OMICIDIO NELLA FAIDA DI CAMORRA. Carcere a vita per il boss Perreca. LA STORIA

13 Giugno 2023 - 18:38

Dura condanna emessa dalla corte di Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per l’assassinio di Luca Famiano

RECALE – La corte di Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato all’ergastolo Antimo Perreca, noto anche come O’Romano, boss dell’omonimo clan di Recale, da sempre legato ai Piccolo-Letizia di Marcianise, ritenuto responsabile dell’omicidio di Luca Famiano, vittima della sanguinaria faida durata oltre 20 anni tra i clan Belforte e Piccolo di Marcianise.

Per l’accusa, Perreca ha preso parte sia alla fase preparatoria, sia quella esecutiva, mentre gli avvocati del boss hanno contestato la attendibilità dei pentiti sentiti durante il processo. La tesi della difesa, inoltre, segnalava come fosse evidente che non c’era nessun vantaggio per il boss ad uccidere Luca Famiano.

Argomentazioni che, però, non sono valse dinanzi alla Corte d’Assise per evitare l’ergastolo a O’ Romano.

I giudici sammaritani hanno accolto la richiesta di pena massima presentata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e dal pm Luigi Landolfi.

LA STORIA DELL’OMICIDIO FAMIANO

Il delitto si inquadra nell’ambito della cruenta faida che, al fine di stabilire il predominio criminale su Caserta e comuni limitrofi, ha visto fronteggiarsi per oltre un ventennio, dal 1986 al 2007, due potenti fazioni camorristiche: il gruppo “Belforte” alias “Mazzacane”, di estrazione cutoliana, e il gruppo “Piccolo-Letizia” alias “Quaqquaroni”,

confederato con il clan “Perreca” di Recale. Al tempo, lo scontro tra i clan raggiunse livelli di violenza tali che, nel gennaio del 1998, indussero l’allora Prefetto di Caserta ad emettere quella che fu battezzata come “il coprifuoco anti-camorra”, ovverosia un’Ordinanza, prima del genere dalla seconda guerra mondiale, con la quale fu disposta per 20 giorni la chiusura di bar e circoli a Marcianise dopo le ore 22.00.

In tale cornice criminale, come ricostruito dalla Squadra Mobile di Caserta, cui sono state delegate le indagini, il 31 luglio del 1996 FAMIANO Luca fu ucciso perché era transitato dal clan “Piccolo-Perreca” a quello rivale dei “Belforte”. In particolare, un gruppo di persone, incappucciate e armate di pistole e mitra, intorno alle ore 8.00 di quel giorno, tesero un agguato al FAMIANO nel mentre, in macchina con la sua convivente, si trovava nei pressi della propria abitazione di S. Clemente di Caserta. Era seguito a ruota da un’altra macchina su cui viaggiavano suo cognato, la fidanzata e due sue nipoti. I criminali fecero fuoco all’impazzata sulle auto con i mitra e le pistole, determinando il quasi immediato decesso del FAMIANO, morto poco dopo in ospedale, e il ferimento grave delle sue nipoti. Dopo il raid, i delinquenti si dileguarono a bordo di un’auto scura di grossa cilindrata, poi risultata una Lancia Thema rubata alcuni giorni prima. Durante la fuga, detta autovettura fu notata e inseguita da una volante della Polizia che, tuttavia, non riuscì a fermarla a causa dell’azione di disturbo realizzata da un’altra macchina; per ciò, il relativo conducente fu arrestato. Tuttavia, poco dopo la Lancia Thema fu individuata, ormai abbandonata. Al suo interno furono sequestrati numerosi oggetti riconducibili ai killers, tra i quali passamontagna, guanti e altro, oltre ad alcune munizioni cal. 7.62×39 (il calibro tipico del kalashnikov).