ORE 11.15. ESCLUSIVA. Perquisita la casa della Garante dei detenuti nominata da Magliocca e Crisci. Avrebbe introdotto in carcere un telefonino per un camorrista in cambio di capi firmati
5 Luglio 2023 - 11:18
I fatti si sarebbero verificati nell’ottobre scorso, ma l’iniziativa della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere risale a qualche giorno fa. Sequestrati i dispositivi cellulari della donna. Naturalmente, ma è sempre bene ricordarlo, si tratta solamente di atti di indagine che non dimostrano ancora nulla relativamente ad un’eventuale colpevolezza della Belcuore. Rimaniamo a disposizione qualora lei stessa o qualcuno in sua vece volesse spiegare, precisare o anche smentire
CASERTA – La notizia è filtrata negli ambienti degli avvocati, dei tantissimi avvocati impegnati anche stamattina, nel “processone” sulle violenze perpetrate ai danni di alcuni detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere ad opera di agenti della polizia penitenziaria che sarebbero stati poi coperti anche da dirigenti dell’amministrazione carceraria.
La procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere che, con l’arrivo del nuovo capo dell’ufficio, Pier Paolo Bruni, e con il ritorno del procuratore aggiunto, Antonio D’Amato, sembra aver ritrovato un po’ di smalto e vitalità che, invece, ultimamente sembravano smarriti, ha ordinato una perquisizione presso l’abitazione e il luogo di lavoro di Emanuela Belcuore, nominata da Giorgio Magliocca, presidente della Provincia di Caserta, nel 2020 come garante dei detenuti per quanto riguarda Caserta. La nomina di Belcuore a quanto pare è stata proposta da Pasquale Crisci, al tempo zanniniano di ferro e vicepresidente della Provincia, poi arrestato
L’ipotesi di reato che, ovviamente, resta un’ipotesi, la quale dovrà essere pure valutata, alla luce di un’eventuale replica del garante, riguarderebbero il reato di corruzione, ma non solo.
I fatti risalirebbero all’ottobre scorso, quando Emanuela Belcuore avrebbe fatto introdurre furtivamente nel carcere di Santa Maria Capua Vetere un telefonino cellulare, intestandolo ad una persona di nazionalità straniera ma consegnandolo (o facendolo consegnare) a un detenuto dell’area di Casal di Principe.
Il tutto si sarebbe verificato, prima o dopo, o comunque contestualmente, al ritiro di capi di abbigliamento firmati e di prezzo rilevanti presso una nota boutique di Casale.
Sempre secondo l’ipotesi di reato da cui è scaturita la perquisizione e il sequestro dei telefoni cellulari e altri dispositivi digitali a disposizione della Belcuore, questa avrebbe anche fatto in modo che il detenuto beneficario del telefonino sapesse con anticipo il giorno e l’orario delle perquisizioni interne al carcere, in modo da poter nascondere l’apparecchio.
Il titolare dell’indagine è il pubblico ministero Gionata Fiore.