SETTEMBRE AL BORGO. Ecco come il comune di CASERTA butta i soldi. Folli i 36mila euro per la Vanoni che canta altrove per la metà. Stesso discorso per Dolcenera. Ma il vero scandalo è il cachet di Morelenbaum

28 Agosto 2019 - 21:23

CASERTA(g.g.) Bisogna essere seri. Come lo siamo stati ieri quando nessun preconcetto nei confronti di chicchessia ha alimentato il lungo editoriale (LEGGI QUI) da noi dedicato all’edizione di Settembre al borgo che andrà a cominciare mercoledì 4 settembre.

Sappiamo bene che un articolo lungo non è proprio il massimo dell’appeal e sappiamo bene che, scrivendolo in quel modo, in tanti non lo leggeranno o, comunque, non lo leggeranno nella sua interezza.

Nonostante questo, noi avvertiamo la necessità, che riteniamo prevalente rispetto a quella della divulgazione quantitativa, di prenderci tutto lo spazio che serve per fornire spessore alla nostra argomentazione e anche alla nostra opinione. Si tratta di una forma di garanzia che ci sentiamo in dovere di erogare nei confronti di chi, all’interno dell’articolo, diventa oggetto di critiche, che sono sempre una cosa molto delicata, accettabile solo nel momento in cui le motivazioni addotte e l’argomentazione, pur continuando ad essere opinabilissime, è comunque esplicitata attraverso un’esposizione graduale, opportunamente didascalica, insomma, utilizzando quel cucchiaino metaforico che permetta a quei lettori, pochi ma buoni, che quel tipo di articolo leggono perchè autenticamente interessati alla tematica affrontata, di essere d’accordo oppure anche non d’accordo con le tesi esposte e invece, in percentuale molto alta, d’accordo con un altro aspetto della questione, quello relativo al riconoscimento che i nostri sono argomenti correttamente, chiaramente e onestamente spiegati.

Di solito, quando apriamo un fronte con un editoriale, lo facciamo perchè già abbiamo consultato dei documenti che poi, diventano oggetto di ulteriori trattazioni.

Carta canta, allora: di fronte ad un documento ufficiale che noi siamo in grado di pubblicare stasera, quel processo, fondato sull’onestà intellettuale, diventa ancora più solido. Anche gli elementi di un documento amministrativo, per carità, non costituiscono vangelo, ma rappresentano dati maledettamente concreti, reali su cui ragionare.

Aver letto, per esempio, che l’apprezzato e noto musicista ed arrangiatore Jaques Morelenbaum, intascherà per la sua esibizione, prevista per il giorno 7 settembre, quasi 21mila euro, precisamente 20mila 900 euro Iva al 10% compresa, ci permette di ragionare. Non certo sul valore artistico e sulla rispondenza di questo al cachet riconosciuto. In molti pensano che Morelenbaum valga anche più di 21mila euro, per un’esibizione artistica.

Il che rappresenta una opinione rispettabilissima. Però, siccome qui stiamo parlando di soldi pubblici, uno non può non considerare la necessità cogente che diventa dovere morale e anche materiale di una ricerca di mercato che consenta all’ente pubblico di ottenere il meglio possibile, spendendo il meno possibile.

48 ore prima dell’esibizione di Caserta, Jaques Morelenbaum, infatti, ne farà, non una, ma due a Milano, nel locale Blu Note, luogo santo del jazz dove un pubblico sempre selezionato, va ad ascoltare musica di una certa qualità. Morelenbaum si esibirà alle 21, riteniamo per circa un’ora e mezza e poi, una seconda volta, con un concerto, ripetiamo, replicato ex novo, alle 23. Alle 21 chi lo ascolterà, avrà pagato un biglietto di 23 euro.

Calcolando che, ufficialmente, il Blu Note è autorizzato per una capienza di 250 posti e siccome i titolari di questo locale non sono un ente di beneficenza, bisogna solamente fare la moltiplicazione: 250 per 23 fa 5.750 euro, ammesso e non concesso che ci sia il sold out. Il biglietto delle 23 è di importo inferiore, pari a 19 euro. Mettiamo che anche l’esibizione notturna sia sold out, arriviamo a 4.750 euro. In tutto, fanno 10.500 euro tondi.

Tornando alla questione del benefattore, i milanesi proprietari del Blu Note o chi questo locale gestisce dovranno guadagnarci un euro per questa serata? Insomma, se tutto va bene, l’ottimo Jaques Morelenbaum porterà a casa 7mila, 8mila euro.

Il format dell’esibizione è identico. L’organizzatore di fatto del concerto di Settembre al borgo, Andrea Aragosa (il quale va dicendo che lui non c’entra, che gli artisti li porta l’impresario di Orta di Atella Palmieri, ma in realtà c’entra eccome), ha tutto il diritto di vendere Jaques Morelenbaum anche a 100mila euro per una serata. Il suo è un diritto speculare a quello di un commerciante che può fissare il prezzo della sua mortadella a 100 euro all’etto. Solo che in quest’ultimo caso, la mortadella andrà a male perchè nessuno la comprerà, mentre nel caso di Andrea Aragosa ci sono questi “beccaccioni” oppure furboni del comune di Caserta che con i soldi dei cittadini, la mortadella la comprano.

Il problema, insomma, non è Aragosa, ma il comune di Caserta; il problema è il sindaco Carlo Marino, l’assessore agli eventi Emiliano Casale, quello alla cultura Tiziana Petrillo che non hanno adeguatamente verificato se ci fosse o meno la possibilità di far esibire lo stesso artista per una cifra inferiore.

E lo stesso discorso vale per l’ottima Ornella Vanoni, che, con un “quartettino” jazz intascherà 33mila euro più Iva, totale 36mila 300 euro. Sapete che lei e Bungaro, eccellente cantautore brindisino, apprezzatissimo dal compianto Lucio Dalla, hanno cantato ultimamente per 20mila euro? Se non lo sapete, ve lo diremo nella prossima puntata.

E veniamo al caso Dolcenera. Mo’, la cantante di Galatina avrà anche sfornato una hit furbetta e ambientalista, molto suonata dalle radio in questa estate, ma 18mila 700 euro incluso Iva al 10%, per un’esibizione “Piano solo”, cioè arriva da sola sul palco, trova un pianoforte già approntato, si siede e comincia a cantare, beh, scommettiamo che 4mila, 5mila euro si potevano tranquillamente risparmiare?

Su Luca Barbarossa non ci pronunciamo ancora. Più che un presente, il cantautore romano ha un passato indubbiamente apprezzabile che comprende anche una vittoria del Festival di Sanremo. Costerà quasi 20mila euro, precisamente 19mila 800 euro, Iva compresa. Dovrebbe venire con un gruppo, per cui non siamo ancora in condizione di assumere dati di confronto, anche se abbiamo la ferma intenzione di acquisirli.

Stesso discorso per l’esibizione dei coniugi Nicky Nicolai e Stefano Di Battista i quali, con ogni probabilità, da soli, intascheranno 11mila euro, Iva compresa.

Per il momento, ma solo per il momento, ci fermiamo qui.

 

QUI SOTTO IL QUADRO ECONOMICO CON I CACHET