Stefano Graziano voltagabbana di talento. Prima Bonaccini poi viva Schlein, ora fa le liste di proscrizione ad AVERSA ma nel 2019 votò alle provinciali contro il Pd e per Olga Diana

13 Ottobre 2023 - 19:28

Ne abbiamo una prova indiscutibile e incontestabile, che se il diretto interessato vorrà eventualmente andare a vedere, come si fa al tavolo del poker, noi saremo pronti a mostrarla in ogni possibile sede competente. Sapete perché abbiamo scritto questo articolo? Perché abbiamo le tasche piene di questi politici che pensano solo ed esclusivamente ai loro interessi personali

AVERSA – Noi potremmo tranquillamente astenerci da un articolo finalizzato a sottolineare, ancora una volta, a che punto sia arrivato il grado di trasformismo politico praticato, di doppiezza ancor più sviluppata attraverso infiniti giochi di abilità e di cazzimma, da Stefano Graziano.

A Caserta e provincia nessuno, anche quelli che si dichiarano a lui più vicini, nutrono il benché minimo dubbio sul fatto che lui sia un voltagabbana d’annata, da vero e proprio marchio Doc.

Però, siccome ogni tanto incrociamo qualche intervista in postura bronzea da lui rilasciata, ci punge l’estro di tirar fuori qualche documento che abbiamo conservato negli anni scorsi.

Subito dopo la caduta dell’amministrazione comunale di Alfonso Golia, frutto di un ribaltone e di un atto di resistenza meramente di pura protezione del proprio potere sul territorio, rispetto alla decisione della maggior parte dei consiglieri comunali del Pd di sfiduciare il sindaco Alfonso Golia, oggi Graziano pontifica e stila le liste dei buoni e dei cattivi, di coloro che sarebbero degni di rappresentare il Pd nella città di Aversa e di quelli che meritano un’implacabile proscrizione.

Un uomo di partito, pur non condividendo la posizione espressa e la realizzazione di un atto politico grave, come quello di abbandonare la maggioranza, lotta in tutte le sedi perché questa posizione possa essere rivista e rientrare.

Dopodiché nel momento in cui la decisione della maggioranza dei consiglieri del proprio partito di chiudere una consiliatura che ritengono dannosa per la città, fa mettere a verbale il proprio dissenso ma, da uomo di partito, si allinea e va avanti in modo da creare condizioni per una rappresentanza futura più vicina al proprio modo di pensare.

Questo fa un uomo di partito che non ha interessi extra-politici da perseguire.

Non fa il ribaltone stringendo un’alleanza di ferro con Giovanni Zannini, che qualcuno definisce l’antipolitica volendo dare un significato negativo alla sua esperienza pubblica ma che al contrario rappresenta, a nostro avviso, la peggiore espressione di una già strutturale malapolitica casertana. Direbbero a Napoli “l’accoppatura”.

Zannini e Graziano hanno governato la città di Aversa grazie ai voti consiliari di chi era stato eletto in tutt’altra coalizione.

Con quelli di Olga Diana, candidata nella Lega, poi iscrittasi entusiasticamente al partito di Zannini dopo che nel 2018 aveva portato voti al mulino di Gianluca Golia, candidato a sindaco di un pezzo del centrodestra.

Il sedicente Pd Stefano Graziano ha governato Aversa dominando il settore dell’urbanistica, dell’edilizia privata, dei lavori pubblici, per più di due anni grazie al voto di Francesco Sagliocco, anche lui candidato con Gianluca Golia grazie al voto di …, idem, grazie al voto di Giovanni Innocenti, candidato con l’altro aspirante sindaco del centrodestra, Peppe Stabile, in campo per Forza Italia con la spinta decisiva di Luigi Cesaro detto Giggino a’ purpetta.

Nel momento in cui Graziano afferma, oggi, dopo aver appoggiato alle elezioni primarie il candidato Stefano Bonaccini, dopo essere salito, grazie ai buoni uffici del signor De Girolamo, al secolo Francesco Boccia, sul carro della Schein che non ha né votato né appoggiato, si permette di marcare d’infamia Eugenia D’Angelo, Paolo Santulli e quella parte del Pd che molto giustamente alla luce di quello che poi è successo, non ne volle più sapere di Alfonso Golia.

Stefano Graziano, nel 2019, alle elezioni provinciali che noi definiamo di “medio termine” quando si vota, cioè, solo per il consiglio e non per il presidente, identicamente a quanto succederà il prossimo 10 dicembre, non ha votato neppure per il Pd che presentava una lista ufficiale.

Al tempo Graziano governava il partito casertano attraverso la pallida figura del commissario provinciale Emiddio Cimmino.

Ma siccome teneva a cuore le sorti della sua relazione con il potere dentro all’amministrazione comunale di Aversa, occorreva dare una mano a Giovanni Zannini perché potesse rafforzare la sua area politica in modo da creare un asse in grado di mettere nell’angolo quella parte del Pd vero che di fare inciuci con loro non aveva alcuna volontà.

Per cui noi siamo in grado di dimostrare documentalmente che Graziano ha dato ordine ai suoi fedelissimi di far votare a quelle provinciali Olga Diana, cioè una candidata della lista di Zannini che comunque era in concorrenza con quella del Pd, disegnando una prospettiva con la quale due anni dopo, cioè nel 2021, il suo partito sarebbe stato messo all’angolo proprio da Zannini al punto da dover tirar fuori la candidatura last minute di Antonio Mirra.

A Graziano, del Pd non è mai fregato un fico secco. Questo episodio che vi abbiamo raccontato oggi è uno dei tanti.

Susanna Camusso si recasse ad Aversa facendosi raccontare bene quello che Graziano ha fatto negli ultimi anni, con chi l’ha fatto e soprattutto attraverso quale formula, quella di uno tra i ribaltoni più rozzi e violenti mai avvenuti nella storia della politica di questa provincia.