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S.FELICE A CANCELLO ALLE ELEZIONI. Nomi, intrecci familiari, trascorsi giudiziari e il fattore De Lucia: i candidati Palmieri, D’Andrea e Nuzzo al microscopio

12 Marzo 2023 - 11:44

L’ex sindaco chiaramente schierato con il pupillo storico di Massimo Grimaldi, nonché vicepresidente del chiacchieratissimo Consorzio Idrico, dominato da Giovanni Zannini. Il commercialista punta sull’appoggio della famiglia Izzo, che pure ha i suoi problemi. Nuzzo lavora più sottotraccia e arruola qualche ex grillino. Toccata e fuga del cardiologo Vittorio Palmieri.

SAN FELICE A CANCELLO (g.g.) – Mettiamo subito in chiaro una cosa, senza girarci troppo intorno: Pasquale De Lucia, più volte sindaco di San Felice a Cancello e poi, per un breve periodo consigliere regionale per l’UDC, e ancora vicepresidente della Provincia ai tempi di Angelo Di Costanzo, ha pieno diritto di svolgere attività politica.

Ha subito, com’è noto, una condanna definitiva per effetto dell’ineccepibile e ben realizzata inchiesta sulla cosiddetta tangentopoli sanfeliciana, curata a suo tempo dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Gerardina Cozzolino, che, nell’occasione, coordinò l’attività svolta dai carabinieri della Compagnia di Maddaloni.

Quella pena, Pasquale De Lucia l’ha espiata per quanto riguarda la detenzione carceraria, trascorsa in larga parte nel penitenziario di Terni, mentre oggi consuma l’altra parte della condanna attraverso l’osservazione di alcuni vincoli, a partire dall’obbligo di avere un posto di lavoro, formalmente garantitogli, come già abbiamo scritto, dall’azienda

tessile della famiglia del marito di Gelsomina Piscitelli, consigliera comunale durante la sindacatura di Giovanni Ferrara e storicamente legata a Pasquale De Lucia attraverso il sostegno fornito a Carmine D’Addio, che di De Lucia e’ stato assessore e, di cui era e forse e’ ancora una sorta di luogotenente politico.

Residua ancora da questa premessa “dedicata” il dato di fatto che, ultimamente, l’ex sindaco è stato assolto nel processo, gemmato da un’altra indagine, stavolta della Dda di Napoli e concretizzatasi nel 2017, forse con un divario temporale troppo ampio rispetto ai mezzi di prova presentati, a partire dalle intercettazioni stagionatissime, in quanto datate 2008, va detto forte e chiaro che un’eventuale attività di sostegno, ad opera di Pasquale De Lucia, a sostegno di candidati in lizza alle prossime elezioni comunali, fissate per il 14 e 15 maggio, con potenziale coda di ballottaggio il 28 e il 29 maggio, non può essere oggetto di contestazione in termini di liceità e di legittimità giuridiche.

Diverso, invece, è il discorso se questo si affronta dall’angolo visuale della politica e dell’opportunità di certe azioni a questa collegate. Pasquale De Lucia ha una storia che, in parte, come si è detto prima, è stata, dunque, scritta anche dalla sentenza definitiva che lo ha condannato a una pena reclusiva per fatti riguardanti la sua attività di sindaco. Per cui, ogni cittadino di San Felice a Cancello compirebbe un errore nel momento in cui rimuovesse, per carità, non nell’ambito del giudizio personale e morale – quello può essere, infatti, di diverso segno -, ma disertasse dal riconoscimento e dal conseguente giudizio politico-elettorale, da una considerazione sul portato storico e sull’esperienza di De Lucia, visto e considerato che, quei reati, quei comportamenti, Pasquale De Lucia li ha compiuti, non nella veste di privato cittadino, ma come sindaco e gestore della cosa pubblica.

Ecco per chi farà votare Pasquale De Lucia

Chiarito il concetto, espresso fin dall’inizio il nostro punto di vista su un possibile fattore-De Lucia, incidente sulle elezioni comunali del 14 e 15 maggio prossimi, speriamo che ora nessuno rompa le scatole, visto che mi non abbiamo né il tempo, né la voglia di metterci a telefono e di spiegare questa nostra considerazione sulla “questione morale sanfeliciana”.

Proviamo, dunque, ad andare avanti nella trattazione e diciamo che, stando ai segnali provenienti da San Felice e anche da Cancello Scalo, De Lucia, valutato da noi tecnicamente e, dunque, neutralmente come elemento attivo in questa fase pre-elettorale, sta spendendo e spenderà parole buone per il candidato a sindaco, Raffaele Carmine Palmieri, per anni e anni e ancora oggi vicepresidente del Consorzio Idrico Terra di Lavoro.

Circostanza, questa, che dobbiamo rimuovere dalle nostre valutazioni, altrimenti dovremmo necessariamente schierarci, sin dall’inizio e a prescindere, finanche con il diavolo, ma comunque contro Palmieri, visto e considerato che non un diavolo, ma tutti i demoni che la natura umana conosce e subisce si concentrano nelle stanze del CITL, governato dal consigliere regionale Giovanni Zannini, attraverso il presidente Pasquale Di Biasio e, fino a qualche tempo fa, anche attraverso il consigliere d’amministrazione Vitaliano Ferrara, molto probabilmente indagato per camorra e interdetto dalla Prefettura di Caserta (LEGGI QUI L’ARTICOLO IN PROPOSITO).

La candidatura di Raffaele Palmieri e i nomi di chi lo appoggerà

Un Consorzio Idrico, in cui Palmieri ha sempre galleggiato, offrendo la propria disponibilità a collaborare con il gruppo che lo controlla quasi militarmente, gestendosi un piccolo spazio e relazionando lo stesso con il suo riferimento politico storico, il consigliere regionale Massimo Grimaldi. Ma lasciamo perdere il CITL, visto che il nostro obiettivo è trattare ogni candidato allo stesso modo.

E dunque, una volta appurato che Pasquale De Lucia, non sappiamo ancora come e con chi, appoggerà Palmieri, ci portiamo avanti con l’articolo e informiamo chi lo sta leggendo che, nella squadra di quest’ultimo ci saranno naturalmente le persone che hanno rappresentato Forza Italia in città, a partire dal responsabile del circolo, Orlando Savino.

A spingere per Palmieri, ci sarà anche Mario Verlezza, già vicesindaco dell’amministrazione comunale di Giovanni Ferrara e titolare di una rendita elettorale, garantitagli anche dall’alleanza con un altro ex vicesindaco: parliamo di Francesco Petrone, inquisito nel San Felice Gate – si tratta sempre dell’indagine del pm Cozzolino e dei carabinieri – e arrestato a sua volta, con una vicenda giudiziaria che si è distinta, sin dall’inizio da quella di Pasquale De Lucia, dato che Petrone chiese e ottenne il rito abbreviato.

Sosterrà la candidatura di Palmieri, inoltre, Agostino Nostrale, uno che male non ha campato durante la parentesi amministrativa di Giovanni Ferrara. Si tratta – lo ricordiamo ai lettori che non hanno incrociato i nostri articoli dedicati al tempo a questa vicenda – del gestore dei famosi centri estivi, finanziati dal Ministero, attraverso il comune, per organizzare, in maniera un po’ stravagante, i propri eventi in pieno inverno.

A un certo punto, si riteneva anche che Nostrale potesse candidarsi a sindaco. Poi, Palmieri avrà trovato le parole giuste per convincerlo a mettere insieme una lista, a cui, personalmente Nostrale non parteciperà, ma nella quale inserirà persone riferibili alla sua area operativa.

Al gruppo Nostrale sarà sicuramente associato l’avvocato Francesca Ferrara, anche lei assessora nella giunta di Giovanni Ferrara, in cui era espressione di un altro gruppo importante: quello costituito dalle famiglie D’Addio e Colella, sulle quali molto ci siamo soffermati nell’ultimo anno.

D’Addio e Colella non esprimeranno un candidato sindaco esclusivo, ma cercheranno di tenere i piedi in tutte le staffe, inserendo candidati (come nel caso di Francesca Ferrara) a supporto di Palmieri, ma tenendo un rapporto anche con Luca Alfredo D’Andrea, con cui dovrebbe correre proprio una parente di Colella, di cui nei prossimi giorni declineremo le generalità.

Neanche Emilio Nuzzo sarà lasciato indietro e si parla di più di un candidato messo a disposizione di colui che si configura come una sorta di terzo incomodo in queste Comunali.

Con Palmieri ci sarà anche la famiglia Carfora, legata con questo da rapporti familiari. Il pacchetto – Carfora comprende i tre fratelli, attivi nel ramo immobiliare e comprende anche qualche “problemino” pregresso in ambito giudiziario, che, però, a San Felice a Cancello, il più delle volte, si configura, la nostra non e’ certo una battuta, più come un fatto premiale che come un fattore elettoralmente penalizzante, come la storia delle ultime 7 o 8 elezioni comunali insegna. Ovviamente, associate a Palmieri, ci sono anche altre strutture familiari. Ma avremo tempo e modo per declinarne le generalità nei prossimi articoli.

Il candidato Luca Alfredo D’Andrea, la famiglia Izzo e mister Papa

La seconda candidatura acclarata è quella del commercialista Luca Alfredo D’Andrea, che è riuscito a far convivere, con grande abilità acrobatica, la sua posizione di componente del nucleo di valutazione, nominato durante l’amministrazione di Giovanni Ferrara, con le critiche esposte pubblicamente, attraverso una o più affissioni, di quel governo cittadino di cui era controllore.

Quando si presenta la candidatura a sindaco di D’Andrea occorre, se non si vogliono prendere in giro i lettori e gli elettori, realizzare immediatamente il collegamento tra lui e coloro che sono un potentato economico di Cancello Scalo, costituito da decenni dalla famiglia Izzo, un gruppo che si rappresenta in maniera multiforme.

Il suo successo economico risale al periodo di massimo sfruttamento delle cave. I discendenti di quegli imprenditori hanno investito i copiosissimi profitti del tempo delle mine, in altri settori, soprattutto nella ristorazione e nella somministrazione

Questo è “il chiaro”, a cui si aggiunge, però, anche “lo scuro” della lunga e, per lui, infausta vicenda giudiziaria che ha coinvolto Clemente Izzo e in parte anche suo fratello Emilio, comunemente definiti i “re del cemento”.

Clemente Izzo, com’è noto ai lettori di CasertaCE, ha incassato una condanna definitiva per reati molto gravi, a partire da quello di estorsione, con tanto di aggravante camorristica, in quanto Clemente Izzo è stato definitivamente condannato anche per aver favorito gli interessi del clan Belforte.

Per quanto riguarda il fratello Emilio, questi, anche grazie al lavoro dei suoi avvocati, Dezio Ferraro e Giuseppe Stellato, ha salvato la sua quota parte di un sequestro da 30 milioni di euro di beni tra cui case di lusso sulla Costiera amalfitana e auto come Ferrari e Porsche, evitando anche la sottoposizione delle loro aziende all’amministrazione giudiziaria.

I beni erano stati messi sotto sigilli con finalità di confisca in quanto considerati legati all’attività del fratello Clemente ma, in seguito, sono stati dissequestrati dal tribunale del Riesame.

Se gli Izzo staranno con D’Andrea, in quanto questi ha sposato una sorella e dunque, a proposito di quote parte, ha sposato una frazione ingentissima del patrimonio familiare, sempre in appoggio al commercialista dovrebbe agire anche un altro personaggio controverso: quel Vincenzo Papa, terminale di vicissitudini giudiziarie e sempre arrestato nel caso del San Felice Gate, che gli costò anche una condanna in primo grado – questo lo ricordiamo bene -, ma non possiamo mettere la mano sul fuoco che, al pari della condanna definitiva di De Lucia, il verdetto di Papa sia passato a sua volta in giudicato.

Papa è diventato molto noto a Caserta per una serie di fatti un po’ inquietanti e anche un po’ estemporanei. Qualche anno fa, tra il 2015 e il 2017, sembrava essere arrivato una sorta di Rockfeller, di Paperon de’ Paperoni. Papa, infatti, aprì una decina di locali, soprattutto lungo via San Carlo, dove fece letteralmente manbassa.

Poi provò qualcosa nella galleria commerciale di corso Trieste e le cronache di CasertaCE lo persero di vista un po’ di tempo fa quando, su via Roma, il suo suv parcheggiato in divieto di sosta era ormai divenuto una specie di attrazione turistica, prese a calci un vigile urbano.

In campo per D’Andrea ci sarà anche Pino Colonna, uno dei dirigenti di un’azienda importante, anzi, tra le più importanti insediate nel perimetro di San Felice e di Cancello, la De Lucia spa, leader nella lavorazione e distribuzione di frutta secca, e, ultimamente, anche di precotti, con una rete di clienti a livello nazionale e oltre confini.

Un apporto sarà dato anche da Antonella Lettieri, la quale fu candidata come riempitivo, al quarto posto, nella lista della Lega, alle ultime elezioni politiche, al proporzionale alla Camera.

In verità, se rapportiamo la posizione della Lettieri all’attuale governance della Lega, costituita da Salvatore Mastroianni e dall’europarlamentare Valentino Grant, il discorso non torna, visto che oggi la Lega, a Caserta, al netto di Gianpiero Zinzi, è una succursale di Giorgio Magliocca e di Forza Italia, considerato che il Mastroianni era stato assunto proprio dall’amministrazione provinciale, a seguito di concorso.

Dunque, sulla carta, se Lettieri rispondesse a Mastroianni e Grant, lei si dovrebbe candidare con Palmieri, che per ordine di Magliocca la Lega dovrebbe appoggiare. Ma, evidentemente, hanno avuto peso rapporti diversi e di natura esclusivamente locale.

Emilio Nuzzo, il candidato con i lavori in corso

Terzo candidato a sindaco, Emilio Nuzzo, di cui si sa di meno. Con lui sarà in campo sicuramente Mena Forcella, con la sua associazione “San Felice al Centro”. Nei giorni scorsi, inoltre, ha pubblicamente dato notizia della candidatura con Nuzzo, in rappresentanza della frazione Talanico, il giovane Natale Piccirillo. Candidato sicuro sarà anche Giuseppe Magliulo, dipendente dell’acquedotto napoletano ABC – Acqua Bene Comune, da sempre legato a Nuzzo.

Sosterrà poi lo sforzo di Emilio Nuzzo anche Diamante Borzillo, esponente dei Cinque Stelle, candidatasi nel 2013 alle elezioni comunali, vinte da Pasquale De Lucia.

Ma, ripetiamo, quello dell’ex consigliere provinciale è un cantiere ancora aperto e, dunque, non possiamo valutare la forza della proposta elettorale di Nuzzo, che alle scorse elezioni fu esclusa per errori materiali dall’Ufficio Elettorale.

Il cardiologo Vittorio Palmieri: rapida esplorazione e candidatura sfumata

Fino a qualche giorno fa anche di un quarto candidato sindaco Una mera eventualità, peraltro già tramontata

Palmieri gode della stima di quella parte del Partito Democratico che fa capo al presidente del consiglio regionale, Gennaro Oliviero, che però non e’ riuscito, alla fine, a convincerlo a scendere