TORTURE IN CARCERE. Il racconto in aula di un detenuto: “Abbiamo visto altri conciati male, poi è toccato a noi. Nudi e picchiati in corridoio”

16 Ottobre 2023 - 15:21

SANTA MARIA CAPUA VETERE (l.v.r.) – Continuano ad arrivare i racconti delle ore in cui ci sarebbero state violenze indicibile all’interno del carcere Uccella di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta dell’ormai noto processo per il reato di torture nel quale sono imputate 105 persone tra agenti, funzionari del Dap e medici dell’Asl.

Una vicenda che ha mosso una quantità di avvocati contemporaneamente in azione che difficilmente si è vista in questi anni. Oltre settanta i professionisti chiamati in causa in questo procedimento, tra cui i legali casertani Alessandra Carofano, Vittorio Giaquinto, Dezio Ferraro e Mirella Baldascino.

A parlare in aula è stato Francesco, uno dei detenuti presi e malmenati duramente in quel terribile 6 aprile 2020, per l’accusa un’azione di vendetta dopo il caos compiuto dei detenuti rispetto alle mancate contromisure relative al covid.

L’uomo ha visionato il video che ritraevano le violenze, si è riconosciuto ed ha riconosciuto diversi agenti e commissari presenti ai fatti.

Francesco ha raccontato che nel pomeriggio di quel giorno lui e i suoi compagni di cella avevano sentito delle urla e poi visti nell’area del passeggio dei detenuti malconci

Poi, verso le ore 18 sono arrivati in reparto, il noto reparto Nilo, centro delle aggressioni degli agenti, i poliziotti dell’Uccella. Nella sua cella che occupava congiuntamente ad altri detenuti, di cui uno con seri problemi di salute, ne entrano in quattro che, dopo aver chiesto di tirare fuori i telefonini, un pretesto per l’aggressione, secondo l’accusa, iniziavano a picchiarli ed obbligarli a sistemare fuori la cella le casse dell’acqua.

Prima di uscire dalla cella li obbligavano a calarsi pantaloni e slip ed a fare le flessioni. Dopo essere usciti, Francesco e i suoi compagni venivano picchiato da innumerevoli agenti posti a entrambi i lati del corridoio fino alla sala socialità.

Continuando il racconto, il detenuto ha spiegato che sala socialità venivano insultati e picchiati, per poi, al ritorno in cella, essere nuovamente malmenati dagli agenti posti ai lati del corridoio.