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Quando Antonio Letizia sa dei 4 mila euro di stipendio ad Achille Piccolo, per poco non gli viene un coccolone

24 Aprile 2019 - 10:45

MARCIANISE – A pensarci bene, tutte queste divergenze, questo cambiamento costante di opinioni, questa instabilità emotiva, questa tensione esclusivamente legata al problema del soldo, potrebbe rappresentare la narrazione di una normale trattativa politica, in atto in questi giorni, in uno dei comuni chiamato alle urne il prossimo 26 maggio, per l’elezione del sindaco e dell’organismo consiliare.

Si tratterebbe solamente di cambiare i nomi: non Achille Piccolo, ma (omissis); non Antonio Letizia, ma (omissis); non Angelo Piccolo, Andrea Letizia o Pasquale Rockfeller Piccolo, ma omissis, omissis e ancora omissis.

Anzi, vi diciamo di più: i camorristi mostrano un segno di maggiore consistenza concettuale, rispetto ai nostri politici che, ovviamente, sono diventati, negli anni, una subordinata culturale della camorra.

E allora, se Achille Piccolo comincia a nutrire dubbi e a mettere in discussione le proprie certezze sulla capacità del cognato Andrea Letizia, di guidare il clan e di attendere a tutte le necessità dei detenuti, ciò non deve stupire più di tanto, perchè le dinamiche camorristiche del soldo hanno sempre rivestito una caratterizzazione pragmatica, in cui le cose e le valutazioni, cambiavano in base a quello che succedeva mese per mese.

Achille Piccolo esprime uno slancio continuo. E’ come un leone in gabbia, vorrebbe comandare dal carcere, ma tutto sommato non ci riesce. E si arrabbia, parlando con il fratello Angelo, quando sa che la sua famiglia non può avere il monopolio delle estorsioni sulle cosiddette macchinette da bar o macchinette mangiasoldi. Il fratello gli dice di aver dovuto trovare un accordo: “Con

una persona di statura bassa”. Altro, Angelo Piccolo non dice e non si capisce se questa risposta dia riscontro a quella domanda appena bisbigliata sui Mazzacane, rispetto ai quali Achille Piccolo è interessato alla conoscenza di una eventuale intesa criminale su questo settore estorsivo.

Altro passaggio interessante è quello riguardante Antonio Letizia, fratello di Andrea Letizia, il quale si lamenta di brutto alla presenza del figlio Giuseppe, detto Vincenzo e della moglie Assunta Clementini. Bersaglio delle critiche il fratello Andrea che da reggente “si è comportato male“. Coincidenza ha voluto che lui, Antonio Letizia, abbia trascorso le ore d’aria con Achille Piccolo. In questo contesto ha saputo che Andrea Letizia ha garantito uno stipendio di 4 mila euro a quest’ultimo. Una notizia che lo lascia di sasso, visto che il fratello, a lui, ha riservato solo mille euro.

E’ anche questo il motivo per cui chiede al figlio Giuseppe detto Vincenzo di cominciare ad operare sul territorio, facendosi un gruppo e raccogliendo in proprio, dalle estorsioni, delle risorse che possano essere utili a mantenere anche la propria detenzione.

Insomma, si ha la sensazione che chi sta fuori anche essendo stato dentro, è un pò risucchiato dalle necessità esterne e non sempre è concentrato sulle esigenze dei carcerati del clan. Insomma, in questo gruppo criminale sembra cedere, in qualche circostanza, quella che è un’architrave del contratto tra camorristi e tra famiglie di camorristi: il mutuo soccorso a chi si trova recluso in carcere.

 

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