indagini della Dda, fu pestato e accoltellato mortalmente da Della Gatta, allora esponente della famiglia Schiavone, in una discoteca di Santa Maria dove era in corso il “MakP 100” del liceo scientifico Amaldi; la festa era stata organizzata dall’allora 18enne Walter Schiavone, figlio di Sandokan, che era ovviamente presente. Pare che Carlo avesse offeso Walter Schiavone e il fratello Nicola, per cui Della Gatta reagi’ pestando e uccidendo Amato. Il padre di quest’ultimo voleva quindi vendicarsi colpendo uno dei figli di Sandokan, cosi’ i capi del clan dei Casalesi, per evitare sanguinose vendette e dunque una probabile faida, decisero di uccidere Della Gatta.

Questo, a grandi linee, e’ il movente cosi’ come ricostruito dalla Dda, che poche settimane dopo il delitto chiesero la carcerazione preventiva di Della Gatta, ma la misura non e’ mai stata eseguita per l’omicidio dell’uomo. Va detto pero’ che sul movente le dichiarazioni dei collaboratori divergono, anche in modo sostanziale. Iovine ha raccontato di aver deciso con Zagaria l’eliminazione di Della Gatta perche’ era “un ragazzo irruento, poco rispettoso, rissoso e non idoneo alla vita criminale, per cui gia’ destinato a morire“. Iovine parla di alcune rapine commesse da Della Gatta, ai danni anche di affiliati dei Mallardo, clan di Giugliano da sempre alleato dei Casalesi.

Un altro pentito, Roberto Vargas, racconta che Della Gatta fu ucciso per non far ricadere la responsabilita’ del delitto Amato sui figli di Sandokan, in particolare su Walter e Nicola. Per Nicola Schiavone invece il delitto fu ordinato da Iovine perche’ Della Gatta era venuto alle mani con persone che curavano la latitanza di “o ninno”. Il processo in abbreviato si terra’ a febbraio 2022; pubblico ministero e’ il sostituto della Dda Simona Belluccio, mentre nel collegio difensivo compaiono Emilio Martino e Guido Lombardo (difensori di Schiavone), Paolo Di Furia (legale di Zagaria) e Giuseppe Tessitore (per il pentito Iovine).