ORDINE DEGLI AVVOCATI. Ecco i veri motivi delle dimissioni di Adolfo Russo e dell’ennesima “tarantella”. Qui c’è un peccato originale legato anche ai diversi codici genetici

6 Marzo 2021 - 12:20

Abbiamo aspettato qualche giorno prima di intervenire, in modo da potervi quantomeno approssimare alla realtà, non certo edificante, delle cose. In calce a questo articolo, la lettera di dimissionidel presidente, con le accuse a Iaselli & Co, l’altra lettera di dimissioni di Sadutto e una simpatica sortita del 90enne Elio Sticco

 

 

 

S.MARIA C.V. – Ci siamo messi in tribuna ad osservare il tourbillon di comunicati, prese di posizione che ha connotato l’ennesima crisi nel governo dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere.

Lo abbiamo fatto perché, tutto sommato, è molto meglio entrare sulla notizia quando il fragore si è attutito.

Ciò in quanto, nel momento in cui essa si sviluppa, viene data seguendo la traccia degli atti ufficiali, cioè delle citate prese di posizione.

E sicoome, se tutto va bene, in quelle rituali prose di circostanza abita, ripetiamo, ma se tutto va bene, il 10 o 15% di verità sui motivi reali che hanno determinato le dimissioni del Presidente Adolfo Russo, noi preferiamo raccontare e prendere la scena, salvo trasferirci immediatamente nel retro della stessa

Perché si ha ben donde di dire che il problema si è creato per un motivo specifico o per un altro. L’ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere è destinato, anche per il futuro, alla instabilità.

E allora, pronunciamola subito una verità che per noi rappresenta un punto di partenza irrinunciabile di ogni analisi: nell’Ordine sammaritano opera un gruppo di avvocati che, legittimamente, al di là del giudizio che si può dare su questa modalità di intendere la professione, ritiene di esaurire la stessa (in realtà faremmo meglio a dire esaudire la stessa) conquistando la leva di comando dell’Ordine forense locale.

Essere presidente o vice-presidente, segretario o tesoriere, o componente della maggioranza del consiglio dell’Ordine fornisce una serie di vantaggi, di piccole e grandi visibilità, che si riverberano, diciamocela tutta, anche sul fatturato professionale.

Siccome per ottenere ciò non si lavora di fino ma con il badile in mano, questo format di governo non incrementerà mai ad appannaggio di chi lo interpreta prestigio e reputazione professionali.

Diciamo che l’area che fa riferimento, ormai storicamente, all’avvocatessa pignatarese Del Vecchio tende a questo obiettivo: è un gruppo compatto, elettoralmente forte, molto operativo nello sbrigar cose nel contesto delle burocrazie e delle procedure ai propri colleghi.

Poi ci sono gli altri mondi: qualche nome censuariamente più conosciuto, non necessariamente per prestigio professionale, ma per entrature borghesi che potremo anche definire dei poteri forti, che non hanno bisogno di sbarcare il lunario utilizzando la potestà dell’ordine forense, ma aspirano al controllo dello stesso per definirsi attraverso una migliore posizione di prestigio rappresentativo all’interno dei mondi che rappresentano il loro.

E’ il caso del presidente dimissionario Adolfo Russo; è il caso di Renato Iaselli, che insieme ad altri due componenti del Consiglio, cioè Palmirani e Puoti, ha mollato Russo determinandone le ineluttabili dimissioni, a cui sono seguire ieri anche quelle del segretario-tesoriera Anna Maria Sadutto, molto vicina al sindaco di S.Maria C.V. e alla moglie di quest’ultimo, cn cui è in pratica socia, in un contesto che poi ha contribuito anche alla sua recente candidatura alle elezioni regionali nella lista del Pd.

Tutto sommato, al di là di qualche passaggio insondabile e criptico, per esempio non abbiamo capito a quale “incestuosità” si riferisca, un piccolo contributo alla chiarezza l’ha fornito la lettera di dimissioni di Russo.

E qui dobbiamo inserire un po’ di quella conoscenza storica che abbiamo, riavvolgendo il nastro e un attimo a quello che capitò alle ultime elezioni ma soprattutto a quello che capitò dopo le stesse.

L’accordo tra Adolfo Russo e Renato Iaselli stipulò un’intesa tra i perdenti, visto che entrambi erano usciti sconfitti dallo scontro con la lista della Del Vecchio, rappresentata dall’avvocato Ottavio Pannone.

Questa corrente, per i motivi descritti all’inizio, non ha certo lesinato tempo ed energia per esplicitare un’attività di opposizione. A quanto ci risulta, Pannone ha scritto, e tanto, agli organismi nazionali per denunciare il presunto immobilismo del Consiglio dell’Ordine.

E fin qui, siamo dentro alle ragioni apparentemente nobili che possono determinare la caduta di un presidente.

Ma la realtà è un’altra e la racconta proprio Russo: Sono stati i tre consiglieri suddetti a staccare la spina, con le solite argomentazioni surreali, dato che Russo non ha torto nel dire che non si può lamentare del contenuto di un’azione di governo chi di quel governo è parte integrante, visto che Renato Iaselli è il vicepresidente dell’Ordine, Palmirani è il segretario e la Puoti il Delegato alla Formazione.

è un dato di fatto quello rappresentato dai termini temporali, superati i quali Iaselli non avrebbe potuto ricandidarsi a Presidente.

Siamo lì, e si tratta di un dato oggettivamente evidente, plateale, per non affermare che il vero motivo è stato questo.

D’altronde, i ribaltoni, perché quello di Russo e Iaselli fu un’inglorioso e piuttosto impresentabile ribaltone, non portano mai da nessuna parte, perché la loro matrice, oltre ad essere connessa con l’ingrediente principale di ogni ambizione, cioè il proprio tornaconto personale, veniva stipulata tra due persone che si sentivano concorrenti, rivali tra loro.

Chissà, probabilmente Iaselli riteneva che ci fosse un accordo più o meno tacito, più o meno manifesto, per effetto del quale Russo avrebbe fatto il presidente in questa consiliatura, salvo poi appoggiare Iaselli nella prossima.

Questo è un articolo di quelli che a noi piace definire “di installazione”. Un punto di partenza, che ci permetterà, nei prossimi giorni, di scriverne altri mai imprigionati dai testi dei comunicati stampa, che pur rispettiamo, tanto è vero che ne forniamo conto ai nostri lettori, con l’ampia profusione esposta in calce a questo articolo, partendo dalla lettera di dimissioni di Russo e arrivando a quella simpaticissima del novantenne Elio Sticco, il quale ci comunica che sarà lui il reggente dell’Ordine, passando per quella della Sadutto.

 

 

 

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