CAMORRA A CASERTA. Per il parcheggio di via San Carlo chiesto il processo per corruzione, falso e anche 416 bis per Franco Biondi. I NOMI DI TUTTI GLI IMPUTATI

11 Dicembre 2020 - 19:05

Ricordiamo che per l’ex assessore Peppe greco si procede separatamente, mentre l’attuale sindaco Marino è uscito da questa inchiesta, in quanto il pubblico ministero ha ritenuto che fosse parte offesa dalle minacce dell’imprenditore

CASERTA (g.g.) – Come si suol dire, meglio tardi che mai. A noi non ha convinto mai granché, seppur rispettando la decisione del Pm a cui ci si deve inchinare sempre al di là della libertà, ugualmente sacra, di poterla criticare, con la quale la Dda ha sancito l’uscita di scena dell’attuale sindaco di Caserta, Carlo Marino, che al tempo dei fatti era consigliere comunale di opposizione, divenuto addirittura parte lesa, vittima delle accuse, secondo la Dda infondate, formulate nei suoi confronti dall’imprenditore dell’agro aversano Michele Patrizio Sagliocchi.

Fatta la premessa, abbiamo recuperato la documentazione con la quale oggi possiamo affermare che lo scorso 23 ottobre, i Pubblici ministero della Direzione distrettuale antimafia, Alessandro D’Alessio (da un po’ trasferitosi in altra area della Procura di Napoli, esterna alla Dda) e Fabrizio Vanorio hanno chiesto il rinvio a giudizio per altri indagati su una vicenda nota ai nostri lettori: il famoso, famigeratissimo parcheggio integrato di via San Carlo. Invitando le persone che magari si sono perse le tante puntate da noi dedicate a questa inchiesta a navigare nel nostro archivio o attraverso Google e altri motori di ricerca, aggiungiamo, come notizia del giorno,

che il Gup del tribunale di Napoli ha fissato per il 15 aprile 2021 la data dell’udienza preliminare a conclusione della quale, a meno che qualche imputato non chieda di accedere al rito abbreviato, sarà deciso il rinvio a giudizio oppure, molto meno probabilmente, il proscioglimento di quelli che oggi possiamo definire ufficialmente imputati. 

Parliamo di Franco Biondi, il dirigente in pratica di tutti i settori del Comune di Caserta, al tempo impegnato in special modo nell’Ufficio Tecnico, l’architetto di Casapesenna, ma trapiantato a Caserta, proprio in via San Carlo, Carmine Nocera, in carcere dal primo ottobre del 2015 e che è stato il progettista del bunker in cui il boss Michele Zagaria ha trascorso parte della sua latitanza, e che si è servito a lungo di Marino come suo avvocato. Poi, il già citato Sagliocchi, che, ricordiamo, è uscito totalmente assolto da un’altra vicenda giudiziaria notissima, quella delle pompe di benzina che ha incrociato la recente sentenza con cui la corte di Appello ha assolto anche Nicola Cosentino. Richiesta di rinvio a giudizio anche per lo stesso capoclan Zagaria, considerato non solo il vertice del clan dei Casalesi, ma anche il tutor di una vasta rete di lavori pubblici, tra cui anche quello di via San Carlo, legati ai suoi interessi economici. Aspettano anche l’udienza preliminare l’ex dirigente di banca Enrico Bilotta, Fabio Fontana, Teresa Capaldo e, infine, il figlio e la consorte dell’imprenditore Sagliocchi.

Ricordiamo l’ex assessore all’Urbanistica del comune di Caserta, Giuseppe Greco, legato a triplo filo a Biondi, l’autorità giudiziaria procede separatamente. Nei prossimi giorni avremo tempo e modo per connettere le tessere di questa inquietante storia, anche alla luce delle ragioni che hanno spinto il Pm a richiedere il rinvio a giudizio per reati gravissimi. Ne citiamo solo uno: l’ingegnere e super dirigente del comune di Caserta Franco Biondi dovrà rispondere dei rati di corruzione in concorso, aggravata dall’articolo 7 (da qualche tempo assorbito nell’articolo 416 bis, comma 1 del codice penale), cioè dall’aver favorito gli interessi del clan dei Casalesi, di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.

Venendo alle accuse dell’Antimafia, Greco, Nocera e Biondi si sarebbero divisi una tangente di 200mila euro, distribuita allo scopo di spianare la strada alla impresa di Sagliocchi affinché questi potesse realizzare il parcheggio, con l’ausilio di ditte strettamente connesse a Zagaria, e cioè la Fontana Truck e l’Alba Beton e anche per consentire sempre al Sagliocchi, di gestire un numero di stalli-parcheggio ben superiore a quello previsto dalle norme.

Per realizzare tutto ciò, Franco Biondi, aveva cominciato ad incidere già dal 2008, dalla commissione edilizia integrata, quella ambientale per intenderci, attestando un rispetto dell’articolo 22 delle norme tecniche di attuazione del piano di recupero di Caserta est che in realtà veniva chiaramente violato. Un passaggio fondamentale per ottenere quel permesso a costruire, che veniva attribuito a Sagliocchi il 22 ottobre del 2009. Ma non sono solo queste le violazioni.