RIFIUTI A MONDRAGONE. Dipendenti ricevono dalla DHI di Di Nardi conto da 2.300 euro per danni ai mezzi. Uiltrasporti denuncia: “ricatto”

7 Ottobre 2025 - 13:06

MONDRAGONE – Una vicenda che coinvolge la società DHI S.p.A., società per anni guidata da Alberto Di Nardi, ora in mano al padre dell’imprenditore di Vitulazio, gestore del servizio di igiene urbana a Mondragone fino al 30 settembre scorso, rischia di finire in tribunale. Diversi ex dipendenti, il cui rapporto di lavoro è cessato il 1° ottobre, hanno ricevuto una comunicazione in cui la società contesta loro un danno a un automezzo aziendale e avanza una richiesta di risarcimento di oltre 2.300 euro.

La missiva, datata 22 settembre ma notificata ai lavoratori dopo la fine del rapporto contrattuale, è al centro delle polemiche. Il sindacato UilTrasporti, con una nota a firma del Segretario Regionale, Giovanni Guarino, definisce l’azione di Dhi “un atto nullo e illegittimo”, sottolineando come il potere disciplinare dell’azienda si sia estinto con la conclusione del contratto di lavoro.

Secondo i sindacati, la richiesta di trattenere la somma dalle competenze accessorie di fine rapporto violerebbe palesemente lo Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970). Fanno riferimento, in particolare, a una serie di pronunce della Corte di Cassazione che hanno stabilito come le contestazioni disciplinari non siano più procedibili una volta interrotto il vincolo lavorativo.

La protesta è montata dopo che la DHI S.p.A. ha formalizzato la pretesa risarcitoria. La condotta aziendale è stata bollata come “un tentativo di ritorsione” e la UIL Trasporti sarebbe pronta a sporgere denuncia per il reato di estorsione, ritenendo che si configuri un’indebita coercizione economica.

Intanto, è stato formalmente chiesto al Comune di Mondragone di sospendere in via cautelativa ogni pagamento alla DHI S.p.A., avendo l’ente appaltante l’obbligo di vigilare sul rispetto della normativa lavoro da parte delle imprese subappaltatrici, come previsto dal Codice degli Appalti.

L’ultimatum ai vertici aziendali, con sede a Pastorano, è perentorio: ritirare immediatamente le contestazioni e ogni pretesa economica. In caso contrario, ci saranno “iniziative di protesta pubblica e mobilitazioni” davanti agli stabilimenti, oltre a procedere per le vie legali per tutelare i diritti degli ex dipendenti.