PD: la Picierno e Graziano bucano il pallone. E siccome non hanno i numeri per vincere il congresso dicono al loro assistente parlamentare Francesco Gatto di non ratificarlo. Ma alla Convenzione del 12…

7 Febbraio 2023 - 20:01

Il presidente della Commissione provinciale del tesseramento lavora, infatti, nello staff europeo della Picierno, oltre a essere un fedelissimo di Graziano e degli artefici del ribaltone fatto insieme al centrodestra nella città normanna. Leggendo l’articolo, vi accorgerete che la prima parte è solo una trattazione tecnica, senza alcuna considerazione. Le nostre valutazioni arrivano solo nella seconda parte, proprio alla luce dei dati nudi e crudi esposti all’inizio.

CASERTA (g.g.) – Cerchiamo di fare un po’ di ordine nell’ennesimo casino scatenatosi nel Pd casertano: Francesco Gatto da Aversa, figlio dell’ex parlamentare socialista-laburista Mario Gatto, ha lavorato in maniera corretta fino a quando, come si suol dire “non se lo sono chiamato”.

Da Roma, dopo il lavoro di verifica del tesseramento di Caserta, compiuto dalla Commissione nazionale, istituita ad hoc dal partito, era ritornato indietro un elenco con 1075 nomi, la cui richiesta di iscrizione è stata considerata non regolare ai sensi delle norme, sancite, per l’appunto, dal regolamento interno per il tesseramento.

Le motivazioni di questa decisione sono state diverse. Principalmente, però, si è trattato di ciò da noi raccontato nell’articolo pubblicato domenica scorsa (CLICCA E LEGGI), cioè un utilizzo degli strumenti di pagamento della carta di credito e del bonifico eccedente i limiti stabiliti dal suddetto regolamento.

In poche parole, al Pd ci si può iscrivere pagando con una singola carta di credito o effettuando un singolo bonifico fino alla sottoscrizione di 3 tessere. Per cui, se dalla stessa carta di credito o dallo stesso bonifico arriva un pagamento corrispettivo alla sottoscrizione di 4 tessere o più, la procedura è irregolare.

In effetti, quando questo elenco è arrivato all’attenzione di Francesco Gatto, presidente dell’omologa Commissione provinciale, questi avrebbe lavorato insieme alla Commissione nazionale per salvare dal taglio dei 1075 almeno quei richiedenti che, orologio alla mano, in base all’orario dell’invio del pagamento con carta di credito o con bonifico, risultavano aver sottoscritto la richiesta come primi tre di un gruppo contenente altre sottoscrizioni in eccedenza.

In questo modo, si sono verificati fatti curiosi. Ad esempio, lo stesso Francesco Gatto, come avevamo raccontato domenica, era stato messo in stand by dalla Commissione nazionale, in quanto la sua iscrizione era avvenuta attraverso l’utilizzo di una carta di credito e di un’operazione singola, comprendente l’istanza proveniente da un numero di aspiranti iscritti superiore a tre.

Essendo, poi, passata la linea più morbida, cioè quella che salvava i primi tre dell’ordine, Francesco Gatto, in cima a quella lista associata alla specifica carta di credito, si è visto bonificare la sua istanza. A rimanere fuori, invece, è stato proprio suo padre Mario Gatto, in quanto quarto nell’ordine di presentazione sempre associato al versamento della cifra dell’iscrizione attraverso carta di credito.

Questo metodo ha determinato una riduzione del taglio dal numero di 1075 alle circa 450 richieste di tesseramento rifiutare e da noi citate domenica. In parole povere, dell’elenco dei 1075, giusto per fare un esempio, facevano parte sia Francesco Gatto che suo padre Mario. Dopo l’amnistia che ha salvato i primi tre nomi associati all’utilizzo di quella singola carta di credito, è capitato che Francesco Gatto abbia visto bonificata la sua posizione, al contrario del padre Mario, il cui nome, invece, compare nell’elenco dei 450 che dovrebbero, poi, essere effettivamente depennati.

L’IRRUZIONE DELLA PICIERNO E DI GRAZIANO

Tutto a posto? No. E sapete perché? Perché questo valido giovane ritiene che una risposta efficace ai suoi obiettivi professionali sia costituita dal rapporto intenso, ma fondamentalmente suddito, con i politici che vanno per la maggiore.

Gatto è parte, infatti, del gruppo aversano del ribaltone, cioè dell’area che fa riferimento a Stefano Graziano, che pur di salvare il sindaco Alfonso Golia, non ha esitato a prendere in maggioranza persone elette nel centrodestra.

È probabile che, lavorando sugli elenchi dei tesserati, gli inscindibili di sempre Stefano Graziano e Pina Picierno si siano accorti che i numeri del congresso provinciale avrebbero premiato stavolta Gennaro Oliviero.

Ora, siccome Francesco Gatto è pagato da Pina Picierno (CLICCA E LEGGI QUI), in quanto fa parte del suo staff al Parlamento europeo, gli è stato chiesto di smentire se stesso. Per cui, quel lavoro di scrematura, fatto con la Commissione nazionale, regolamenti alla mano, che aveva il difetto di contenere numeri non fausti per quella che è la necessità della Picierno e di Graziano di controllare il partito, è diventato, in pratica, inutile.

E allora, come soleva farsi ai tempi del Vecchio West quando le carte del poker non erano favorevoli, certi frequentatori dei saloon le buttavano in aria, azzerando il gioco e chiudendo la vicenda con una scazzottata o, addirittura, con una sparatoria Colt alla mano.

A dire il vero, di metafore se ne potrebbero utilizzare anche altre, a partire da quella, usualmente esplicitata, della partita di calcio amatoriale durante la quale chi sta perdendo e ritiene di non poter recuperare il punteggio, prende il pallone, lo buca e chi si è visto si è visto.

Oddio, noi non rimaniamo stupiti del fatto che Francesco Gatto abbia letto al cospetto della Commissione provinciale un documento in cui afferma che nel tesseramento ci sono delle irregolarità, a partire – udite udite – immissioni improprie da parte del centrodestra. Come se quella avvenuta al comune di Aversa e che permette ai suoi amici Alfonso Golia e Marco Villano di stare al potere, fosse una pratica di coerenza e di rigore politico di stampo finlandese.

IL CURIOSO CASO DI CAMILLA SGAMBATO

Insomma, ogni scusa è buona. La verità è che l’obiettivo della Picierno e di Graziano è sempre lo stesso: i congressi si fanno quando loro sono in grado di vincerli. In caso contrario, c’è sempre qualche persona pronta a prestare bordone, come è successo inopinatamente al momento del voto in Commissione provinciale sul documento presentato da Gatto, allorquando il rappresentante dell’ex parlamentare Camilla Sgambato, ha votato a favore del pallone bucato e della scena da far west.

Sono proprio strane certe persone: se rimandiamo il nastro indietro e ripensiamo agli anni che sono stati, possiamo affermare che il rapporto tra la famiglia Stellato-Sgambato e Stefano Graziano ha esposto la prima a gravissimi pericoli, anche di tipo giudiziario.

E invece, ti accorgi che tutto questo viene cancellato con un tratto di penna e magari con una promessa relativa probabilmente alla segreteria provinciale. La politica porta dipendenza e quasi sempre si tratta di una dipendenza cattiva.

Dunque, il rappresentante della Sgambato ha votato un documento che ritiene in pratica insufficiente il lavoro compiuto da una Commissione nazionale e a cui ha collaborato una persona di loro strettissima osservanza. Il 12 febbraio, cioè domenica prossima, inizieranno le cosiddette convenzioni. Ciò significa che tutti i nuovi iscritti al Pd andranno nei loro circoli, o in aree appositamente allestite, e voteranno per uno dei quattro candidati alla segreteria nazionale in modo da determinare una classifica in cui i due più votati andranno poi ad incrociarsi nelle cosiddette Primarie, aperte anche al voto dei non iscritti.

Scusate, ma a Caserta, evidentemente unica provincia d’Italia a non aver ufficializzato il tesseramento, chi ci andrà a votare? I 67 iscritti del vecchio tesseramento? E se il 12 febbraio Caserta non andrà a votare, potrà essere considerato valido il risultato della convenzione? Cosa dirà il PD ai 6 mila e passa (meno 450) sottoscrittori di una tessera? Che loro sono degli imbroglioni? I più brutti d’Italia, dei negletti? E che il vero tesseramento sarà solo quello in cui Graziano e Picierno hanno la maggioranza?

Ma siamo sicuri che Graziano e la Picierno ci tengano alle sorti di Bonaccini e non invece stanno lì in quanto ne ricavano dei vantaggi personali?