Quando a Casale comandavano gli Schiavone. Che cazziatone prese Emilio Martinelli da Carmine Schiavone per un’estorsione solista. “Ho usato i soldi per pagare un intervento chirurgico di mio padre Enrico”

27 Ottobre 2023 - 13:31

Nelle conclusioni dell’ordinanza che ha portato all’arresto del sanciprianese, figlio di uno degli esponenti di maggiore spicco del gruppo familiare di Francesco Schiavone Sandokan, questo episodio inedito emerge da un interrogatorio del collaboratore di giustizia Edoardo Di Martino. L’apporto dell’altro pentito Raffaele Maiello e della memoria di Walter Schiavone per la costruzione delle ragioni dell’ordinanza chiesta dalla Dda e firmata dal gip del tribunale di Napoli Isabella Iaselli

CASAL DI PRINCIPE – Questa non è materia determinante nella messa a fuoco degli elementi che hanno indotto la Dda e il gip del tribunale di Napoli, Isabella Iaselli, a chiedere e a firmare l’arresto di Emilio Martinelli. Quello che raccontano due collaboratori di giustizia cioè Edoardo Di Martino e Raffaele Maiello inserisce Emilio Martinelli nel contesto storico di un’appartenenza al gruppo Schiavone. Tutto ciò si associa a quello che Walter Schiavone, fratello di Ivanohe, scrive in una sua memoria consegnata ai magistrati del tribunale di Napoli.

Walter Schiavone si pronuncia in maniera molto chiara sul ruolo svolto da Emilio Martinelli alle sue dipendenze soprattutto nella raccolta di danaro, di proventi, frutto dello spaccio di stupefacenti e delle attività estorsive. Interessante il dettaglio raccontato da Edoardo Di Martino il quale afferma di ricordare che tempo fa, quando Emilio Martinelli aveva 22 anni, frequentava abitualmente il bar in cui si incontravano tutti i pezzi da 90 della famiglia Schiavone. Ricorda anche che in una circostanza Emilio Martinelli si era lamentato con Carmine

Schiavone, altro fratello di Ivanohe Schiavone, quindi anche di Nicola, Walter ed Emanuele della mancata corresponsione dello stipendio da detenuto a suo padre Enrico Martinelli. E si sa, aggiungiamo noi, che la relazione tra un appartenenza camorristica e la funzione di invio dello stipendio ad un particolare detenuto è strettamente vincolata all’appartenenza di quel detenuto alla fazione di chi quello stipendio gli invia mese per mese o periodicamente. Il pentito Raffale Maiello racconta ai magistrati di aver condotto lo stesso Carmine Schiavone in un’abitazione in cui si trovava Emilio Martinelli. Una visita finalizzata a rimproverare quest’ultimo per aver realizzato un estorsione autonomamente. In quel caso sempre secondo il racconto di Maiello, il Martinelli si era giustificato affermando che quella sua iniziativa fosse stata assunta perchè il padre Enrico, detenuto, aveva bisogno di un particolare sostegno economico per sottoporsi ad un intervento chirurgico. Una giustificazione che avrebbe indotto Carmine Schiavone a passarci sopra, ma a raccomandare a Martinelli di non farlo più e di muoversi sempre insieme al gruppo degli Schiavone e in base alle pianificazioni organizzative di quest’ultimo. Alla luce di tutto questo il gip isabella Iaselli ritiene fondate le ragioni che informano l’istanza a lei presentata dai magistrati della Dda affinchè Emilio Martinelli si arrestato così com’è successo poi il 19 ottobre scorso.