OMICIDIO GUARINO. Fu accusato di essere complice nell’uccisione del suo datore di lavoro, ora punta il dito contro il cugino
9 Ottobre 2019 - 17:12
SANTA MARIA CAPUA VETERE (red.cro.) – L’albanese Roland Turshilla, 34 anni, è stato considerato il “basista” del colpo da 3mila euro realizzato da alcuni connazionali dell’uomo e finito poi in tragedia. L’imprenditore ortofrutticolo Pasquale Guarino venne prima picchiato e poi ucciso con due colpi d’arma da fuoco davanti ai suoi operai e allo stesso Turshilla, tutto ciò il 23 settembre del 2015. Questa fu la ricostruzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere che, due anni dopo, arrestarono il 34enne albanese accusato in concorso di rapina e omicidio. Scarcerato, la sua pozione venne inseguito archiviata, ritenuto quindi non facente parte del piano per uccidere l’imprenditore. in queste ore, rispetto al “lontano” 2017, situazione ha subito un incredibile capovolgimento di fronte in queste ore. Oggi, in una delle fasi del processo, tutti gli operai hanno deposto in aula, compreso anche Turshilla, che vede dall’altro lato, tra gli accusati il cugino Argit Trushilla, all’epoca poco più che ventenne. Una richiesta di denaro, una rapina, sarebbe alla base prima della rissa, sfociata nell’assassinio dell’uomo, con l’operaio Roland a dare manforte a questa tesi.