ORE 19:20. ATLANTE CORONAVIRUS. In Italia va meglio, in Campania no: il confronto numerico tra noi e tutte le altre regioni del Sud. ABBIAMO LAVORATO MALISSIMO
30 Marzo 2020 - 18:24
CASERTA (g.g.) – Come avevamo previsto stamattina, il dato nazionale dei nuovi contagiati, risultante da quello parziale di ogni regione ma soprattutto da quelle più colpite, Lombardia, Veneto, parte dell’Emilia-Romagna, parte delle Marche e della Toscana, segna un significativo dato: sono 4050 nuovi casi, a fronte degli oltre 5000 registrati nel report di ieri. Ciò vuol dire che le regioni appena citate stanno facendo il loro dovere, o meglio ancora, hanno lavorato sin dal primo giorno duramente, pur tra tante incertezze, senza avere a disposizione dei precedenti a cui appoggiarsi, per far calare il contagio. E il contagio è calato. In Campania invece il signor De Luca se l’è presa comoda. Lo diciamo e lo ribadiamo che a nostro avviso questi suoi ritardi hanno contribuito alla morte di alcune persone. E poi, dopo aver costruito un paio di sceneggiature alla Lino Banfi, giovedì scorso si è risvegliato e ha annunciato l’Apocalisse. Per cui, il dato italiano cresce in misura sempre meno pronunciata, mentre il dato regionale cresce in maniera pronunciata.
E su questo, guardate, c’è poco da discutere. Ognuno ha il suo volume di casi, causati dai tanti contagi di gennaio e febbraio e dai tanti positivi asintomatici rimasti “a piede libero”. Per cui, le decine di migliaia della Lombardia, le migliaia del Veneto e del Piemonte non possono essere paragonati ai quasi duemila della nostra regione. Ma la matematica non è un’opinione e qui la curva, il diagramma, ha una pendenza superiore, decisamente superiore a quella del resto d’Italia che invece si va addolcendo.
Cerchiamo di scrivere qualche cosa seria, considerato che i dati nazionali, siccome siete tutti in casi, ve li fate bombardare da ogni scalmanato tg. Prendiamo la regione Lazio: l’altro ieri, sabato 28 marzo, i contagiati riportati sono stati 2505. Ieri, domenica 29 marzo, si sono registrati 201 nuovi casi, dato che la cifra totale dei positivi si è attesta su quota 2706. Oggi i nuovi contagiati sono stati 208. In pratica un aumento inapprezzabile, pari a circa lo 0.25%. Questi numeri del Lazio sono stati prodotti da 32846 tamponi, che sono 20 mila in più rispetto a fatti in Campania, con 5 mila fatti in due giorni.
In Abruzzo, invece, l’altro ieri i casi totali erano 1133. Ieri sono diventati 1293, con un incremento di 160. Oggi il dato si attesta su 1345. Dunque, si registrano 52 nuovi casi. Tamponi effettuati: 7948.
Trasferiamoci in Puglia. L’altro ieri, sabato 28 marzo, il totale dei positivi era di 1458. Ieri sono passati a 1549, con un incremento di 91. Oggi, il dato si attesta a 1712, con un incremento di 163, comunque trenta in meno rispetto alla Campania e con un numero di tamponi superiore, 13117, nonostante una popolazione inferiore. La Basilicata l’altro ieri riportava 182, con un aumento di 20 tra sabato e domenica (202), per giungere ai 214 di oggi, con 1833 tamponi effettuati. La Basilicata, regione che ha una popolazione esponenzialmente inferiore a quella della Campania, ha comunque superato 1800 tamponi. Osservando i trend di crescita, appare un numero sufficiente.
Calabria: l’altro ieri i casi erano 555, poi domenica sono arrivati a 614 (+59) ed oggi si registrano 647 casi totali, con un incremento di 33. Tamponi effettuati 9013. Un’altra regione con popolazione molto inferiore di quella della Campania che ha fatto in numero di tamponi non diverso dal nostro e che dunque si può dire che ha il pieno controllo del suo trend e una grossa possibilità di arrivare alla cifra di zero nuovi contagi in tempi limitati.
Concludiamo con la Sicilia. 1359 i casi registrati l’altro ieri, divenuti poi 1460 (+101) ieri. Oggi sono stati resi noti 1555 casi totali, con un aumento di 95. I tamponi effettuati sono 14578. Dunque, 2 mila tamponi in più rispetto alla Campania che circa 800 mila abitanti in più.
Cosa dobbiamo scrivere ancora per rendere chiaro che la Campania ha perso due settimane e se De Luca le avesse utilizzato per lavorare e non per parlare, avrebbero non solo contenuto il contagio ma soprattutto spalancato le porte alla fine della reclusione domiciliare di milioni di persone in tempi limitati. Dato che quel volume di incidenza accidentale, di cui scrivevamo all’inizio, è stato sempre strutturalmente (non per merito di alcuno, ma per mera botta di culo) nettamente inferiore.
Le solite cifre in chiusura: in Campania i ricoverati “semplici” 468 ( -12 rispetto a ieri). In Terapia Intensiva ce ne sono 126, -9 rispetto a ieri. Per cui non serve costruire ospedali modulari, perché tra cliniche e qualche ospedale dismesso la situazione si può gestire tranquillamente, anche il post coronavirus, fermo restando che con le Terapia Intensive esiste una disponibilità di circa 200 posti letto. In isolamento domiciliare ci sono 1145 persone, a fronte dei 945 resi noti ieri (+200). Quindi questi 190 in più di nuovi casi registrati oggi rispetto a ieri sono stati mandati tutti a casa, poco più o poco meno. I guariti salgono di 2 e diventano 88, i decessi arrivano a 125 (+8).
Il dato complessivo di 1952 l’abbiamo riportato da stamattina, come quello dei tamponi eseguiti 12696. Dalla giornata di giovedì a quella di oggi, questa è la tabella con l’aumento minore di test analizzati (+891). Ricordiamo, comunque, che i rapporti delle regioni riguardano situazioni del giorno prima, dunque questa è la fotografia campana a domenica 29 marzo, alle ore 22 circa.
Sul piano nazionale, sempre tanti i decessi, 11591, 812 in più rispetto a ieri. I guariti tornano a crescere di molto, rispetto alla frenata di ieri, e risultano 1590 (totale 14620.) Il Veneto è arrivato 100.000 tamponi, precisamente ne mancano 59 per avvivarci, con 8724 positivi. Rispetto a ieri, gli attualmente positivi, escludendo guarigioni e decessi, sono 75528, mentre ieri 73880 (+1648). Riteniamo sia uno dei dati più bassi da diversi giorni a questa parte. Complessivamente, come abbiamo scritto prima, in Italia ci sono stati 101.739 casi di persone che hanno contratto il virus.