Reggia, parcheggi selvaggi, biodigestore e soliti problemi. Il FOTOREPORTAGE di una “tipica” domenica casertana

24 Gennaio 2022 - 09:35

Caserta (pasman) – Dai segnali che si colgono, c’è da guardare alla Reggia con più di qualche perplessità. Presa tra i due fuochi, del comune che è totalmente incapace di garantire almeno il decoro del contesto urbano che le è più vicino e della direzione museale con la sua gestione che si dimostra poco confacente, non attraversa un momento felice.

Per capire la situazione, basterebbe ricordare che il direttore Tiziana Maffei, da cui pure ci si aspetterebbe la tutela del monumento, non ha trovato nulla da obiettare sulla inconcepibile, progettata costruzione, a poche centinaia di metri dal palazzo reale – bene dell’Unesco –, dell’impianto del biodigestore. Forse per incomprensione dell’enormità del fatto o forse per timidità verso la politica, ha mantenuto un sostanziale silenzio che ci pare inaccettabile. Ancor più in chi, prima ancora che funzionario pubblico tenuto – e questo lo capiamo persino noi – in qualche modo al riserbo istituzionale ed inscritto in un reticolo di dipendenze gerarchiche e funzionali, è un esponente del ceto intellettuale, che dovrebbe vantare un’assoluta autonomia ed indipendenza nelle valutazioni squisitamente culturali.

Non è impossibile, per quanto possa costare sul piano delle ambizioni personali, come dimostra, tra i tanti, il caso di Tomaso Montanari, che, pur nell’opinabilità delle sue idee politiche, non le manda a dire al ministro Franceschini

– non ad un Carlo Marino qualsiasi – sulla gestione dei beni culturali. Solo a metà mese si è saputo dall’assessore alla cultura di Caserta Enzo Battarra – ma forse, per carità di patria, sarebbe stato meglio rimanerne all’oscuro – che ci sarebbe stato un incontro con la Maffei ed il soprintendente Mario Pagano, i quali avrebbero posto, alla buonora, il problema della vicinanza del futuro biodigestore alla Reggia e di quello della viabilità innescato dal via vai dei camion dei rifiuti.

E siccome anche il bradipoforme MiBAC avrebbe chiesto chiarimenti, pare che ci sarà un ulteriore incontro, in cui si intenderebbe coinvolgere anche – pensa te – il referente dell’Unesco. Questa situazione ci ricorda un poco l’orchestra che suonava ancora, mentre il Titanic colava a picco, sic ! Siamo, cioè, ancora al vediamo il da farsi, quando il comune – con ogni possibile forzatura, ad iniziare da quella gravissima, considerata la materia coinvolta, di aver prescisso dall’essenziale parere della soprintendenza – ha mandato le carte processuali già da mesi e belle e fatte agli uffici regionali e la delibera di giunta che optava per il biodigestore in località Ponteselice è persino del giugno 2020. Non siamo, insomma, davanti alla novità inaspettata.

Dicevamo del comune, idrovora di fondi pubblici, quasi sempre spesi male ed improduttivi per la città perché con finalità clientelari. Postulante di sempre attesi finanziamenti per progetti ammanniti puntualmente come di avangurdia, non fa per la Reggia quell’essenziale, quelle azioni di tutela e valorizzazione  che non richiederebbero soldi, ma solo efficienza, volontà e serietà nell’operare, se ce ne fossero.

Così, le macchine parcheggiano abusivamente e tranquillamente fin sotto il monumento, i venditori abusivi sono sempre al loro posto, i campetti, con i prati teoricamente interdetti – da una delle tante ordinanze comunali inutili perché sistematicamente violate – ad ogni introduzione di persone, cose ed animali, sono appannaggio di chiunque voglia intrattenersi in comitiva varia ad ascoltare la musica, a prendere il sole, a giocare a pallone, a fare ciclocross, a far sgambettare i cani e via cantando. I lettori ricorderanno che abbiamo documentato, per il passato, in un’occasione persino il montaggio di una tenda da campeggio ed in un’altra la cottura di carne alla brace con la più classica delle fornacelle a carbone.

Nelle foto che seguono, alcune situazioni che abbiamo richiamato: invasione vietata dei campetti, alcuni venditori abusivi in azione all’ingresso principale della Reggia, macchine parcheggiate sotto le finestre come neanche nel più scalcagnato condominio, veicoli che transitano nella piazza interdetta al traffico, la segnaletica sgangherata che accoglie il turista all’ingresso della città

Le ultime foto si riferiscono alla situazione di ieri mattina, domenica, in piazza Carlo di Borbone, piena di persone grazie al bel tempo: con macchine dappertutto a ridosso del monumento, quasi fosse consentito il parcheggio e non vietato dagli inutili cartelli che continuano ad indicarlo. I campetti sono stati affollatissimi e si è visto di tutto. Dall’uomo con la sua bicicletta  stesosi beatamente a rilassarsi; e meno male che non si è messo in body maschile per più comodità, perché nessuno gli avrebbe mai detto niente. Al ragazzo con il monopattino elettrico in uso per la viabilità cittadina che, portatoselo sul prato, si divertiva a fare lo slalom tra le persone ed i tanti cani. Nell’assenza del minimo dei controlli, questa non è stata che un’anticipazione di quello che ben di peggio succederà nelle prossime settimane verso la primavera. Questo costume è certamente diseducativo verso i più giovani, che non capiranno mai quale sia il rispetto dovuto ad un bene monumentale. Il Macrico reso parco pubblico in forma integrale, con sentieri nel verde, aree picnic e giochi, sarebbe la soluzione ovvia – se la città avesse ben altra classe politica – per le esigenze di svago, evasione, riposo e gioco espresse dalla cittadinanza, che non ha dove altrimenti andare. L’ultima foto si riferisce ai due cartelli stradali che, allo sbocco di piazzetta Gramsci sul primo tratto di corso Trieste, indicano la Reggia uno a sinistra ed uno a destra. Non si sa se facendo più ridere o più piangere.

E sorprendentemente tutto questo campionario di trasgressioni avviene sotto gli occhi di vigili, esercito o polizie di turno che passano e vanno, quasi spettatori che non sappiano affatto dei divieti vigenti sull’area monumentale. O che probabilmente lo sanno, ma che evidentemente, per cause che occorrerebbe indagare, non hanno l’animo di intervenire. Ma a questo punto viene fatto di chiedersi chi dovrebbe intervenire, se nessuno lo fa e se sono comminate sanzioni amministrative e persino penali. Forse i Marines statunitensi, visto che l’esercito già l’abbiamo, quello invocato per la movida e per ogni  occasione strana dai nostri fantasiosi assessori e consiglieri comunali.

Del decoro urbano circostante, poi, non ne parliamo. In pieno centro, segnaletica sgangherata e casuale (allo sbocco da piazzetta Gramsci sul corso Trieste, due cartelli indicano imperterriti, da quando li abbiamo segnalati qualche semestre fa, la direzione per la Reggia sia a destra che a sinistra e basterebbe in pochi minuti, con cacciavite e chiave inglese, rimuovere quello sbagliato). Pavimentazione stradale da terzo mondo. Combriccole di beoni male in arnese, presti al litigio, bivaccano per tutto il giorno sulle strade di transito dei turisti e dove si trovano mangiano, bevono e insudiciano senza remore, dormendo su materassi e cartoni di fortuna. Persino in pieno lockdown erano i soli assembramenti che si vedevano in città, con quella che era e resta una resa piuttosto che tolleranza da parte delle pubbliche autorità.

E veniamo al fronte Reggia vero e proprio, riservandoci di analizzarlo in una seconda parte che seguirà. Al momento ci basta anticipare che, come si nota dalla foto che pubblichiamo in basso,  nel tetto dell’ala del teatro di corte si sarebbe verificato il cedimento di una delle capriate, la quale, per caduta, si sarebbe  appoggiata sulla volta sottostante. Certo l’immagine non lascia presagire niente di buono.  (FINE PRIMA PARTE)