PROCESSO AI DIANA. Parla il contabile in aula: “Hanno sparato contro i nostri uffici. Il pizzo? Pagato di tasca propria”

1 Dicembre 2023 - 18:47

Sono accusati, assieme allo zio Armando, di aver stretto un patto criminale con gli Zagaria. I due imprenditori negano ogni accusa, ma dichiarando di aver subito delle estorsioni

CASAPESENNA – Nuova udienza nel processo ai fratelli gemelli Antonio e Nicola Diana e dello zio Armando, imprenditori di Casapesenna ritenuti vicini al clan guidato da Michele Zagaria.

I tre indagati, noti in questi anni come imprenditori antimafia, si stanno difendendo da una grave accusa, quella di concorso esterno in associazione camorristica, per aver – sostengono gli inquirenti della Dda di Napoli – stretto un patto criminale, già negli anni ’90, prima con il boss Vincenzo Zagaria, poi con Michele Zagaria, con lo scopo di assicurarsi la protezione del clan e crescere così imprenditorialmente.

In cambio – ipotizza la Dda – i Diana avrebbero cambiato più’ volte gli assegni del clan, provenienti da imprenditori sotto estorsione, versando inoltre nelle casse della cosca cospicue somme di denaro.

Ad accusarli sono i collaboratori di giustizia Francesco Zagaria Ciccio ‘e Brezza, Massimiliano Caterino e Attilio Pellegrino.

Oggi nell’aula della Terza Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno parlato alcuni dipendenti che in passato hanno lavorato con i Diana.

Uno dei contabili delle aziende del gruppo ha spiegato come per anni gli imprenditori avrebbero subito atti intimidatori e che i Diana pagavano le estorsioni con fondi privati, proventi, chiaramente, del loro lavoro, ma non tramite fondi direttamente presi dalle ditte. Ci sarebbero stati, quali azioni minacciose subite, un

dipendente preso a schiaffi da un soggetto non specificato, un residuato bellico lasciato nel macchinario per compattare i rifiuti e spari contro la sede amministrativa di una delle imprese.

Un altro dipendente dei Diana ha spiegato che dal 2009, poi, lo zio Armando andò via dalle imprese, legate al settore del riciclo e il riuso di materiale e dei trasporti, lasciando, quindi, le attività nelle mani dei due fratelli.